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Domanda Psicoterapia o psicanalisi?

  • Cecilia
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9 Anni 2 Mesi fa #38204 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Psicoterapia o psicanalisi?
No, Clara, mi spiace se tra le righe si pensa che ci sia rancore
fatto é che non siamo tutti uguali, ma veramente, ci sono persone che amano il giallo o il rosso e altre che solo a guardare questi colori si sentono male oppure non vedono altro che colori, ci sono persone che hanno il piacere di essere prese per mano e altre che invece si intestardiscono e vogliono trovare la strada da soli.
Non so se é polemica cosa é venuta fuori ma non penso che questa sia stata l´intenzione di Elena e mia di sicuro no.
Il video che ho postato ha per me un´enorme importanza, fino ad allora e per moltissimi anni ero stata buddista ma dopo quelle parole di Krishnamurti non lo sono stata piú, la filosofia buddista improvvisamente mi strinse la gola e da allora non ho teacher, guru o filosofia ma solo me stessa, che basta e avanza.

Lo specchio, che io spesso cito, e l´immagine, il coraggio e la follia di non mentire a se stessi, il coraggio e la follia di guardare i fatti nudi e crudi, belli e brutti, sempre e comunque.
Ma non siamo tutti uguali, sarebbe una noia tremenda :lol:

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9 Anni 2 Mesi fa #38208 da Laura80
Risposta da Laura80 al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Se c'è una cosa che ho sempre amato della psicoanalisi è la sua capacità di non saturare il campo, la sua capacità di accostare il vuoto senza pretendere di riempirlo con certezze, con definizioni, con Verità.

Come sempre succede invece quando si parla di questa materia, il rischio è proprio l'opposto: che si sa sempre già tutto, perché il senso comune o qualche esperienza pregressa o lettura passata ci fanno credere di conoscerla, di sapere bene cos'è e dove vuole andare a parare. A quel punto succede sempre che le persone si dividono naturalmente in 2 categorie: quelle che pensano che è tempo perso, cosa inconcludente, a volte persino un rischio (quello di aver fiducia in qualcuno? in qualcosa? quello della dipendenza? quello della speranza? quello dell'impegno? quello del cambiamento) e quelle che pensano che sia il non plus ultra, la vera Via alla conoscenza di se stessi (con una pericolosa deriva narcisistica che è ben sottolineata nel brano postato da Clara).
Io sto in mezzo, o altrove.
Sto tra quelli che pensano che sono tante le strade che si possono percorrere, di nessuna si può sapere nulla finchè non la si percorre.

Si è parlato di Maestri...

"Il sapere del maestro non è mai ciò che colma la mancanza, quanto ciò che la preserva."

Questo lo dice uno psicoanalista, che continua poi:

"Cosa vuole l'analista dal suo paziente?
Nulla, non domanda nulla (nonostante il fantasma della nevrosi tenda ad attribuire all'Altro la domanda del proprio desiderio), se non che diventi un analizzante.
Questo significa che l'analista non è lì per il suo bene (del paziente), ma perché egli ami.
Non cura, non medica, non corregge il paziente.
Piuttosto trasforma il paziente, oggetto della cura, in analizzante, soggetto della cura; lo mette in movimento verso la verità (inconscia) del proprio desiderio."

Questo è l'obiettivo di un'analisi. Ogni ulteriore pretesa di definizione (quale livello inconscio è coinvolto, quanto peso ha il silenzio, quale senso hanno le parole, ecc) è nostra mentre ne parliamo, non dell'analisi.

