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Domanda La nostra esperienza con un cancro al colon

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9 Anni 10 Mesi fa #28034 da feuxdartifice
Risposta da feuxdartifice al topic Re: La relazione tra zucchero e cancro

Imhotep ha scritto:

Nell' alimentazione anticancro da te citata ci sono solo due alimenti proteici: frutta secca e legumi. Come mai non vengono citati i cereali?
Per es S Ildegarda indica per le affezioni intestinali gravi, una cura a base di farro. Te lo dico perchè io da tre mesi esperimento la dieta alcalina e in queste situazioni tumorali, in cui c' è un calo ponderale importante, il mantenimento di una certa forma fisica accettabile è importante e con la dieta sopracitata ci si fa poco.

Dalle tue ricerche e lettura di Beliveau , i malati oncologici possono consumare anche cereali?



Io non ho illustrato il regime alimentare completo di mio padre, altrimenti, come hai giustamente notato, a quest'ora sarebbe decisamente magrolino! Mi sono limitato ad indicare alcuni alimenti specifici in funzione anticancerogena, che non possono mancare sulla tavola di chiunque voglia affrontare il mostro in maniera intelligente, ed altri da eliminare assolutamente.

Certamente i cereali fanno parte della dieta anticancro, purché integrali. Mio padre ama prepararsi minestre a base di orzo e farro, per esempio. Inoltre ha sostituito la pasta bianca con quella integrale, che non è mai integrale al 100% ma è sempre meglio di quella a base di farina 00. Lo stesso vale per il riso.
Per non parlare del pane: bandito per sempre quello bianco, ora mangiamo solo pane integrale di vari tipi (quindi a base di diversi miscugli di cereali: la varietà è sempre salutare) e di diverse "gradazioni", cercando di non scendere mai sotto a un livello del 60% nel contenuto di cereali integrali. A questo proposito, consiglio di leggere sempre con attenzione l'etichetta del prodotto che si acquista, perché taluni tipi di pane che riportano la dicitura integrale in realtà contengono una quantità minima di cereali integrali.
Una qualità di pane che utilizziamo da molto tempo è pane di segale quasi al 100%, proveniente dall'Olanda. Una miniera di fibre, vitamine del gruppo B, fosforo, magnesio, calcio e potassio.

Come fonti di proteine animali, mio padre consuma uova e tonno in scatola, sempre senza esagerare, e carne una volta alla settimana.



Mi hai tolto un grande cruccio.
All' inizio non avendo un buon orientamento e avendo letto di corsa il protocollo Gerson mi sono alimentato per 30 giorni essenzialmente di succhi di frutta e verdura. Ho perso svariati chili guidato dall' idea che il cancro bisognava affamarlo.

Questa dieta somministrata a tuo padre l' avete tratta dal libro di Beliveau?

E comunque ora anch' io ho adottato questa dieta di cui parli, anche se non mangio ne carne rossa, ne tonno ne uova. Devo ancora essere operato. Lo sarò a breve.

Grazie per l' apertura mentale, la serietà con cui hai reso pubblica questa tua esperienza, nata soprattutto dall' affetto che porti a tuo padre, al quale auguro una serena e lunga vecchiaia in salute.

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9 Anni 10 Mesi fa #28051 da Imhotep
Risposta da Imhotep al topic Re: La relazione tra zucchero e cancro
Come nota generale per chi vuole approfondire questi argomenti, consiglio la lettura sia di Béliveau (L'alimentazione anti-cancro) che di Servan-Schreiber (Anticancro).

Sono due libri diversi, che si integrano alla perfezione. Béliveau, con i suoi studi e le sue pubblicazioni scientifiche, è la fonte e l'ispirazione per i numerosi testi che ormai si trovano su questo argomento. Il suo libro è un'illustrazione sistematica e chiara degli alimenti dalle riconosciute proprietà anticancerogene, con la spiegazione dei relativi motivi.

