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Domanda chi sente il mio maldidenti?
- francesco678
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ma in che senso finisce qui?LOG ha scritto: Penso di si,
Se non c'è chi registra le sensazioni tutto finisce qui.
se uno sente dolore, ....sente dolore
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- francesco678
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LOG ha scritto: Finisce qui perchè la mente non si lascia prendere dal pensiero per proteggersi in futuro dal dolore o di inseguire in futuro un qualche piacere. Il pensiero è di per sè protettivo anche se quando si sostituisce al presente può produrre l'effetto opposto fino a mettere in pericolo la salute della persona. E' nella natura del pensiero cercare sempre di essere presente e trasformare ogni momento in esperienza. Se non c'è chi registra non si creano le esperienze ma restano solo le percezioni di piacere o dolore. Chi registra crea il ricordo che va a nutrire la memoria del sè che a sua volta si pone sempre come centro di osservazione in tutto ciò che accade.
ma tu preferiresti ( o chiunque altro)
sentire un dolore atroce eterno, ma non avere il pensiero
oppure
sentre un piacere estasiaco eterno, ed avere il pensiero?
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Il piacere psicologico non può esistere senza il dolore psicologico, l'uno è legato indissolubilmente all'altro proprio perchè dietro ad essi c'è sempre lo sperimentatore. Siamo liberi dal piacere e dal dolore solo quando lo sperimentatore non c'è.
Quando siamo totalmente attenti lo sperimentatore non c'è e le sensazioni di piacere e dolore finiscono come sono sorte senza lasciare traccia nell'io.
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- francesco678
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ma chi ha realizzato l'illuminazione, dovrebbe essere uscito dalla illusioria ed incessante costruzione mentale del tempoLOG ha scritto: Il piacere eterno non esiste così come non esiste il dolore eterno.
sa che non esiste il passato, e non esiste il futuro,
ma esiste solo l'eterno presente
Sa che il prima ed il dopo, sono costruzioni mentali illusorie fatte dalla mente, nell'eterno presente
Se io fossi un illuminato ed avessi questo maldidente, saprei che non c'è un prima ed poi , non c'è un inizio ed una fine,
non c'è un dopo, in cui io non avro piu questo maldidente
Saprei che l'unica cosa che esiste e questo eterno adesso, in cui sento questo maledetto maldidente
quindi un illluminato, poiche non ha piu lo sperimentatoreLOG ha scritto: Il piacere psicologico non può esistere senza il dolore psicologico, l'uno è legato indissolubilmente all'altro proprio perchè dietro ad essi c'è sempre lo sperimentatore. Siamo liberi dal piacere e dal dolore solo quando lo sperimentatore non c'è
non sente piu nessun piacere e nessun dolore?
LOG ha scritto: Quando siamo totalmente attenti lo sperimentatore non c'è e le sensazioni di piacere e dolore finiscono come sono sorte senza lasciare traccia nell'io.
qui devo ripetermi
perche dire «finiscono come sono sorte»
presuppone che esiste un prima ed un dopo,
ma per chi ha realizzato la illuminazione, ha raggiunto la consapevolezza che esiste solo l'eterno adesso
Se ha maldidenti, avra la consapevolezza,
che non esiste un tempo futuro,
nel quale tale maldidenti non ci sara piu,
cioe finira
analogo discorso per il tempo passato, quando è sorto
Quindi alla luce di tutto questo
o un illuminato non sente dolore e piacere, perche non ha piu lo sperimentatore
o se invece lo sente
o sara nella consapevolezza che tale dolore è eterno
oppure se sa che finira come è sorto,
significa che ancora crede nella illusione del tempo
ovvero, nel prima e nel dopo
Ed è qui che dobbiamo cercare delle congruenze
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Un illuminato, presumo, che provi dolore e piacere come tutte le persone su questa terra. Il passato ed il futuro esistono anche per lui nel momento in cui deve occuparsi di mangiare, dormire e mantenere una qualsiasi promessa. La differenza è che nel presente i suoi pensieri non mettono radici proprio perchè lo sperimentatore si è dissolto.
Quindi nei confronti di un mal di denti proverà lo stesso dolore e dovrà affrontare gli stessi problemi di tutti.
Ed anche lui prova il piacere ed il dolore che si produce con il corpo. Solo che non lo registra(riconosce) perchè è libero dalla ricerca del piacere e dallo sforzo di allontanare il dolore. E' molto semplice da capire.
Se smettiamo di cercare sempre qualcosa di diverso da quello che siamo o possediamo, se non interveniamo tutte le volte che proviamo piacere o dolore allo scopo di prolungarlo o di sfuggirlo quello che resta è attenzione priva di un centro.
Ecco quindi che un piacere che può essere iniziato ad esempio gustando del buon cibo svanirà appena finito il pasto perchè non essendoci lo sperimentatore quel piacere pur vissuto con i sensi non ha lasciato traccia nella mente.
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