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Rovigo, 19 febbraio 2012 – Un carcinoma al seno in fase iniziale. Glielo avevano diagnosticato in autunno. I medici dello Iov di Padova non avevano neppure ritenuto necessario l’intervento chirurgico. A Carla Pilotto, 52 anni, insegnante alle elementari di Pettorazza, era stato prescritto un ciclo di chemioterapia. Era preoccupata, ma le sue condizioni erano buone ed era piena di speranza. Si è sentita male all’improvviso,
dopo la seconda seduta di chemio, il pomeriggio di sabato 28 gennaio.
È morta quindici giorni dopo nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Rovigo per infarto intestinale e choc settico. Ma le tappe che hanno portato alla sua fine sono ancora tutte da chiarire. «Mia zia è stata sottoposta a una terapia aggressiva — racconta il nipote Riccardo — ed è stata lasciata sola ad affrontarne le conseguenze. Quel sabato non è riuscita a ottenere risposta a nessuno dei 12 numeri di emergenza dell’Istituto oncologico. Disperati, l’abbiamo portata al pronto soccorso di Rovigo. Lì abbiamo aspettato per sei ore fino all’arrivo dei chirurghi, alle 9 della mattina seguente. Solo allora c’è stato l’intervento per una sospetta peritonite, una gastroenterite tossica».
Quando Carla arriva al pronto soccorso rodigino, il più attrezzato nelle vicinanze di Cavarzere, dove vive con il marito Raffaele, la figlia Giulia, 24 anni, il figlio Alessandro, 18 anni, ha dolori talmente forti da costringerla a urlare. Solo le insistenze del marito ottengono, dopo un’ora, una visita sommaria e un enteroclisma. Dopo altre due ore una Tac. La mattina dopo, l’intervento. Durante l’operazione i chirurghi riferiscono ai familiari che le condizioni sono disperate. Ma Carla ‘resisterà’ fino al 15 febbraio. L’ospedale ha di propria iniziativa disposto l’autopsia. Ieri i funerali nel Duomo di Cavarzere. I familiari si sono rivolti a un consulente medico-legale e hanno richiesto le cartelle cliniche.
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