Poi però ci sono delle questioni da chiarire, perché se no non ci capiamo...
Chi ha detto che chiunque può fare un training e diventare analista? Non è vero.
Tutte le scuole analitiche in Italia e nel mondo e tutte le scuole di Psicoterapia a orientamento analitico hanno rigide selezioni per valutare i candidati al training, dove vengono considerati molti aspetti. Se dovesse interessare, possiamo approfondire.
Poi, fin qui si è parlato molto di analisi lacaniana, ma questo è solo una delle tante scuole presenti nel panorama analitico mondiale: tanto per citarne alcune, ci sono scuole freudiane classiche, bioniane, kleiniane, e chi più ne ha più ne metta.
Winnicott era un'analista che si occupava di bambini, e lì l'analisi si faceva attraverso il gioco!
La gruppoanalisi foulkesiana si occupa di interventi sul gruppo e sulle istituzioni.
Nel tempo la definizione di inconscio si è sempre più complessificata, riunendo concetti come quello di transpersonale e transgenerazionale, di rapporto col corpo e il biologico.
Insomma, non tutto è Lacan, che tra l'altro era estremamente rigido su certi aspetti, cosa che ben sapeva lui stesso quando diceva ai suoi alunni "Fate come me: non imitatemi!".
Questo per chiarire alcuni aspetti che c'entrano poco con le scelte personali ma con la conoscenza o meno della complessità di ciò di cui si parla.
Terapista poi è un termine che non c'entra nulla con l'analisi, e che personalmente mi fa venire in mente la mamma di Ben Stiller in "Mi presenti i tuoi?", dove la Streisand era una "Terapista del sesso"...

Ognuno è libero di trovare la strada che più gli si addice.
Qui, come diceva Clara, ci si sta confrontando su una di queste possibili strade, che peraltro non esclude affatto le altre.
Io trovo molto stimolante tra l'altro il confronto su questi temi, quindi sono contenta che se ne parli! :)

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9 Anni 2 Mesi fa #38209 da Clara
Risposta da Clara al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Che piaccia il giallo o il rosso è una cosa, la capacità o il desiderio di stare in un discorso in modo aperto è un'altra, anche solo per la curiosità di saperne qualcosa, visto che mi pare che qui, a parte Laura, nessuno ha una esperienza di analisi personale nè di studi approfonditi.
Se si fosse letto quello che ho postato ad esempio avresti visto:
"Tutti coloro che praticano la psicanalisi sanno che decidere di svolgere la funzione di analista non è, semplicemente, “scegliere un mestiere”, perché è piuttosto una vera e propria trasformazione della pulsione...
È per questo che la scelta di divenire analista ha in sé una portata etica che invece può mancare anche totalmente nella semplice
scelta d’un mestiere."

Ma poichè scrivi "l´analista fa solo il suo lavoro e l´analizzato crea una relazione con uno che ascolta ... per lavoro, come professione
(cosa che io personalmente trovo triste, forse é meglio l´amica che non smette mai di parlare), a me sembra che non sia stato letto, dunque non comprendo il commento.

Poi dici:ed é come il rapporto che l´allievo crea col guru, con il Maestro ( ed ecco che improvvisamente la parola maestro guadagna il maiuscolo)
Eppure avevo riportato :Egli o ella avrà imparato che «lo psicoanalista nella psicoanalisi non è soggetto [nel senso del padrone, dell’autore]» e che «se ne deduce che egli opera in quanto non pensa».Inoltre avevo anche scritto che l'analisi non conduce, non indica, non consiglia,non giudica, non mostra strade, sembra evidente che non si stia parlando nè di guru o di teachers.

L'analista, come dice Miller, occupa il posto dell'oggetto a., significa che attraverso la funzione del transfert, l'analista, proprio perchè è vuoto, andrà ad occupare per il soggetto, il luogo del proprio desiderio, del sapere,dell'amore e del conflitto,delll'odio, sino a che l'analizzante arriverà a comprendere che l'analista non è nulla di tutto ciò, in quel momento l'analisi giunge al suo termine.
Lacan dice che l'analista è paragonabile alla merda.

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9 Anni 2 Mesi fa #38213 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Psicoterapia o psicanalisi?

Clara ha scritto: Che piaccia il giallo o il rosso è una cosa, la capacità o il desiderio di stare in un discorso in modo aperto è un'altra,

noi ci troviamo in un discorso aperto o no? o forse il discorso aperto significa che bisogna esere d´accordo? in un discorso aperto ci DEVE essere spazio anche per la contro parte, o no? sennó ci si parla addosso.

anche solo per la curiosità di saperne qualcosa, visto che mi pare che qui, a parte Laura, nessuno ha una esperienza di analisi personale nè di studi approfonditi.

deduzione personale che tu hai giustamente fatto precedere da un visto che mi pare

Se si fosse letto quello che ho postato ad esempio avresti visto:
"Tutti coloro che praticano la psicanalisi sanno che decidere di svolgere la funzione di analista non è, semplicemente, “scegliere un mestiere”, perché è piuttosto una vera e propria trasformazione della pulsione...

beh, fare il medico é sempre stato presentato come una vocazione, cosa che tu probabilmente catalogherai come " non c´entra na mazza di niente" ma sarebbe gentile se tu mi spiegassi cosa significa
una vera e propria trasformazione della pulsione.


