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In un forum che tratta di salute e malattie, può succedere che improvvisamente qualcuno offra la soluzione tanto agognata, via mail o via messaggio privato.
DIFFIDATE sempre, controllate, ricercate e chiedete. Chiedete ad altri foristi se per caso conoscono questo prodotto, chiedete se esistono dei test e delle testimonianze attendibili.

La Medicina Ortomolecolare è una pratica terapeutica che si basa sull'introduzione della quantità ideale di nutrimenti nella dieta che mira a perseguire il livello di salute ottimale attraverso il riequilibrio dell'assetto biochimico.

Domanda MICROIDRINA

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10 Anni 8 Mesi fa #21923 da xmas43
Risposta da xmas43 al topic MICROIDRINA
Ciao a tutti, mi stò informando sulla microidrina, l'ho vista online a 38€ 60 caps, volevo chiedervi, ha senso utilizzarla su una persona, me stesso, che beve già e da tempo solo acqua alcalina? La mia acqua è ph 9.2 e orp negativo quasi a -400 non bevo altri liquidi, questa microidrina mi può portare altri vantaggi?

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10 Anni 5 Mesi fa #23011 da fenice
Risposta da fenice al topic MICROIDRINA
Anch'io, anch'io!!
La voglio provare!
Finalmente l'ho scoperta anch'io la Microidrina!
Grazie a tutti voi ragazzi/e sto imparando tantissimo qui sul forum!! :kiss:
La ordino oggi stesso dalla Royal CC.
Un abbraccio
Fenice

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10 Anni 5 Mesi fa - 10 Anni 5 Mesi fa #23012 da Davix
Risposta da Davix al topic MICROIDRINA

xmas43 ha scritto: La mia acqua è ph 9.2 e orp negativo quasi a -400 non bevo altri liquidi,



Posso chiederti come la ottieni?



Perso l'ho provata la microidrina per circa un mese ma ... non mi posso dire fra i beneficiari delle sue proprietà :(
Ultima Modifica 10 Anni 5 Mesi fa da Davix.

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10 Anni 5 Mesi fa #23013 da xmas43
Risposta da xmas43 al topic MICROIDRINA

Davix ha scritto:

xmas43 ha scritto: La mia acqua è ph 9.2 e orp negativo quasi a -400 non bevo altri liquidi,



Posso chiederti come la ottieni?



Perso l'ho provata la microidrina per circa un mese ma ... non mi posso dire fra i beneficiari delle sue proprietà :(


Ciao, ho uno ionizzatore portatile che produce acqua alcalina o acida con regolazione a piacere, ha anche l'elettrodo d'argento per fare l'acqua argentata
I seguenti utenti hanno detto grazie : Davix

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  • Raffaele/Michelangelo
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  • Platino Utente
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10 Anni 5 Mesi fa - 10 Anni 5 Mesi fa #23085 da Raffaele/Michelangelo
Risposta da Raffaele/Michelangelo al topic MICROIDRINA
Xmas, ciao.

Mentre ha senso assumere la microidrina, il più potente antiossidante al mondo che non decade mai in radicale libero e che quindi porta via ogni stanchezza dal nostro corpo, non ha senso assumere acqua a pH 9,2, per le motivazioni che ti vengo a esporre.

ll fare studi, quelli seri intendo, a tutti i livelli e di un certo livello, siano essi storici, scientifici, letterari, filosofici, ... incontra barriere spesso insormontabili.

Non è facile documentare in prima persona e validare le proprie affermazioni; e di quelle fatte da altri, di quali, onestamente, ci potremmo fidare, con l'esperienza che la vita ogni giorno c'insegna, a parte i soliti nomi, primo fra tutti Pauling?

Io amo la Cultura, il Sapere, mi piace la Conoscenza, l'analisi dei concetti, bramo sviscerarli, smontarli, rimontarli e quando ho ciò che ritengo il "meglio" lo faccio mio, intendo che rimane indelebile nella mia Anima razionale, anche se sempre rivisitabile, perché, ogni giorno, credetelo, mi piace uscire di casa a testa all'ingiù e far cadere tutti quei pregiudizi che ci provengono quotidianamente dalle innumerevoli apologie culturali esercitate dal sistema, pertanto, dall'ambiente.

