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Domanda MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'

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11 Anni 11 Mesi fa #8624 da Francesca
MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE' è stato creato da Francesca
Nestlè nutrirsi bene, vivere meglio...?

I seguenti utenti hanno detto grazie : elena, lord_vivec

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11 Anni 11 Mesi fa - 11 Anni 11 Mesi fa #8637 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Re: MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'
Identikit della multinazionale

Il colosso elvetico è sbarcato nel nostro paese nel 1913 costituendo la società Henri Nestlé e ha costruito il suo primo stabilimento tricolore nel 1924 ad Abbiategrasso, dove produceva latte condensato e farina lattea.
Il salto di qualità è arrivato nell'88, con l'acquisizione dalla Cir di Carlo De Benedetti della Buitoni-Perugina per circa 1600 miliardi di lire (1). La seconda accelerazione italiana è arrivata indirettamente al termine della battaglia per il controllo della Perrier con la famiglia Agnelli. L'azienda svizzera si trovò in portafoglio (oltre alla fonte Sant'Antonio, rivenduta nel ‘94) i marchi di acqua minerale Vera, San Bernardo e una quota della Compagnie Financiere du Haut-Rhin (Cfhr). Nel dicembre ‘97, attraverso il gruppo Perrier-Vittel, Nestlé ha acquisito il 100% di questa compagnia finanziaria, e di conseguenza ha acquisito il gruppo San Pellegrino-Garma (Sanpellegrino, Levissima, Recoaro, Pejo, Fiuggi, Panna, Claudia e San Bitter). Ora la multinazionale controlla circa il 25% del mercato italiano di questo settore (2).

Nel luglio ‘93, con la prima tranche della privatizzazione, relativa ai surgelati e ai dolci del gruppo Sme, la Nestlé aggiunge alla sua ricca tavola i marchi Motta, Alemagna, La Cremeria, Antica Gelateria del Corso, Maxicono, Surgela, Marefresco, La Valle degli Orti, Voglia di pizza e Oggi in Tavola. L’acquisizione di Italgel, il cui pacchetto di controllo (62%) è costato 437 miliardi di lire (3), fa salire il fatturato della divisione italiana a 3765 miliardi di lire (4) e consente alla multinazionale svizzera di entrare, anche in Italia, nel panorama dei gelati e dei surgelati. Infatti, secondo un vecchio patto tra multinazionali alimentari, al colosso di Vevey fu assegnato il diritto di sfruttamento del marchio Findus in diversi paesi europei ma non in Italia dove è tuttora in mano alla concorrente Unilever.

Nel nostro paese il gruppo svizzero conta 24 stabilimenti con circa 7 mila dipendenti e controlla, oltre a quelli già citati, i marchi Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, Crunch, After Eight, Quality Street, Rowentree, Cailler, Toffee, Polo, Fruit Joy, Orzoro, Latte condensato e cioccolato Nestlé (dolci), Nestea, Beltè, Spumador (bevande), Vismara, King's (insaccati), Sasso (olio), Berni (conserve), Locatelli, Mio, Fruttolo, Fiorello (latticini), Pezzullo (pasta), Maggi (cucina generale), Friskies, Buffet (cibi per animali) e naturalmente il famigerato latte in polvere per neonati Nidina e i boicottati Nesquik e Nescafè (autentici portabandiera della multinazionale elvetica). Dopo i grandi acquisti negli ultimi anni la Nestlé italiana sta riorganizzando la sua presenza, vendendo marchi non ritenuti strategici e razionalizzando le produzioni.

A livello mondiale la Nestlé contende il primato nel settore agro-alimentare a Philip Morris e Unilever ed è presente in 66 paesi con più di 500 fabbriche, 210 mila addetti e un fatturato '94 di 56.8 miliardi di franchi svizzeri (circa 70 mila miliardi di lire) (5) così ripartiti: 28% bevande, 27% prodotti a base di latte e dietetici, 26% prodotti alimentari diversi, 14,5% cioccolato, 4% medicinali. Secondo gli analisti il prossimo obbiettivo della campagna acquisti, è già ben delineato.Infatti dopo aver ceduto alcune partecipazioni nella cosmetica alla parigina L’Oreal, il vorace gruppo svizzero sembra da mesi mostrare notevole interesse sia nei confronti del colosso americano Cpc international (quella, per intendersi, delle zuppe Knorr) (6) sia verso la divisione cibo per animali di Quaker Oats in Europa (7).

