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Domanda Alzheimer l'origine è nell'area che regola l'umore

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6 Anni 5 Mesi fa #57490 da Kito

Eva1984 ha scritto: Abbiamo gatti, oche, galline, capre.
Ma non li guarda.


Mi dispiace tantissimo, ma la tua risposta è proprio la dimostrazione che i consigli hanno sempre un valore relativo.

Grazie

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6 Anni 4 Mesi fa #57596 da Marco R.
INVERSIONE DEL DECLINO COGNITIVO: UN NUOVO PROGRAMMA TERAPEUTICO.

www.aging-us.com/article/100690/text

Sono passati un centinaio di anni da quando è stato ufficialmente riconosciuto il Morbo di Alzheimer, e per la medicina ufficiale non esiste ancora un trattamento.

Nel 2014 per la prima volta, i ricercatori della UCLA hanno sviluppato un programma in grado di invertire la perdita di memoria.
Non si tratta di un farmaco, ma di un nuovo approccio completo e personalizzato per il trattamento della perdita di memoria associata alla malattia di Alzheimer. I ricercatori precisano esattamente cosa si può fare per invertire le conseguenze cerebrali della malattia.

Nel rapporto del direttore dell'Easton Center dell'UCLA, il dr. Dale E. Bredesen, professore ordinario "Augustus Rose" di Neurologia, spiega come il Morbo di Alzheimer sia una malattia complessa, influenzata da molteplici fattori, tra i quali il sonno, la dieta, l'esercizio fisico, e altri. Tutti questi fattori contribuiscono all'equilibrio nella plasticità cerebrale.

Dieci pazienti con perdita di memoria (alcuni dei quali confermati dalle scansioni cerebrali), hanno partecipato a uno studio dell'UCLA chiamato MEND (Metabolic Enhancement for NeuroDegeneration).

Nel protocollo UCLA, i pazienti hanno modificato lo stile di vita in modo radicale, evitando i carboidrati semplici, il glutine, e gli alimenti trasformati, aumentando il consumo di pesce, prendendo parte a lezioni di yoga e meditazione per ridurre lo stress. Inoltre hanno aumentato le ore di sonno, hanno assunto melatonina, vitamina B12, vitamina D3 + olio di pesce e altri micronutrienti.

Nell'arco di 6 mesi, 9 pazienti su 10 hanno avuto un netto miglioramento di memoria; solo 1 paziente, alle prese con le ultime fasi del Morbo di Alzheimer, non ha mostrato miglioramenti.

Secondo i ricercatori dell'UCLA, i risultati suggeriscono che almeno nella fase iniziale, cambiando i processi metabolici di una persona, si può ripristinare la memoria e le funzioni cognitive.

Sei su 10 dei pazienti trattati, che in precedenza hanno interrotto la loro attività lavorativa, sono stati in grado di riprendere il proprio lavoro.

Gli autori dello studio hanno seguito alcuni pazienti per altri 2 anni e mezzo, constatando che i miglioramenti di memoria sono rimasti stabili nel tempo. Sono in corso progetti per condurre studi più ampi su questo programma terapeutico.

"Fa che il Cibo sia la tua Medicina e che la Medicina sia il tuo Cibo" [Ippocrate]
I seguenti utenti hanno detto grazie : yagoo40, Alernd, miciofelix, Kito

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6 Anni 4 Mesi fa #57621 da Alernd
Bere una bevanda nutrizionale ogni giorno può aiutare le persone affette da sindrome di Alzheimer con AD molto precoce (pre-demenza), a conservare la memoria, incrementare la capacità di pensare e svolgere le normali attività quotidiane, come ad esempio pagare le bollette. Forse gli aspetti più preoccupanti della malattia.

Il progetto LipiDiDiet
Lo rivela una ricerca clinica finanziata dal Settimo programma quadro della Commissione europea, durata due anni e randomizzata in tutto il mondo. La sperimentazione, chiamata LipiDiDiet, ha permesso di appurare che assumere ogni giorno una bevanda nutrizionale può contribuire a ridurre il restringimento del cervello - in particolare nella zona del cervello dell'ippocampo, la parte del cervello che aiuta memorizzare i ricordi a breve termine per il recupero a lungo termine - nei pazienti affetti da pre-demenza. A guidare la sperimentazione il professor Hilkka Soininen, docente in Neurologia MD, PhD presso l'Università della Finlandia orientale. Coordinatore il professor Hartmann, della Saarland University della Germania.


