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Domanda Alzheimer l'origine è nell'area che regola l'umore

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7 Anni 2 Settimane fa #54616 da Ferruccio
Aggiungo qualche informazione:

La scienza ci insegna che esistono varie decine di forme di demenza
che sono raggruppate sotto la definizione di malattia di Alzheimer.
Nella maggioranza dei casi il cervello dei malati di Alzheimer sperimenta
la demielinizzazione progressiva, e la perdita di capacità mentali
come la mielina è persa.
La degenerazione del cervello nella malattia di Alzheimer
è simile alla SLA e al Parkinson.
Dalla ricerca nelle biopsie di tutti e tre questi disordini si riscontrano
livelli anormalmente elevati di calcio, silicio e alluminio nel cervello
dove l’alluminio inibisce l’attività della cellula a livello di membrana e
comporta infiammazioni a livello della mielina.
Anche il ferro ossidato fa sinergia con l’alluminio.
La cellula perde la capacità di elaborare il glucosio necessario al cervello,
non produce ATP, e la malattia progredisce.
Il magnesio sviluppa un forte effetto protettivo che viene migliorato
dall’acqua a pH basico.
(Tralascio altre descrizioni).

Nota che avevo rilevato da qualche trattato:
Ci sono migliaia di malattie, ma solo una è la salute. La medicina moderna studia le malattie e i luoghi ma dà molto poca attenzione per la salute. Poi si tenta di rimuovere la malattia senza creare allo stesso tempo la salute. In effetti, i trattamenti medici spesso distruggono ulteriormente la salute. Senza la salute, lo stato libero dalla malattia ha un fondamento molto debole. Per aumentare la durata della vita è necessario lavorare sulla "durata della salute".

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6 Anni 10 Mesi fa #55946 da alex86
per Riassumere siccome ho un parente affetto...
che integrazioni si possono fare per rallentare
o prevenire Demenza o Alzheimer...?

"Not all cakes comes with hole"

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  • Clara
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6 Anni 10 Mesi fa - 6 Anni 10 Mesi fa #55959 da Clara
La mia amica di recente ha portato la madre a una visita da uno dei medici che applica il protocollo Coimbra.

La dose di vitamina D data è solo 10.000 (ma solo perchè sarebbe difficile gestire per questa donna a dosi più elevate la dieta ipocalcica senza sbagliare)
Sono stati suggeriti
Coenzima 10 a 3 capsule al giorno
Olio di cocco 3 cucchiai al giorno.
Vitamina K2
Magnesio
Sulla Mucuna Dopa ha detto che ci sono molti studi interessanti e che si può provare.

La signora prende anche silicio organico. E ora sua figlia sta considerando di introdurre l'olio di cannabis , il CDB che pare ostacoli la Beta Amiloide, oltre a dare senso di rilassamento.

Fondamentale è che fare esercizi di scrittura e lettura ogni giorno, ascoltare musica e camminare.
Ultima Modifica 6 Anni 10 Mesi fa da Clara.
I seguenti utenti hanno detto grazie : alex86, miciofelix

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6 Anni 10 Mesi fa #55971 da Ricercatore3
Risposta da Ricercatore3 al topic Alzheimer l'origine è nell'area che regola l'umore
Buongiorno, pensando ai medici certe volte mi chiedo, sono persone che ragionano oppure agiscono senza pensare?

Ne abbiamo già parlato, ma cerchiamo di approfondire ulteriormente le cause che possono provocare la Malattia di Alzheimer.

Già da alcuni anni, dal 2011, sappiamo che a causa delle frequenti APNEE che si verificano nel sonno notturno, causate dalla roncopatia (russare), la Carenza di Ossigeno al Cervello che si ripete negli anni, in alcune Persone provoca la neurodegenerazione che indica certi danni Cerebrali riconducibili anche alla Malattia di Alzheimer.