Di quanto affermo, come scritto altre volte, non cito mai le fonti: se dovessi "portare le fonti", diverse da quelle personali, per ogni periodo scritto dovrei citarne a decine e decine (Ricordate Dante: "Nostro intelletto si profonda tanto, che dietro la memoria non può ire".).

Si perderebbe l'efficacia propositiva, almeno io la perderei; mi diventerebbe un lavoro che mi assorbirebbe così tanto tempo, che dovrei rinunciare al piacere di questo meraviglioso "Forum" e al confronto, diretto e consapevole, coi suoi valorosi frequentatori.

E una volta che avessi fatto un elenco infinito di fonti, mi dite cosa sarebbe cambiato?

Vi saresti smarriti in esse, vi si sarebbero aperte, tutte insieme, così tante "finestre d'ordine" da generarvi il caos, piuttosto che la chiarezza.

Non le fonti servono, dunque, ma le spiegazioni, gli algoritmi logici di ciò che asseriamo, meglio se accompagnati dalla personale o altrui esperienza, che non devono avere la pretesa di universalizzare e pontificare, ma l'umiltà di mettersi in discussione, nel pieno rispetto del pluralismo delle idee, facendo attenzione che il pregiudizio nasce in ciascuno di noi dall'aver preso per buono ciò che gli altri ci dicono, senza averlo verificato in prima persona attraverso il metodo e il rigore scientifico, al di sopra di ogni convenienza e/o contaminazione, e/o dal non possedere sufficienti elementi di valutazione e trarre lo stesso delle conclusioni, senza premettere "Io penso che ... ".

Confrontarsi per rielaborare, questo consente di vivere la propria vita non allo specchio come gli uomini nella caverna di Platone.

Ma veniamo al punto.

Col trascorrere degli anni, il nostro corpo si ossida sempre più; ossia, va verso l’alcalinizzazione.

Dobbiamo, quindi, cercare di ritardare tale involuzione, immettendo, quotidianamente, 1,5 – 2 l d’acqua al dì, avente un ph lievemente acido, ossia tra 6 (anche 6,4 va bene) e 6,8, al massimo (anche 6,6 va bene).

Del resto, se introducessimo un’acqua a pH alcalino, non faremmo altro che appoggiare l’evoluzione ossidativa e, pertanto, promuovere la senilità delle nostre cellule.

Ovviamente, introdurre dell’acqua con un pH < 6, ci condurrebbe ad avere uno stomaco e un apparato digerente esageratamente acidi, con le amare ripercussioni gastro-enteriche, che, purtroppo, in tanti ben conoscono.

D’altronde, l’autorevole professor Louis-Claude Vincent sostiene in prima persona, come pure l’Associazione Internazionale di Bioelettronica, che un ottimale pH dell’acqua da bere debba stare tra 6 e 6,8, sia a scopo terapeutico sia salutisco.

Per concludere, faccio osservare che il citoplasma, liquido dentro le membrane citoplasmatiche cellulari, possiede un pH di 6,4 – 6,8, idoneo a sostituirsi con un’acqua a pH similare, che se di contro avesse un pH troppo inferiore o superiore ai due parametri, dovrebbe tamponare l’acidità dell’acqua cellulare, fatto questo che comporterebbe un infruttuoso dispendio energetico al momento del transito del fluido attraverso la membrana citoplasmatica.

- Faccio poi notare che le sostanze disciolte nell’acqua non sono biodisponibili per l’uomo, perché non sono state organicate dai vegetali; e, infatti, le acque dobbiamo renderle esatte quanto più oligominerali possibili, perché i minerali non organicati dai vegetali producono severi accumuli e incrostazioni sulle nostre condutture del sangue e si depositano sui tessuti e sugli organi interni, arrecando loro gravi danni.

A tal proposito, mi piace riproporre quanto altre volte espresso sull’acqua.

Alcune considerazioni sull’acqua.

Col trascorrere del tempo, il nostro organismo, costituito per quasi il 90% di acqua, declassa, pensate!-fino al 60%.

Al nostro interno, la funzione dell’acqua è duplice: veicolare e fare da solvente.

Senza cibo potremmo campare per settimane, ma senz’acqua molto meno, appena qualche giorno.

Scriveva, giustamente, Pasteur “Noi beviamo il 90% delle nostre malattie”.

