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Domanda Psicoterapia o psicanalisi?

  • Cecilia
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9 Anni 2 Mesi fa #38118 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Sotto questo punto di vista va benissimo ma rimane questo

La psicoterapia indirizza, consiglia, tenta di individuare percorsi e di rendere l'io più FORTE.
La psicanalisi non indirizza, non consiglia nè indica percorsi idonei, per la psicanalisi l'io non è da fortificare. (anche se certa psicanalisi statunitense ha preso questo indirizzo)


stando a quanto sopra si potrebbe pensare che la psicoterapia sia, in un certo senso, migliore della psicanalisi.
Ripeto, che non é mia intenzione polemizzare ma solo cercare di capire.

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9 Anni 2 Mesi fa #38120 da Nemo67
Risposta da Nemo67 al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Alla faccia della Psicoterapia e della Psicoanalisi,consiglio vivamente gli studi (e le applicazioni) del Dr Abrahm Hoffer in merito ai disturbi psichici e alla nutrizione (ma guarda un po..).

Ovvero la Niacina questa sconosciuta.

Per inciso,il Dr Hoffer sta alla Niacina (vit B3) come il Dr Paulig sta alla vit C.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Cecilia

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9 Anni 2 Mesi fa #38122 da Laura80
Risposta da Laura80 al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Dico anch'io la mia su un tema che mi interessa molto, e ringrazio Clara che ogni tanto fa in modo che se ne parli...

Non sono d'accordo con tutto quello che Clara ha riportato nel suo intervento. In particolare non credo che TUTTA la psicoterapia abbia come obiettivo la risoluzione del sintomo, anzi.
Esiste un ampio ventaglio di psicoterapie, tra queste la psicoterapia a orientamento analitico condivide con la psicoanalisi tutti i presupposti teorici e le regole tecniche. L'unica cosa che distingue le due forme di intervento è il setting: perché si possa parlare di psicoanalisi è necessaria una certa frequenza delle sedute (non meno di 3 a settimana). Una volta anche l'uso del lettino rientrava tra le peculiarità della psicoanalisi, ora non più, nel senso che anche gli analisti utilizzano spesso il setting vis a vis, soprattutto con certe tipologie di pazienti e in fasi specifiche del percorso analitico.
Si può dire quindi che molti psicoanalisti fanno anche psicoterapia (a orientamento analitico) e molti psicoterapeuti utilizzano teorie e tecniche analitiche nel costruire un percorso di cura.
Notare bene che ho utilizzato il termine CURA, non GUARIGIONE.

Da questo punto di vista infatti condivido appieno quanto detto da Clara: molta parte della psicoterapia attuale (non parliamo poi della psicologia) ha come obiettivo quello della guarigione, dove purtroppo per guarigione si intende quello che diceva Clara: la normalizzazione, la rimozione del sintomo.
La psicoanalisi non si preoccupa invece di sopprimere il sintomo, tutt'altro: in analisi il sintomo viene fatto parlare, gli si dà voce e possibilità di esprimersi, di dire cioè qualcosa di quella parte inconscia del soggetto che prima non trovava altra via d'espressione.
Questo può a volte significare che il sintomo scompare, per il semplice motivo che non ha più bisogno di esistere: il soggetto ha trovato un altro modo per dire le stesse cose, per es. attraverso le parole (e non gli agiti).
Altre volte il sintomo rimane, ma a differenza di prima ha acquisito senso, e spaventa meno.
Se penso al mio percorso analitico alcuni sintomi sono scomparsi, altri no, ma sono contenta che mi possano parlare, ora mi ascolto.

Un appunto poi sul termine educare, che mi sembra abbia, nelle parole di Clara, una connotazione negativa...non è così.
EDUCARE è un termine che viene dal latino, e significa letteralmente "portare fuori". Educare significa aiutare il soggetto a fare emergere qualcosa che è già dentro di lui, che gli appartiene profondamente.
Purtroppo l'attuale deriva perversa della scuola ci ha fatto pensare all'atto educativo come a un atto di omologazione, per cui si diventa tutti uguali, perché a tutti vengono "messe dentro" le stesse nozioni. Niente di più lontano dall'educazione.
Se una psicoterapia educasse farebbe il suo mestiere. Quando normalizza e standardizza, appiattendo il soggetto e cancellando le sue più profonde espressioni (fra cui i sintomi), non è psicoterapia. Consiglio a tutti di leggere, per approfondire questo aspetto, il bellissimo libro "L'ora di lezione" dello psicoanalista Massimo Recalcati, che illustra bene questi aspetti.