Il libro di Servan-Schreiber, che si basa largamente sugli insegnamenti di Béliveau, è il racconto della sua esperienza personale da malato di tumore al cervello, con le varie fasi di consapevolezza che il paziente attraversa quando scopre il mondo della nutraceutica. E' meno sistematico ma ugualmente utile, approfondendo alcuni aspetti non trattati da Béliveau e con l'aggiunta di riflessioni più generali riguardanti anche l'atteggiamento mentale del paziente nei confronti della malattia e delle possibili concause psicologiche della stessa.

Un'ultima riflessione: nessuno dei due autori sconsiglia esplicitamente di sottoporsi alle cure oncologiche della MU. Semplicemente non prendono posizione, o esortano almeno a curare anche l'alimentazione secondo i princìpi esposti. La ritengo una scelta intelligente, utile a evitare l'ostracismo dei loro colleghi con relativa marginalizzazione.
Ma la verità viene fuori ugualmente: Servan-Schreiber racconta di un malato terminale di cancro al pancreas. Chiunque si occupi suo malgrado di tumori, sa cosa significano le parole "cancro al pancreas" (cioè: morte certa in breve tempo). Costui era un suo amico e, al Memorial Sloan-Kettering Cancer Center (uno dei migliori centri oncologici al mondo), gli erano stati pronosticati pochi mesi di vita.
Per farla breve, Servan-Schreiber interessò Béliveau del caso, chiedendogli se era ipotizzabile quantomeno fare guadagnare qualche mese di vita al paziente, magari con un lieve miglioramento della qualità della stessa prima della fine.
Béliveau, pur essendo scettico egli stesso (qui non parliamo di "guaritori", ma di uomini di scienza seri), accettò di mettere insieme un protocollo di cura, basato sull'assunzione di grandi quantità di molecole anticancerogene contenute in vari alimenti e sull'esclusione di qualunque alimento potenzialmente nocivo. Ebbene, poche settimane dopo aver cominciato la cura Béliveau, il paziente si alzò dal suo letto di morte (perché quello era), cosa che non gli riusciva da quattro mesi, e - dopo qualche tempo - ricominciò anche a uscire di casa. Sua moglie era completamente frastornata. Servan-Schreiber e Béliveau non credevano alle loro orecchie.
Risultato: questo signore, che si chiamava Lenny, sopravvisse altri quattro anni e mezzo, conducendo una vita pressoché normale e ricominciando persino a viaggiare. Il suo tumore si era stabilizzato ed era addirittura regredito di un quarto. Il suo oncologo diceva di non aver mai visto nulla di simile (come sempre).
A me pare alquanto chiaro chi ne esca vincitore tra cure della MU e nutraceutica.

Nel libro di Servan-Schreiber si trova la ricetta per un cocktail di alimenti anticancerogeni da assumere sotto forma di frullato nel caso si rendesse necessaria una terapia d'urto.
Inoltre, i due volumi citati sono ricchi di note bibliografiche che rimandano a studi e articoli scientifici: le possibilità per approfondire la materia non mancano.
I seguenti utenti hanno detto grazie : yagoo40, Midiclò, Zero, Marco R.

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9 Anni 10 Mesi fa #28057 da francois
Risposta da francois al topic Aggiornamenti
feux

ci sono alcuni punti che è bene tu debba ricordare:

il tuo problema è dovuto a una reazione dei tessuti alla tossicità presente nell'organismo.
Tale tossicità si è sviluppata a seguito di una alimentazione non corretta, stress, o altro,
a causa dei quali il fegato, per primo, ha accumulato tossine che non è riuscito a smaltire,
di conseguenza l'intestino si è intasato di cibo non digerito,
il colon ha accumulato detriti che hanno sviluppato tossine e veleni vari.

Alla luce di ciò, la prima cosa che deve interessarti oggi, ma anche per il futuro,
soprattutto per evitare recidive,
deve essere una buona pulizia del fegato
e una contemporanea pulizia del colon,
cose che puoi attuare da subito mediante l'uso dei sali di Epsom.
Ma cerca via Internet "lavaggio del fegato" e scegli le proposte che più ti sembrano
essere gradite.

Contemporaneamente è indispensabile abbattere l'acidosi dei tessuti
portando il pH a 7,2 - 7,3
che è la condizione di base per fermare qualunque attività cancerosa.