Il professor Louis-Claude Vincent, affermato studioso al servizio del governo francese, persona autorevole nel campo della Bioelettronica e membro ad honorem dell’A.I.M.O. (Associazione Internazionale di Medicina Ortomolecolare), specializzato nello studio delle caratteristiche e del comportamento delle acque, poté comparare e dimostrare chiaramente, attraverso uno studio approfondito da campionamento statistico, la correlazione tra la qualità dell’acqua potabile di una popolazione e le patologie e la mortalità della stessa, sia in Europa sia negli Stati Uniti: per es., in un’anonima località francese, la mortalità fu del 50% in meno nei confronti della restante parte nazionale, mentre a Roubaix (cittadina del nord della Francia, al confine col Belgio) la mortalità risultò 2,5 volte di più.

La conclusione fu che “Più pura è l’acqua potabile, minore è il tasso di mortalità”.

Nei luoghi ad elevato indice di mortalità, l’acqua è trattata, clorata e piena di sostanze chimiche inquinanti, provenienti dall’agricoltura e dalle industrie.

I concimi, usati in agricoltura, che ammorbano l’acqua col rilascio di nitriti, costituiscono uno dei primari motivi per cui c’è un’alta percentuale di cancri all’intestino, nelle persone mature.

I nitriti dovrebbero stare al di sotto dei 50 mg/l, al fine di non accrescere il pericolo di buscarsi un cancro, mentre si consente (vergognoso!) un indice legale di questa sostanza molto tossica, deleteria, che costituisce un serio rischio, soprattutto, per i piccoli, di 75 mg/l.

Sottolineo, inoltre, che tanto il fluoruro quanto l’alluminio apportano innumerevoli, gravi patologie, quali, per es., il Morbo di Alzheimer, ossia la demenza senile.

Anche la clorazione delle acque potabili pare responsabile, per come si evince da certe conclusioni di studiosi americani, delle manie violente, assassine, sterminatrici dei “serial killers”.

Oltre ai cancri, anche le trasformazioni genetiche e le patologie vascolari sono da collegarsi alla qualità dell’acqua che beviamo.

Faccio notare che le acque molto oligominerali, incontaminate, pure, naturali di sorgente, e che scaturiscono da basse profondità ci tutelano nei confronti sia del cancro sia delle trombosi.

Affermava Louis-Claude Vincent: “Cancro, Tubercolosi, Poliomielite e tutte le malattie provengono dall’acqua”.

Vi invito, poi, a non trascurare un aspetto importantissimo della Biologia cellulare: nel mondo vegetale, i minerali estratti dalle acque e dalla terra sono assorbibili sia dalle alghe sia dalle piante, che danno loro una nuova conformazione, ossia il potere rotatorio.

Le cellule animali, quindi, anche le nostre, assorbono esclusivamente i sali minerali a potere rotatorio, già assorbiti dai vegetali che si alimentano di sostanze organiche.

I minerali inorganici del terreno e delle acque non sono assimilabili dalle cellule umane, perché solo i sali minerali che fanno ruotare la luce polarizzata, attraverso la membrana cellulare, sono usati dall’organismo; diversamente, tutti gli altri, restando all’esterno delle membrane citoplasmatiche cellulari, riducono l’assorbenza della membrana e, accrescendo la pressione osmotica, le sottraggono un essenziale quantitativo di acqua.

La ripercussione di ciò è una debilitazione cellulare, con tanto di disfunzione della medesima.

I minerali, ribadisco, che il corpo umano può metabolizzare sono quelli già organicati dalle piante.

Ecco, che per garantirci i sali minerali abbisogniamo non di acqua, ma di una sana dieta ricca di verdura, di frutta, di cereali integrali, di alghe, etc...

Addirittura, i sali minerali inorganici dell'acqua, dato che non assorbibili dalle nostre cellule, creano un sovraccarico di elettroliti nel sangue, che la filtrazione renale deve assolutamente espellere, fatto questo che, col trascorrere degli anni, altera la funzionalità escretoria delle cellule renali urinarie: il sangue non viene purificato completamente, il filtraggio incompleto dei minerali nei reni determina la precipitazione di queste sostanze nel sangue e nei tessuti, causando quindi ulteriori depositi di minerali.