Il Morbo di Alzheimer prende il suo nome dal neurologo tedesco Alois Alzheimer che nel 1907 ne descrisse per primo le caratteristiche. Con questo nome si intende una sindrome a decorso cronico e progressivo che colpisce circa il 5% della popolazione al di sopra dei 65 anni, che costituisce la causa più comune della demenza senile. La patologia invade in modo progressivo le cellule del cervello, causando un deterioramento non reversibile di tutte le funzioni cognitive superiori, ovvero della memoria, il ragionamento, il linguaggio e le normali attività quotidiane. Ad esserne affette sono quasi 47 milioni di persone e ad oggi non esiste nessuna cura reale. Questo numero è destinato a raddoppiare ogni 20 anni, raggiungendo 74,7 milioni nel 2030 e 131,5 milioni nel 2050.

Cos'è la bevanda nutrizionale
Se non un rimedio, un buono strumento per tenere sotto controllo la malattia viene proprio dai risultati del progetto LipiDiDiet e dalla bevanda nutrizionale. Si tratta di un particolare alimento destinato a fini medici speciali che contiene "Fortasyn Connect", una specifica combinazione di nutrienti. Un vero mix di acidi grassi omega 3 (acido eicosapentaenoico- EPA, e docosaesaenoico- DHA), fosfolipidi, colina, uridina monofosfato, antiossidanti vitamina E, vitamina C e selenio, vitamine del gruppo B: B6, B12 e acido folico, in grado di stimolare la formazione, il mantenimento e il funzionamento dei collegamenti tra i neuroni.

Il "Fortasyn Connect"
Fortasyn Connect è stato selezionato da un consorzio di ricercatori di primo piano provenienti da 19 istituti europei, il tutto attraverso uno studio di 24 mesi, randomizzato, controllato, che ha coinvolto 311 pazienti - sulla base dei suoi risultati in un precedente progetto UE (Lipidiet).

Il parere degli esperti
Per il professor Hilkka Soininen "i risultati di oggi sono estremamente preziosi in quanto ci aiutano a comprendere l'impatto degli interventi nutrizionali su molto AD precoce (pre-demenza), che ora possiamo diagnosticare, ma trattare a causa della mancanza di opzioni farmaceutiche approvati. Non vediamo l'ora i risultati delle analisi successive che forniranno ulteriori approfondimenti". Per il coordinatore del progetto, Tobias Hartmann, di per sé "la dieta può ridurre il rischio di sviluppare demenza. In effetti, è stato riscontrato che alcuni nutrienti possono avere un effetto neuroprotettivo sul cervello.

Tuttavia tradurre questo in un efficace prodotto non è stato facile, perché le singole sostanze nutritive semplicemente non sono abbastanza potenti per combattere una malattia come l'Alzheimer da solo". Un risultato sicuramente interessante in quanto "dimostra che, in assenza di opzioni farmacologiche efficaci, abbiamo davvero trovato qualcosa che può contribuire a rallentare alcuni dei sintomi più angoscianti in AD molto precoce (pre-demenza), soprattutto in coloro che hanno iniziato l'intervento precoce. In effetti quei pazienti che hanno perso la funzione cognitiva, almeno hanno più da guadagnare".

Fonte: www.paginemediche.it/benessere/corpo-e-m...onservare-la-memoria
I seguenti utenti hanno detto grazie : Marco R., Kito

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6 Anni 4 Mesi fa - 6 Anni 4 Mesi fa #57729 da CMN
Ho una news per quanto riguarda il trattamento dell'Alzheimer.
Ad una signora anziana hanno iniziato a dare da poco una cura
di megadosi di vitamina B1 per bocca e la signora (che non parlava più) ha ricominciato a parlare.
Direi che è un risultato interessante, anche se non è una soluzione, ovviamente.
La B1 ha una potente azione neuroprotettiva sul SNC e pare attiva nella maggior parte delle patologie neurodegenerative (tranne la SLA).
Sarebbe interessante associarvi l'azione di scavenger attivi a livello cerebrale e magnesio treonato, imho.
Ultima Modifica 6 Anni 4 Mesi fa da CMN.

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