Per la cura di questi Danni Cerebrali i Ricercatori e i Medici dell'Ospedale San Raffaele di Milano hanno pensato giustamente di suggerire la Ventilazione a Pressione Positiva d'Aria utilizzando la macchina ventilatrice chiamata C-pap, in questo modo, l'aria respirata tramite la mascherina della C-pap impediva le apnee notturne e la Persona poteva riposare in tranquillità.

Dopo alcuni mesi di questa importante e regolare Terapia, con degli esami diagnostici i Medici del San Raffaele hanno riscontrato la CRESCITA DELLE AREE CEREBRALI PRECEDENTEMENTE DETERIORATE DALLA CARENZA DI OSSIGENO PROVOCATA DALLE APNEE NEL SONNO NOTTURNO.
Dunque appare incontestabile che, Aumentando Stabilmente la Ossigenazione Cerebrale le Cellule del Cervello ritornano Sane e la Neurodegenerazione che si riscontra anche nell'Alzheimer Regredisce.

Ma allora perché i Medici continuano a non capire come si Cura Risolutivamente l'Alzheimer e altre Demenze?

Forse perché la Cura con l'Ossigeno non è remunerativa? O cos'altro?

Buona Giornata

www1.adnkronos.com/Archivio/AdnSalute/20...-cervello_141232.php

www1.adnkronos.com/Archivio/AdnSalute/20...ervello-2_141232.php

www.alzheimer-riese.it/contributi-dal-mo...llegata-allalzheimer

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6 Anni 10 Mesi fa #56065 da Clara
TRovato questo:

Ricerca: equipe italiana cura l'Alzheimer con una tossina prodotta dall'Escherichia coli

Uno studio ha dimostrato, in via sperimentale, che una tossina prodotta da un batterio presente nel nostro intestino sembra essere in grado di far regredire, sino alla scomparsa, i sintomi del Morbo di Alzheimer e probabilmente anche di altre tipologie di demenza

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24 giugno 2013

Ricerca: equipe italiana scopre l'importanza di una tossina prodotta dal batterio "Escherichia coli" per una possibile cura dell'Alzheimer.

In Italia sono 600.000 le persone affette dal morbo di Alzheimer, una malattia degenerativa che colpisce il cervello causando, gradualmente, la morte delle cellule cerebrali. Ogni anno, nel nostro Paese, sono diagnosticati dagli 80 ai 100.000 nuovi casi. Si tratta di un processo patologico irreversibile per il quale non esiste - ad oggi - una terapia risolutiva, ma solo la possibilità - con i farmaci appropriati - di ritardare il processo di degenerazione e di morte delle cellule del cervello. Recentemente però uno studio di ricercatori del dipartimento del farmaco dell'Istituto superiore di sanità insieme con quelli del dipartimento di farmacia e biotecnologie e del dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell'università di Bologna, ha dimostrato - ancora solo in un modello animale della malattia - che una tossina prodotta dall'"Escherichia coli", un batterio presente nel nostro intestino, sembra essere in grado di far regredire, sino alla scomparsa, i sintomi del morbo di Alzheimer e probabilmente anche di altre tipologie di demenza.

Rappresenta circa il 70% delle demenze progressive diagnosticate negli adulti del nostro Paese. 600.000 sono le persone che ne sono affette, in Italia, ed il loro numero cresce di 80/100.000 unità all'anno. Stiamo parlando del morbo di Alzheimer, una malattia neurologica degenerativa - a carattere progressivo - che attacca le cellule cerebrali e le uccide.

La malattia insorge in modo insidioso e lento e - spesso - i suoi sintomi sono scambiati per condizioni legate al normale processo d'invecchiamento della persona.