Si formano, così, calcificazioni all'interno dell'organismo dovute a depositi di minerali sulla colesterina e sulle pareti irregolari dei vasi e anche nei vasi sanguigni del cuore e del cervello (placche arteriosclerotiche) si ha la comparsa di "calcificazioni", così, come un probabile invecchiamento precoce.

Di contro, i sali minerali delle acque, sia da bere sia di cottura, sono sprovvisti di potere rotatorio, per cui si genera un sovraccarico elettrolitico del sangue.

L’acqua, per così dire, ideale sgorga dalla profondità, non dalla superficie terrestre e ci garantisce:

-un pH leggermente acido, tra 6 e 6,8;
-un grado rh di 25-28;
-un p (rho) quanto più elevato possibile, ossia > 6000 ohm.

Anche senza analisi di laboratorio, in quest’acqua, i batteri patogeni non possono proliferare.

Il fatto è che quasi tutte le acque minerali in bottiglia sono troppo ricche di Sali minerali, come, del resto, le acque delle città hanno un indice “rho” troppo scarso.

Attenzione: “Quanto minore è l’indice energetico dell’acqua, tanto migliore è l’acqua stessa”.

Per cui: un’acqua con un indice superiore a 30 µW non è bevibile.

La filtrazione serve a togliere il disgustoso sapore e la durezza dell’acqua che fuoriesce dal rubinetto di casa nostra e, per quanto attiene il gusto, certamente, esso verrà reso più gradevole.

Ma niente di più: vi sono esiti certi che denotano quanto la filtrazione sia biologicamente inutile e senza validità.

Un’acqua potabile “buona” non deve avere residui di nitriti, mentre i nitrati, provenienti dai concimi utilizzati in agricoltura, vuoi per usura della rete fognaria, vuoi per il putridume degli allevamenti di animali, sono, frequentemente, al di sopra dei valori legali.

L’indice dei nitrati nelle acque potabili è di 50 mg/l o pmm (parti per milione).

Essi, una volta all’interno del nostro corpo, mutano in nitriti, ossia da NO3 a NO2, molto deleteri, in quanto, con le ammine, generano le nitroso-ammine, particolarmente neoplastiche.

I nitrati, quando percolano nel terreno, sono, solo parzialmente, assimilati dai vegetali, attraverso le radici; per lo più, essi pervengono alle falde acquifere, da cui gli acquedotti attingono l’acqua.

Mai, per alcun motivo, dobbiamo adoperare acqua dei rubinetti!!-ricordatevi sempre dell’affermazione di Pasteur “Noi beviamo il 90% delle nostre malattie” o di quella di Louis-Claude Vincent “Cancro, Tubercolosi, Poliomielite e tutte le malattie provengono dall’acqua”.

La nostra necessità di assumere minerali non può essere soddisfatta dal regno minerale, ma da quello vegetale, che li ha organicati.

L’acqua di più alto valore, a livello europeo, secondo gli esiti comunicati dalla O.M.S. parigina, pare essere la Mont Rocus:

pH: 6,12;
rH: 26,3;
rho a 20°: 43, 500;
µW: 4,09.

Mentre, in Italia, la migliore acqua pare essere la Plose:

pH: 6,30;
rH: 27,75;
rho: 24,700;
µW: 7,35.

Aggiungo che le acque superficiali italiane non sono, quasi dappertutto, da bere.

Inoltre, la propensione ad acquistare acque in bottiglia di plastica o applicare depuratori ai rubinetti di casa è pessima e, spesso, inutile.

Esse sono acque inquinate da una marea di veleni, provenienti dalle industrie, dall’agricoltura, dalle discariche dei rifiuti non idrorepellenti o ammorbate dai diluenti clorurati, dagli Idrocarburi o dai metalli (rame, cromo, cadmio, zinco), riversati, illecitamente, da persone incoscienti in luoghi abusivi e nei corsi d’acqua.

Le acque piovane, denominate “acide”, rendono, sì, l’aria salubre, ma immettono nel terreno anidride carbonica, acido solforico, acido nitrico.

Difatti, nelle acque italiane, si possono rilevare dei pesticidi (molinate, atrazina), piuttosto cancerogeni, e dei metalli (mercurio, cadmio, piombo), dei quali chi ha o ha tolto amalgami dentali conosce, purtroppo, le nefaste conseguenze, per via che essi debilitano tantissimo il S.I. (Sistema Immunitario).