La fenomenale ascesa della Nestlé è da inquadrare in un processo da tempo in corso in molti paesi: il passaggio da un’industria alimentare locale e regionale ad una sovranazionale. Diversificazione geografica, forti disponibilità finanziarie, promozioni aggressive dei propri marchi consentono a poche multinazionali di colonizzare una fetta sempre più vasta del mercato a scapito delle piccole e medie imprese che si muovono in un’ottica nazionale.

Come ogni multinazionale, la Nestlè tiene molto alla sua immagine ed è proprio facendo leva su questa componente non secondaria che il boicottaggio può avere successo su questo gigante dai piedi d’argilla. Il gruppo svizzero non può infatti non essere seriamente preoccupato dall’approvazione da parte della Chiesa d’Inghilterra del boicottaggio della Nestlè, in seguito al quale, le vendite di Nescafè nel Regno Unito (che costituiscono approssimativamente un ottavo delle vendite totali) sono diminuite del 3% ( 8 ). Se la Chiesa Anglicana deciderà di disinvestire le proprie azioni Nestlè, pari a 1,4 milioni di sterline, la campagna riceverà un impulso ancora maggiore. Del resto la contrazione del fatturato dell’1,2 registrata dalla Nestlè nel ‘94 dovrebbe indurre il gruppo svizzero a rivedere la propria politica a livello mondiale per la promozione di latte per neonati. Questa contrazione è infatti dovuta principalmente al calo delle vendite negli Stati Uniti e nel Regno Unito (9), paesi dove il boicottaggio è stato portato avanti con maggior vigore.

(1) "Il Sole 24 Ore", 31 luglio 1993

(2) "L’Eco di Bergamo", 18 febbraio 1998

(3) "Il Sole 24 Ore", 30 luglio 1993

(4) "Industria alimentare in Italia" rapporto AGRA/NOMISMA 1995

(5) "Mondo Economico", 6 febbraio 1995

(6) "Il Mondo", 5 agosto 1994

(7)"Il Sole 24 Ore", 24 novembre 1994

( 8 ) press release "International Nestlé Boycott Committee", 27 maggio 1994

www.citinv.it/associazioni/RIBN/dossier/multinaz.html
Ultima Modifica 11 Anni 11 Mesi fa da Cecilia.

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11 Anni 11 Mesi fa #8638 da elena
Risposta da elena al topic Re: MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'
boicotto nestlè da più di 20 anni...quel che non viene detto qui è che è invischiata anche nel mercato di armi, dove ha investito in tutti questi anni traendo enormi profitti (e partecipando alla fomentazione di guerre locali nei paesi più a rischio... al pari di molte banche italiane, del resto...)
è una delle multinazionali del male: purtroppo si è appropriata anche di molte fonti di acqua...
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11 Anni 11 Mesi fa - 11 Anni 11 Mesi fa #8659 da lord_vivec
Risposta da lord_vivec al topic Re: MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'
non ho visto il video

cmq nel caso non ne parlasse, volevo segnalare la vergognosa vicenda della "politica di vendita" del latte in polvere per neonati, usata in Africa qualche anno fa dalla Nestlè.

In pratica, è la stessa che usano anche da noi - cioè forniscono un campione gratuito alle neomamme, e a causa evidentemente delle schifezze chimiche che ci mettono dentro, i bambini diventano "dipendenti" e non prendono più il latte materno, peraltro decisamente più salutare...

La differenza è che in Africa, a causa della scarsa qualità dell'acqua usata per preparare il latte (e del fatto che spesso le madri neanche avevano i soldi per permetterselo, in primo luogo...) è stato la causa della morte di qualche centinaio, se non anche migliaia di bambini. Una specie di epidemia, avuta come effetto collaterale di questa aggressiva (a dir poco) politica di vendita.

vogliamo vedere altre multinazionali sputtanate, grazie
Ultima Modifica 11 Anni 11 Mesi fa da lord_vivec.

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11 Anni 11 Mesi fa #8671 da Cecilia
Risposta da Cecilia al topic Re: MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'

lord_vivec ha scritto: .

vogliamo vedere altre multinazionali sputtanate, grazie


Ciao lord, ci sono diversi siti che si occupano di multinazionali di boicottare, per esempio questo
www.tatavasco.it/altromondo/boycott/boycott.html

abbigliamento www.unpodisinistra.it/invisible/abbigliamento.html

alimentare www.unpodisinistra.it/invisible/alimentare.html

ecc forum.giardinaggio.it/parliamo-tutto-po/...-prodotti-perch.html

jackmio.altervista.org/index.php/blog-ca...i-da-boicottare.html

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11 Anni 11 Mesi fa #8757 da lord_vivec
Risposta da lord_vivec al topic Re: MULTINAZIONALI /1 - boicottiamo NESTLE'
Ma io intendevo "su questo sito", per diffondere l'informazione.