La causa del morbo di Alzheimer non è ancora del tutto chiara, ma prende sempre maggiore consistenza l'ipotesi di una sua origine generica. Si sa comunque che i sintomi sono dovuti a una diffusa distruzione di neuroni, causata principalmente dalla "betamiloide", una proteina che, depositandosi tra i neuroni, agisce come una sorta di collante, inglobando placche e grovigli "neurofibrillari". Tutto ciò insieme ad una forte diminuzione - nel cervello - di acetilcolina, un neurotrasmettitore fondamentale per la comunicazione tra neuroni, e dunque per la memoria e ogni altra facoltà intellettiva.

Lo studio

Come abbiamo scritto per questa grave patologia neurologica non esiste - ad oggi - una cura definitiva, ma solo una terapia farmacologica ritardante dei suoi effetti devastanti. Ciononostante molti studi e ricerche vengono intrapresi, in tutto il mondo, per tentare di arrivare ad una soluzione del problema.

Uno di questi studi è stato recentemente pubblicato su un'importante rivista scientifica, "PloS One" ( www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10....journal.pone.0065898 ).

Il lavoro si deve a due equipe di ricerca italiane, quella del dipartimento del farmaco dell'Istituto superiore di sanità e quella del dipartimento di farmacia e biotecnologie e del dipartimento di scienze mediche e chirurgiche dell'università di Bologna.

I ricercatori hanno scoperto - lavorando su di un modello animale della malattia - che un batterio presente nel nostro intestino, l'Escherichia coli" - attraverso una tossina che produce, la CFN1 - è in grado di invertire i sintomi della malattia, sino a farli scomparire del tutto. Una sola dose della CNF1 è stata sufficiente infatti - per ora, ripetiamo, solo in un modello animale della malattia - per migliorare efficacemente il deficit di memoria spaziale e quello legato all'elaborazione delle emozioni, due dei sintomi che accomunano diverse forme di demenza, tra cui il morbo di Alzheimer.

Lo studio ha dimostrato che nella flora batterica presente nell'intestino - nella quale si trova l'"Escherichia coli", insieme ad una colonia di microrganismi con un patrimonio genetico 100 volte superiore a quello umano - potrebbe, in futuro, trovarsi la chiave di volta del "problema Alzheimer", dimostrando così come sia reale - nel nostro organismo - un rapporto stretto tra il cervello e l'intestino (definito spesso come il "secondo cervello umano").

"Nel corso delle nostre ricerche" - spiega la dottoressa Carla Fiorentini, coordinatrice del gruppo di ricerca dell'Istituto superiore di sanità - "avevamo già evidenziato come il CNF1 potesse stimolare la plasticità cerebrale e combattere i deficit cognitivi e di coordinazione in un modello murino per la sindrome di Rett,, malattia rara del neurosviluppo".

Come ricorda un articolo riguardante lo studio, pubblicato sulle pagine salute dell'edizione on line del quotidiano "Il Sole 24 Ore":

"C'è poi l'interferenza genetica.". "Alcuni soggetti sono portatori di un gene anomalo, ApoE4, che causa un cortocircuito nell'utilizzo da parte del corpo di colesterolo, glucosio e può provocare processi infiammatori, gli stessi che a cascata determinano i "guasti" cerebrali.". "La presenza di ApoE4 può raddoppiare il rischio di ammalarsi di Alzheimer, ma sembra collegata anche ad altre patologie, dalla sclerosi multipla al parkinson.". "Per questo la scoperta dei benefici della molecola potrebbe aprire la strada a nuovi farmaci, se confermata negli uomini.". "Il nostro studio - commentano i ricercatori - apre nuovi scenari nella lotta contro una delle più devastanti malattie dei nostri giorni".



Fonti:

Le informazioni riportate sono tratte - salvo diversa indicazione - dalle pagine salute del sito web del quotidiano Il Sole 24Ore ( www.salute24.ilsole24ore.com ),.
I seguenti utenti hanno detto grazie : miciofelix

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6 Anni 5 Mesi fa #57470 da Eva1984
Scusate ma sono preoccupata.
Un mio parente affetto da Alzheimer mangia di continuo sia fuori pasto sia a pasto.
Come posso aiutarlo??

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