Le bottiglie di plastica sono in PVC (cloruro di polivinile) e liberano il radon (decadimento attivo dell’uranio), che si muta in sostanze neoplastiche, dopo che l’acqua non gassata permane per qualche mese nel contenitore.

Inoltre, a 6 mesi o oltre dall’imbottigliamento, si sprigiona il cloruro di vinile monomero, che porta l’angiosarcoma al fegato, che non lascia speranze.

-Gli acquedotti usano l’ipoclorito che, se da un lato è efficace per la sterilizzazione, dall’altro genera, con gli Acidi fumici e umici dello stomaco, i pericolosissimi THM (Trialometani).

-Il trattamento col biossido di cloro rilascia tracce di sostanze tossiche (cloriti e clorati), mentre quello con le cloroammine è cancerogeno.

-La ozonizzazione, invece, toglie, sì, residui e odori sgradevoli ma non annienta le spore.

-Le radiazioni ultraviolette non tolgono le sostanze in sospensione e non igienizzano l’acqua.

-La sterilizzazione coi raggi gamma potrebbe funzionare ma è difficile e costosa.

-L’osmosi inversa sterilizza ma è biologicamente inutile, specie sul pH.

-La cella elettrolitica, infine, è costosissima ma avrebbe il vantaggio di disgiungere ed eliminare i materiali contenuti nell’acqua.

Ricordiamoci, tuttavia, che l'asportazione chimico-fisica di componenti infetti non disinquina l'acqua, perché le “memorie” negative di quelle sostanze ammorbate restano in ogni caso in essa.

Conclusioni.

- Qualsiasi filtro è appena necessario a rendere l’acqua potabile;

- la filtrazione, a osmosi inversa, toglie sali e sedimenti, ma non corregge le sostanze chimiche inorganiche (per es., il piombo);

- la filtrazione, a carbone attivo, serve solo per i materiali organici e inorganici, ma non modifica la concentrazione del calcio e del magnesio; arresta una grossa fetta di solventi organici e certi tipi di pesticidi, eliminando “cattivi” odori e sapori; presenta il rischio della moltiplicazione batterica nella cartuccia, che finisce inaspettatamente, senza alcuna segnalazione, liberando acqua ancor più ammorbata, infetta;

- gli addolcenti dell’acqua portano via la sovrabbondanza di calcio e di magnesio, ma immettono il sodio, ch'eleva i valori pressori e danneggia l’apparato cardiocircolatorio;

- migliori delle acque filtrate ci sono una quarantina di acque minerali che si trovano in commercio, ma ... occhio!- a non farsi fregare dal nome altisonante che, frequentemente, non è in sintonia col valore reale dell’acqua;

- dovremmo, anche per cucinare, adoperare acque naturali con un pH < 6,8 e un residuo fisso < 50 mg/l.

Beviamo, dunque, solo acqua pura, non gassata, in vetro.

E ancora.

Per funzionare al meglio di sé, il nostro organismo necessita di un pH urinario leggermente alcalino, altrimenti, andando in acidosi e protraendola, rischiamo di contrarre serissime patologie.

Solamente lo stomaco sfugge a questa regola, dato che produce acido cloridrico, utile per favorire la digestione.

Pur ingerendo cibi acidificanti (ananas, arance, limoni, mandarini, melagrane, pompelmo, ribes, ... ) e fabbricando prodotti acidi, quali l'acido lattico, ottenuto dal lavoro dei muscoli, ed espellendo acidi urici coi reni, è auspicabile conservare il nostro organismo quanto più alcalino possibile, in modo da vivere sani.

Anche flessioni esigue del pH sono in grado di stravolgere le occupazioni all'interno delle cellule, regolate da enzimi suscettibilissimi anche a cambiamenti microscopici di pH.

Per tenere alcalino il nostro organismo, la nostra dieta deve contenere l'80% di frutta e verdura, un 20% di cereali (integrali), col quantitativo proteico al di sotto del 30-40%; dobbiamo bere acqua, con residuo fisso che sia il più basso possibile, con un pH, preferibilmente, tra 6 e 7; svolgere una regolare, sistematica attività motoria di circa 30 min. o più (in relazione all'età), facendo attenzione a quelle agonistiche, soprattutto se anaerobiche, le quali attivano un'enorme quantità di acido lattico che, in particolari situazioni, l'organismo non può smaltire, adeguatamente; effettuare una respirazione diaframmatica, in luoghi salùbri; coltivare un atteggiamento mentale positivo; sintonizzarsi con musica e colori alcalinizzanti.