Mi sono reso conto di un'altro problema, quando si cerca di fare controinformazione: l'ho chiamato "fattore TL:DR", che sta per "too long; didn't read".

Nel mondo moderno, l'informazione viene somministrata "in pillole": anni e anni di storia vengono condensati in 2 luoghi comuni buttati giù così.
Oppure, il pensiero dei grandi filosofi viene condensato in un paio di aforismi. Fahreneit 451 docet.

Questo addestra la mente a NON PENSARE, cioè a non elaborare criticamente quello che assorbe ma a mandarlo giù senza metabolizzarlo.
I processi decisionali vengono spostati dalla base critica/razionale alla base emotiva/istintiva.

Il risultato disastroso è il seguente:
- la gente non perde 5 minuti del suo prezioso tempo per leggere che la Barilla vende schifezze dannose per la salute, facendole passare per buone

- in ogni caso, negano a priori di considerare l'ipotesi che possa essere vero, perchè l'informazione viene considerata frutto dei "complottisti" (e quindi ragionandoci "a pancia" pensano "vabbè, sti qui non hanno niente di meglio da fare") e siccome non deriva dai "media ufficiali" (e penso che sappiamo tutti benissimo "come funzionano" i media ufficiali) i quali esibiscono esimi professoroni per spiegare le loro tesi, allora non viene considerata come informazione attendibile.

-"complottisti" è un etichetta dispregiativa, e infatti questo è uno degli effetti dell'ignoranza istituzionalizzata: ragionare per etichette. Che è un qualcosa di molto più pervasivo di quanto si possa anche solo lontanamente immaginare. Per comprenderlo pienamente, bisognerebbe studiarsi le "labeling theories" (teorie dell'etichettamento) della mai-abbastanza-osannata Scuola di Palo Alto.

- mettere in discussione il proprio stile di vita e i propri "valori" - e nel cuore del tipo umano medio, le multinazionali come la Barilla e la Nestlè rappresentano non solo uno "stile di vita", grazie alla pervasiva propaganda, ma hanno financo un valore a livello affettivo, culturale(la pasta "italiana"...) e sociale - non è una cosa che si può fare così, a cuor leggero, solo perchè uno "sconosciuto" ce lo suggerisce. Per giunta complottista. Ancora una volta, il ragionamento istintivo/animalesco, adeguatamente programmato, prevale sulla ragione.

Morale della favola : se volete rendere efficace la diffusione di controinformazione, bisognerebbe usare i loro stessi strumenti (cosa che infatti già vedo fare, ad es. sui video di YT).
Certa gente che so io (soprattutto americani) resisi conto della situazione mentale dei loro compaesani, addirittura imbastiscono dei finti telegiornali, infomercials, talk show e quant'altro. E' una porcata, ma funziona, il che tra l'altro la dice lunga sulla mentalità media del cittadino occidentale.
Il problema è che così si finisce per diventare "come loro". Cioè ignoranti e acritici, nonchè manipolatori.
Personalmente, non ho ancora iniziato nessuna campagna seria di controinformazione, anche perchè ci vogliono mezzi e risorse per fare cose di questo tipo. Tenete presente che i pubblicitari lo fanno per LAVORO, li pagano per fare quello che fanno.

Se pensate che la sto facendo lunga e difficile più del dovuto, allora vuol dire che non avete proprio idea, di quello con cui state avendo a che fare... vi posso solo suggerire di studiarvi il "neuromarketing", l'ultima frontiera della programmazione mentale a fini commerciali, giusto per capire a che livelli ci si può spingere.

La verità, e voi lo sapete bene anche se non osate ammetterlo, è che chi leggerà queste informazioni e vedrà questi video e sarà D'ACCORDO, sono quelli che già di per se ne sono al corrente...
nessuno verrà "convertito" da queste informazioni. Sono troppo poco incisive, e soprattutto non sfruttano i leggendari principi di influenza di Cialdini (R.Cialdini: Le armi della persuasione. Citato anche in Mindfucking)
Certo, le possiamo usare noi che siamo già "vaccinati", ma la divulgazione è tutta un'altra cosa.

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