Per quanto riguarda il rafforzamento dell'Io...dobbiamo intenderci su cos'è l'Io. Clara penso facesse riferimento in particolare al lavoro della psicoanalisi americana, che ha enfatizzato questa struttura. Se ne potrebbe parlare a lungo...per essere brevi: l'Io non è la persona, solo una sua parte. Va bene allora rafforzarlo, ma non deve essere fatto a scapito di altro...

Infine, rispetto alla notazione di Nemo: concordo sull'importanza degli studi di Hoffer, mai abbastanza studiati purtroppo dagli psichiatri, che continuano a rifilare porcherie. Da qui però a risolvere tutto il tema della natura umana e della conoscenza di sé con la niacina ce ne passa...

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9 Anni 2 Mesi fa - 9 Anni 2 Mesi fa #38123 da elena
Risposta da elena al topic Psicoterapia o psicanalisi?
La psicanalisi va a caccia delle motivazioni dell'inconscio ( e dura per sempre o quasi, più scavi più trovi, e si attraversano diverse fasi) si usa nel trattamento dei disturbi nevrotici, è la classica psicologia della motivazione umana, della motivazione inconscia nel comportamento. Molte correnti, la differenza è nel trattamento. Per tornare al l'esempio di cui sopra, un individuo può persino essere consapevole della presenza di certe motivazioni ( chi ha una mente osservatrice e riflessiva accede facilmente a questo livello di indagine), ma non della loro importanza. Può rendersi conto di lavorare sodo, per es, di amare il successo ma di non accorgersi di quanto la sua ambizione sia spinta e fino a che punto sia incapace di accettare la sconfitta o capire che non è il lavoro che avrebbe veramente voluto fare, a dispetto dell'apparente successo ottenuto, e che magari la causa risiedeva nel suo bisogno desiderio di essere accettato e amato dal padre. Per cui non necessariamente il motivo deve essere inconscio pur essendo inconsce le distorsioni che lo determinano. Insomma la psicoanalisi ha la pretesa di farti affrontare senza infingimenti le origini irrazionali ed emozionali profonde dell agire. La cura consiste nello smascheramento di queste cause primarie.
Esistono pertanto approcci psicoanalitici, comportamentisti, cognitivisti, trans personali ecc ecc che vengono anche variamente integrati, a volte con la psicoterapia e la terapia fisica.

poiché atteggiamento convinzioni e comportamento spesso divergono si producono squilibri e dissonanze, che comportano patologie di vario tipo, fisiche ed emotive, con atteggiamenti nevvrotici - paranoici o schizoidi- dovute a distorsioni sulla percezione di ciò che si è. Se le motivazioni vengono analizzate in base alle opinioni di sè e alle aspirazioni, ai valori, la dissonanza stridente potrebbe comportare anche un cambiamento per diminuire questa pressione, chiamata in letteratura dissonanza cognitiva. Maslow ha introdotto il concetto di gerarchia dei motivi, affermando che la tendenza all'autorealizzazione può avere libero corso solo dopo che sono stati soddisfatti i bisogni primari (fisiologici e di sicurezza). Questo tipo di interpretazione della motivazione rappresenta la sfida alle teorie analitiche precedenti e più contemporanee, che vengono accusate di non considerare l'uomo e la donna al massimo delle loro possibilità. Ma, ripeto, i percorsi possono essere misti e prevedere tecniche e analisi, anche e soprattutto nel caso della psicosintesi.

La psicoterapia salta questo processo e pragmaticamente tenta di risolvere il problema: si tratta di tecniche essenzialmente di due tipi (le chemioterapiche richiedono uso di farmaci e sostanze ortomolecolari) che desensibilizzano in un certo senso (se ne fregano delle cause) e ti fanno raggiungere l'obiettivo per il quale sei andato in terapia (ha sempre durata circoscritta, a volte le psicoterapie veloci sono realmente veloci), tramite vari processi di comunicazione, cercando di 1) accettare i propri sentimenti (l'emozione che turba è in parte dovuta alla sensazione di non aver risposto alle aspettative, per cui fa paura, si cerca quindi di sfuggirla negandola. Mentre si può accettare le emozioni spiacevoli come non umilianti e perfettamente normali, senza provare vergogna. La negazione comporta grandi conflitti interni. Poiché la paura è un serpente che si morde la coda, autoalimentandosi finisce per accrescerne l'impatto fisiologico. Allora è meglio accettarla quando si presenta e poi lasciarla andare)
2) quando le circostanze impediscono la libera espressione emotiva si possono accettare sfoghi alternativi (chi non sa che per evitare tensioni si ricorre spesso all'esercizio energetico in palestra? O il passo veloce? Ecco, questo è un modo sostitutivo di manifestare emozioni di collera o eccitazione)
3) individuando le occasioni che determinano una eccessiva reazione emotiva si può imparare a evitarla o a cambiare la risposta emotiva da negativa a neutra o positiva, manipolandone l'energia (tramite visualizzazioni continuative ci si proietta nelle situazioni di stress e si impara a vederle sotto un'altra luce, tale da nn provocare più tensione esagerata, oppure se si è estremamente consapevoli dei propri difetti ciò ci rende incredibilmente sensibili alle critiche altrui, e questa è una delle forme del meccanismo di proiezione. )