È per questo che la scelta di divenire analista ha in sé una portata etica che invece può mancare anche totalmente nella semplice
scelta d’un mestiere."

Ma poichè scrivi "l´analista fa solo il suo lavoro e l´analizzato crea una relazione con uno che ascolta ... per lavoro, come professione
(cosa che io personalmente trovo triste, forse é meglio l´amica che non smette mai di parlare), a me sembra che non sia stato letto, dunque non comprendo il commento.

c´é poco da comprendere, é una professione del tipo ... cosa faccio da grande? come mi guadagneró il pane quotidiano?
e per la cronaca ... io ho letto tutti i post e credo, con umiltá, di averne capito anche il senso :)


Poi dici:ed é come il rapporto che l´allievo crea col guru, con il Maestro ( ed ecco che improvvisamente la parola maestro guadagna il maiuscolo)
Eppure avevo riportato :Egli o ella avrà imparato che «lo psicoanalista nella psicoanalisi non è soggetto [nel senso del padrone, dell’autore]» e che «se ne deduce che egli opera in quanto non pensa».Inoltre avevo anche scritto che l'analisi non conduce, non indica, non consiglia,non giudica, non mostra strade, sembra evidente che non si stia parlando nè di guru o di teachers.

allora se io ne so poco di analisi tu ne sai poco di gurus o maestri :lol:

L'analista, come dice Miller, occupa il posto dell'oggetto a., significa che attraverso la funzione del transfert, l'analista, proprio perchè è vuoto, andrà ad occupare per il soggetto, il luogo del proprio desiderio, del sapere,dell'amore e del conflitto,delll'odio, sino a che l'analizzante arriverà a comprendere che l'analista non è nulla di tutto ciò, in quel momento l'analisi giunge al suo termine.
Lacan dice che l'analista è paragonabile alla merda.


Oggetto? cosa o chi sarebbe ... l´oggetto?? e il soggetto? a cosa o (peggio ancora) a chi si riferisce Miller?

Lacan dice che l'analista è paragonabile alla merda.
:lol: :lol:
scusami adesso, ma non ci resisto proprio :whistle:
allora, prima di tutto lo ha detto Lacan, e poi mi chiedo: se é veramente cosí ma perché dovrei andare da uno che é una merda?

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9 Anni 2 Mesi fa - 9 Anni 2 Mesi fa #38214 da Clara
Risposta da Clara al topic Psicoterapia o psicanalisi?
Laura, avevamo evidentemente postato nello stesso momento, quando ho scritto non avevo letto il tuo post che mi trova d'accordo.

c´é poco da comprendere, é una professione del tipo ... cosa faccio da grande? come mi guadagneró il pane quotidiano?
e per la cronaca ... io ho letto tutti i post e credo, con umiltá, di averne capito anche il senso :)

Avevo anche trascritto le parole di uno psicanalista:
Di fatto, a decidere di divenire analista, alcuni analizzanti giungono solo in seguito a svolte inattese del singolarissimo percorso della propria analisi.E questo accade spesso molto tardi e quando si ha già un lavoro, che magari non ha nessuna relazione con la psicanalisi.
Pretendere di determinare in modo direttamente o indirettamente universitario questa scelta comporta invece un’esclusione preliminare della stessa possibilità di orientareliberamente il proprio desiderio verso un atto che ne realizzi e ne decida la portata etica."

L'oggetto a è parte della teoria di Lacan, vuole indicare tutto ciò che si crede di desiderare e si desidera inconsciamente.
Ultima Modifica 9 Anni 2 Mesi fa da Clara.
I seguenti utenti hanno detto grazie : Laura80

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9 Anni 2 Mesi fa #38215 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Psicoterapia o psicanalisi?

Laura80 ha scritto: Se c'è una cosa che ho sempre amato della psicoanalisi è la sua capacità di non saturare il campo, la sua capacità di accostare il vuoto senza pretendere di riempirlo con certezze, con definizioni, con Verità.