Inoltre, per prepararti all'intervento, sarà bene saturare l'organismo di C
per rendere meno stressante l'intervento e per
assicurarti una guarigione più veloce.

Ricorda poi che in questi forum si parla tanto di alimentazione e medicina ortomolecolare,
una parolona che alla fine non significa un bel niente,
se non un metodo di alimentazione basato sul consumo di
cibi di ogni genere,
naturalmente escludendo le spazzature,
e soprattutto su piccole quantità di ogni cibo
proprio perchè l'organismo ha bisogno di attingere quello che gli serve,
da più fonti possibili
per garantire il proprio fabbisogno.
Ricorda però che le diete proposte dai vari guru della alimentazione
trovano il beneficio che andrà verificato
perchè ogni persona ha delle caratteristiche proprie e uniche,
come uniche sono le impronte digitali.
Queste diete possono aiutare a scegliere dei piatti,
ma non vanno generalizzate per ognuno.

Poi, naturalmente, segui tutti i consigli che
ogni partecipante elargisce, sono certamente molto utili.
I seguenti utenti hanno detto grazie : feuxdartifice

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9 Anni 10 Mesi fa #28092 da feuxdartifice
Risposta da feuxdartifice al topic Re: La relazione tra zucchero e cancro

Imhotep ha scritto:
Nel libro di Servan-Schreiber si trova la ricetta per un cocktail di alimenti anticancerogeni da assumere sotto forma di frullato nel caso si rendesse necessaria una terapia d'urto.
.


La puoi pubblicare? Oggi intanto ho ordinato il libro di Beliveau .

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9 Anni 10 Mesi fa #28115 da adk
Risposta da adk al topic Re: La relazione tra zucchero e cancro
si, oggi proverò a cercare nelle librerie i libri di Beliveau e di Servan-Schreiber... dopo tanta lettura in formato digitale ho bisogno di sentire la carta tra le dita
ciao!

L' essenziale è invisibile agli occhi...

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9 Anni 10 Mesi fa #28129 da Imhotep
Risposta da Imhotep al topic Re: La relazione tra zucchero e cancro

feuxdartifice ha scritto:

Imhotep ha scritto:
Nel libro di Servan-Schreiber si trova la ricetta per un cocktail di alimenti anticancerogeni da assumere sotto forma di frullato nel caso si rendesse necessaria una terapia d'urto.
.


La puoi pubblicare? Oggi intanto ho ordinato il libro di Beliveau .



Volentieri (ho provato ad allegare un file pdf, sperando funzioni).

Ripeto che si tratta di un cocktail da utilizzare come terapia d'urto in aggiunta alla normale (ma sana) alimentazione. Suppongo che sia utile assumerlo quotidianamente per un certo periodo, per poi verificare se vi sono risultati concreti riscontrabili strumentalmente.
Purtroppo Servan-Schreiber si limita a pubblicare solo gli ingredienti, senza ulteriori dettagli. Va da sé che l'utilizzo di verdure crude è da preferire, altrimenti cotte al vapore per un tempo possibilmente breve.
Poi consiglio sempre di usare la testa: se, per esempio, troppo aglio ci dà malessere, ne ridurremo la quantità. Se soffriamo di favismo, evidentemente lasceremo fuori le fave verdi dall'intruglio. Se il cocktail risultasse troppo denso o di sapore troppo intenso (noi non lo abbiamo ancora sperimentato, quindi non saprei dire come si presenta), aggiungere tè verde, succo di arancia o persino acqua non può certo nuocere.
La curcuma si trova nei negozi biologici, come anche l'olio di lino. Per le foglie di tè verde, usare di preferenza quello di provenienza giapponese, qualità Sencha o Gyokuro (i più ricchi di EGCG).

Se procederai, sarei curiosissimo di conoscere le tue esperienze, che potrebbero risultare utili ad altri (noi compresi) in futuro. Sia per quanto riguarda il cocktail stesso (preparazione e assunzione), sia per quanto riguarda eventuali risultati concreti, che sono quelli che ci interessano più di ogni altra cosa.

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