I meccanismi dell'auto inganno e del l'illusione sono talmente estesi, la motivazione inconscia talmente reale e fonte principale di ogni reazione, che è a volte difficile risolvere da soli il problema che ci affanna anche inconsciamente da lungo tempo, procurandoci deleteri effetti sul fisico che ne subisce in modo "diretto" e a volte drammatico l'influenza
Spessissimo ho parlato, abbiamo parlato di metamedicina, costellazioni familiari, nuova medicina germanica, omeodinamica quantistica dei sentimenti, terapie della comunicazione ( tipo Mereu e Jodorovsky) come di quelle discipline o terapie che da ultimo tentano di dare risposte alle motivazioni inconsce alla base delle malattie, offrendo spunti di riflessione o azioni di esternazione spesso a forte impatto sul l'inconscio, per guarire: questo significa essenzialmente una cosa. Chi è arrivato a sentire forte e urente il desiderio di scavare e indagare tali motivazioni (sebbene con tecniche o analisi diverse) vuole affermare innanzitutto l'appropriazione di tutte le case dell'Io, (l'essere nella sua interezza) per essere libero da condizionamenti non portati alla luce della coscienza.
Se si fa luce, il buio sparisce, il conflitto sparisce, la malattia si dissolve per alleggerimento della morsa inconscia (il buio appunto).
Ultima Modifica 9 Anni 2 Mesi fa da elena.

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9 Anni 2 Mesi fa - 9 Anni 2 Mesi fa #38125 da Clara
Risposta da Clara al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Cara Cecilia, sei presa da un piccolo equivoco, la mia intenzione era mostrare un ovvia differenza tra le due pratiche a favore di quel processo sovversivo che è la psicanalisi. La parola diseducazione ha una accezione del tutto positiva, la scoperta dell'inconscio e l'avvento della psicanalisi è quanto di più sovversivo sia accaduto nel mondo perchè fa incontrare il soggetto con la propria verità nascosta.E' chiaro che è un bene che il tizio di cui si parlava scopra finalmente i motivi reali che riguardano il suo problema. :)

La psicoterapia generalmente consola, conforta, solleva, indica, consiglia, lavora sugli aspetti del conscio e sulla rimozione dei sintomi.. Per molti è preferibile a un percorso più "duro" ma più significativo che è l'esplorazione del proprio inconscio che avviene durante la psicanalisi. Ma è questa che dà l'opportunità di avere quell'incontro con se stessi "stupefacente", è la condizione psicanalitica che può andare ad aprire i "reparti chiusi", è lì che si può venire a sapere ciò che di se stessi non si sapeva, ciò che riguarda il proprio desiderio più autentico, e che per tanti motivi era muto (e perciò parlava attraverso differenti sintomi).

Ciao Laura, grazie del tuo intervento.E' vero ed è corretto puntualizzare che ci sono terapie psicoterapeutiche a indirizzo psicanalitico, ed è vero che ci sono persone per le quali è meglio un indirizzo piuttosto che un altro.Così come è vero che ci sono psicanalisti che dovrebbero cambiare mestiere...Sul setting e il numero di sedute, beh le cose non stanno più come un tempo, fare 3 sedute alla settimana sarebbe ideale ma ha costi troppo alti, io ad esempio sto andando in psicanalisi, ma vado una volta la settimana.
Come avrai avuto modo di intuire sono tra quelli che amano il pensiero di Jaques Lacan che ha "riletto" Freud , e non solo, ma anche la filosofia da un punto di vista psicanalitico.Il suo pensiero è un dono all'intelligenza.
Consiglio una ultima opera che è uscita, tradotta da Antono Di Ciaccia, sono tre brevi conferenze di un ancor giovane Lacan," Io parlo ai muri". E "Sette conversazioni con Lacan" di Srgio Benvenuto, veramente bello e chiaro.