Come sempre succede invece quando si parla di questa materia, il rischio è proprio l'opposto: che si sa sempre già tutto, perché il senso comune o qualche esperienza pregressa o lettura passata ci fanno credere di conoscerla, di sapere bene cos'è e dove vuole andare a parare.

scusa Laura, la frase marcata corre il rischio di essere interpretata in maniera antipatica, potresti magari riformularla in modo da non creare fraintesi spiacevoli? :)

A quel punto succede sempre che le persone si dividono naturalmente in 2 categorie: quelle che pensano che è tempo perso, cosa inconcludente, a volte persino un rischio (quello di aver fiducia in qualcuno? in qualcosa? quello della dipendenza? quello della speranza? quello dell'impegno? quello del cambiamento) e quelle che pensano che sia il non plus ultra, la vera Via alla conoscenza di se stessi (con una pericolosa deriva narcisistica che è ben sottolineata nel brano postato da Clara).
Io sto in mezzo, o altrove.
Sto tra quelli che pensano che sono tante le strade che si possono percorrere, di nessuna si può sapere nulla finchè non la si percorre.

Si è parlato di Maestri...

"Il sapere del maestro non è mai ciò che colma la mancanza, quanto ciò che la preserva."
Socrate si rivolgeva alla psicanalisi?

Questo lo dice uno psicoanalista, che continua poi:

"Cosa vuole l'analista dal suo paziente?
Nulla, non domanda nulla (nonostante il fantasma della nevrosi tenda ad attribuire all'Altro la domanda del proprio desiderio), se non che diventi un analizzante.
Questo significa che l'analista non è lì per il suo bene (del paziente), ma perché egli ami. ami? potresti spiegare?

Non cura, non medica, non corregge il paziente.
Piuttosto trasforma il paziente, oggetto della cura, in analizzante, soggetto della cura; lo mette in movimento verso la verità (inconscia) del proprio desiderio."

Questo è l'obiettivo di un'analisi. Ogni ulteriore pretesa di definizione (quale livello inconscio è coinvolto, quanto peso ha il silenzio, quale senso hanno le parole, ecc) è nostra mentre ne parliamo, non dell'analisi.

Poi però ci sono delle questioni da chiarire, perché se no non ci capiamo...
Chi ha detto che chiunque può fare un training e diventare analista? Non è vero.
Tutte le scuole analitiche in Italia e nel mondo e tutte le scuole di Psicoterapia a orientamento analitico hanno rigide selezioni per valutare i candidati al training, dove vengono considerati molti aspetti. Se dovesse interessare, possiamo approfondire.
Poi, fin qui si è parlato molto di analisi lacaniana, ma questo è solo una delle tante scuole presenti nel panorama analitico mondiale: tanto per citarne alcune, ci sono scuole freudiane classiche, bioniane, kleiniane, e chi più ne ha più ne metta.
Winnicott era un'analista che si occupava di bambini, e lì l'analisi si faceva attraverso il gioco!
La gruppoanalisi foulkesiana si occupa di interventi sul gruppo e sulle istituzioni.
Nel tempo la definizione di inconscio si è sempre più complessificata, riunendo concetti come quello di transpersonale e transgenerazionale, di rapporto col corpo e il biologico.
Insomma, non tutto è Lacan, che tra l'altro era estremamente rigido su certi aspetti, cosa che ben sapeva lui stesso quando diceva ai suoi alunni "Fate come me: non imitatemi!".
Questo per chiarire alcuni aspetti che c'entrano poco con le scelte personali ma con la conoscenza o meno della complessità di ciò di cui si parla.
Terapista poi è un termine che non c'entra nulla con l'analisi, e che personalmente mi fa venire in mente la mamma di Ben Stiller in "Mi presenti i tuoi?", dove la Streisand era una "Terapista del sesso"...

Ognuno è libero di trovare la strada che più gli si addice.

concordo in pieno e l´ho anche scritto.

Qui, come diceva Clara, ci si sta confrontando su una di queste possibili strade, che peraltro non esclude affatto le altre.
Io trovo molto stimolante tra l'altro il confronto su questi temi, quindi sono contenta che se ne parli! :)

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