Se si cronicizza un'acidosi dei tessuti, l'adrenalina e la noradrenalina (catecolamine) sono prodotte, in quantità maggiore, nel settore midollare delle ghiandole surrenali, con le conseguenze, che, purtroppo, in molti conoscono, di affaticamento cronico, stato ansioso, depressione, ...

La gotta è un'artrite frequente alle articolazioni periferiche di mani e piedi, ma anche, più di rado, alle spalle, al sacro-iliaco, alle cervicali, all'anca, che insorge per via dell'eccessiva raccolta e della sedimentazione all'interno dei tessuti molli, di massicce quantità di purine e derivati, fortemente acidificanti, a es. l'acido urico, nelle articolazioni, tendini, ... , cristalli di acido urico o acido ossalico, che producono lancinanti sofferenze e grave impedimento delle proprie funzioni.

Se non corriamo ai ripari, cambiando la nostra dieta, possiamo propendere verso una cronicizzazione, addirittura, deformante.

In certe patologie ematiche (policitemia primaria e secondaria, alias la produzione abnorme di globuli rossi, consistente in un aumento di emoglobina e dell'ematocrito; morbo di Coley; importanti sorgenti flogistiche, ossia infiammatorie), c'è una contemporanea espulsione di acido urico, attraverso le urine.

Quando, attraverso il cibo, consumiamo troppe proteine, intendendo che sorpassiamo i 30-40 g al dì, abbiamo un innalzamento della demolizione (catabolismo) delle purine, che confluisce nella malattia, perché si accresce la probabilità di composizione di accumuli di cristalli e di veri e propri "assalti" di gotta secondaria.

I maschi ne sono maggiormente coinvolti rispetto alle femmine (per lo più in menopausa), in un rapporto 95:5, perché le donne possiedono un'inferiore quantità di muscolo magro e una superiore filtrazione degli acidi urici (Clearance).

Quanto l'acido urico sia solubile è collegato alla concentrazione in sodio e al pH.

In uno stato di non alterazione, gli urati sono diluibili fino a 8,3% mg, dei quali il 90% è urato sodico.

Cambiando il rapporto sale/acido, crescendo il pH, si configurano soluzioni soprassature (urine): calando il pH (acidificazione), si assiste alla precipitazione degli urati e dell'acido urico nei reni, al punto che si possono formare calcoli renali e ci possiamo "beccare" una nefropatia cronica uratica.

Considerate che, nelle urine, l'acido urico ha un raccoglimento di
0,3-0,6 per l., ossia 6, ma anche fino a 10 volte maggiore di quella ematica, di 0,05 l.

In un giorno, seguendo un'alimentazione corretta a basso apporto proteico, si espulgono 0,50 g circa di acido urico, che invece sale a 1-1,5 g, introducendo quantità superiori di proteine.

Un pH urinario, al di sotto della norma, determina un processo chimico, che porta l'acido urico disponibile alla costituzione di calcoli urinari, con una probabilità 1 000 volte maggiore, nei confronti di chi non presenti uno stato di acidosi.

Come già espresso, l'organo epatico dei carnivori ha una capacità, di "smaltire" l'acido urico, che è una quindicina di volte maggiore rispetto a quella del fegato dell'uomo (fruttariano/vegetariano) o della scimmia.

Il nostro corpo metabolizza, esclusivamente, ridotte dosi di acido urico, sostanza molto nociva, che, talvolta, giunge a rovinare irreversibilmente il nucleo della cellula, il suo DNA.

Per meglio esplicitare il concetto, l'essere umano non può produrre l'enzima Uricasi, per demolire l'acido urico (decarbossilazione ossidativa).

Cibarsi di carne non è per lui conveniente o, quantomeno, non più di 60 g a settimana, preferendo quelle bianche (tacchino, pollo, ...), ma è solamente una falsa apologia culturale esercitata dal consumismo che mira al prestigio sociale.

Al contrario, tra le motivazioni più ricorrenti, delle patologie che lo riguardano, c'è un basso pH urinario, per una dieta acidificante, soprattutto, a base di cibi carichi di proteine animali, inclusi latte e derivati, che produce un potenziamento della sintesi delle purine, che preludono all'acido urico.