Caro Nemo si sta parlando qui di una dimensione diversa da quella che indichi citando Hoffer.
Ultima Modifica 9 Anni 2 Mesi fa da Clara.

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9 Anni 2 Mesi fa #38127 da Laura80
Risposta da Laura80 al topic Psicoterapia o psicanalisi?

Clara ha scritto: Cara Cecilia, sei presa da un piccolo equivoco, la mia intenzione era mostrare un ovvia differenza tra le due pratiche a favore di quel processo sovversivo che è la psicanalisi. La parola diseducazione ha una accezione del tutto positiva, la scoperta dell'inconscio e l'avvento della psicanalisi è quanto di più sovversivo sia accaduto nel mondo perchè fa incontrare il soggetto con la propria verità nascosta.E' chiaro che è un bene che il tizio di cui si parlava scopra finalmente i motivi reali che riguardano il suo problema. :)

La psicoterapia generalmente consola, conforta, solleva, indica, consiglia, lavora sugli aspetti del conscio e sulla rimozione dei sintomi.. Per molti è preferibile a un percorso più "duro" ma più significativo che è l'esplorazione del proprio inconscio che avviene durante la psicanalisi. Ma è questa che dà l'opportunità di avere quell'incontro con se stessi "stupefacente", è la condizione psicanalitica che può andare ad aprire i "reparti chiusi", è lì che si può venire a sapere ciò che di se stessi non si sapeva, ciò che riguarda il proprio desiderio più autentico, e che per tanti motivi era muto (e perciò parlava attraverso differenti sintomi).

Ciao Laura, grazie del tuo intervento.E' vero ed è corretto puntualizzare che ci sono terapie psicoterapeutiche a indirizzo psicanalitico, ed è vero che ci sono persone per le quali è meglio un indirizzo piuttosto che un altro.Così come è vero che ci sono psicanalisti che dovrebbero cambiare mestiere...Sul setting e il numero di sedute, beh le cose non stanno più come un tempo, fare 3 sedute alla settimana sarebbe ideale ma ha costi troppo alti, io ad esempio sto andando in psicanalisi, ma vado una volta la settimana.
Come avrai avuto modo di intuire sono tra quelli che amano il pensiero di Jaques Lacan che ha "riletto" Freud , e non solo, ma anche la filosofia da un punto di vista psicanalitico.Il suo pensiero è un dono all'intelligenza.
Consiglio una ultima opera che è uscita, tradotta da Antono Di Ciaccia, sono tre brevi conferenze di un ancor giovane Lacan," Io parlo ai muri". E "Sette conversazioni con Lacan" di Srgio Benvenuto, veramente bello e chiaro.

Caro Nemo si sta parlando qui di una dimensione diversa da quella che indichi citando Hoffer.



Ciao Clara,
sul setting e sul numero delle sedute le cose non stanno più come un tempo (cioè non stanno più come ai tempi di Freud, che di sedute ne faceva 5 a settimana, infatti l'analisi durava a volte anche 6 mesi) ma stanno ancora come ho detto prima...lo dice una che ha dovuto certificare la "qualità" del suo percorso a una società analitica.
Con una frequenza di una volta a settimana non si può parlare di analisi, almeno da un punto di vista accademico, ma non solo: una frequenza maggiore ha il significato di diminuire sempre di più in seduta lo spazio che viene dedicato ai fatti della vita quotidiana per aumentare quello che viene dedicato invece ai fatti dell'inconscio. È noto infatti che più aumentano le sedute più aumentano i sogni, le associazioni, lo spazio insomma per l'inconscio. Banalmente: in una settimana succedono un sacco di cose, se ci si vede ogni 2 giorni ci sono meno fatti esterni da raccontare.
Questo non toglie certo valore a un percorso settimanale, e all'orientamento analitico che lo anima.

Amo anch'io Lacan, peraltro la psicoanalisi lacaniana è quella più particolare da un punto di vista tecnico, anche se non tutti gli psicoanalisti lacaniani applicano ancora tutte le regole tecniche di Lacan.

Spero mi perdonerete se sono così pedante, ma questo è uno di quei famosi "sintomi" che neanche l'analisi è riuscita a scalfire... :blush:

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