Ovviamente, sarebbe un clamoroso sbaglio quello di ricorrere ad ant'infiammatori, che guariscono il sintomo ma non la causa.

Bisogna ripristinare l'equilibrio tra le scorie acide e le ceneri alcaline, con un'alimentazione alcalinizzante (sodio, magnesio, calcio, potassio e ferro), a base di frutta e verdura.

Se le nostre cellule non ce la fanno a liberarsi delle sostanze nocive, ecco, che s'instaura l'alterazione funzionale e il decesso enzimatico, che sfociano nelle patologie, in alcuni casi, molto serie, come le affliggenti e tormentose artropatie.

Il calcio, in noi, ha una funzione neutralizzante la forte acidosi tissutale, che mina fortemente i nuclei delle cellule e l'ignoranza (alla latina, naturalmente) ci guida, per timore di una carenza di calcio, all'assunzione di latte e derivati, che acidificano e aggravano ancor più la situazione.

Già, perché tutto il Calcio dei cibi menzionati sarà utilizzato per neutralizzare, alla meno peggio, l'Acidosi crescente a causa della loro stessa ingestione, con tanto di grave demineralizzazione ossea, che confluirà in patologie come l'Artrite, l'Artrosi, l'Osteoporosi, le affezioni degenerative ...

Gli addetti ai lavori dovrebbero, piuttosto che fare le fortune delle Multinazionali farmaceutiche, informare correttamente le persone sull'uso di una sana dieta alimentare, utile a mantenere il pH leggermente alcalino, sempre che non si abbiano malattie degli organi preposti all'eliminazione delle sostanze di rifiuto dall'organismo, quali i Reni e il Fegato.

Ribadisco:

-Siccome con il trascorrere del tempo, il nostro pH cresce, va verso l’alcalinizzazione, serve assumere un’acqua poco acida, ossia con un pH (fattore magnetico) nell’ambito tra 6.0 e 6.8 ( ottimale tra 6,4 e 6,8 ), un Rh (fattore elettrico) leggermente ridotto nell’ambito di 25-28 millivolt (con l’età, al nostro interno, esso assume valori sempre maggiori di ossidazione), un rho (fattore dielettrico) il più elevato possibile e comunque > 6000 ohm, in modo da osteggiare l’invecchiamento cellulare (invecchiando, esso cala per via d’un aumento dell’accumulo endogeno di elettroliti, che ci arrecano seri e disparati guai, dal cancro alle arteriosclerosi, alle artrosi, ....).

Specialmente le femmine incorrono frequentemente in candidosi, da collegarsi proprio all’alcalinizzazione dei tessuti, candidosi che potrebbero essere evitate semplicemente bevendo un’acqua del tipo Plose, che in un determinato periodo (non troppo breve) risanerebbe la situazione, bonificando il “terreno” sul quale la Candida attecchisce.

Un’acqua coi valori da me predetti e, aggiungo, un residuo fisso a 180° al di sotto dei 50 mg/l, con una tensione superficiale isotonica se non addirittura ipotonica (capsula di Microidrina, in essa diluita) accresce la diùresi, abbassa i valori relativi alla creatininemia, azotemia, uricemia, apporta i nutrienti alle nostre cellule e le ripulisce di tutte quelle scorie, oberate dalle quali, esse si ritrovano giornalmente a morire.

Se il nostro organismo riceve un’acqua alcalina non riesce a svolgere correttamente le proprie funzioni, se poi il pH è troppo alto, l’organo epatico produce sostanze acide al fine di ridurlo.

La maggior parte degli alimenti ha un pH acido, che col trascorrere degli anni genera serie patologie nell’organismo, andando a variare il pH di alcuni distretti corporei.

A questo punto, ecco che affiora il rimedio: introdurre un pH fortemente basico che sia idoneo a debellare i malanni contratti, tamponando lo stato di forte acidosi causato da diete alimentari scorrette.

E ciò non va assolutamente bene.

Le cause della malattia sono da ricercare altrove ossia nella scorretta assunzione di cibo perpetrata negli anni e quindi nel conseguente stato di Acidosi del corpo.

L’acqua che assumiamo non ha la funzione di guarirci da stati patologici, sequenziali a scorrette abitudini alimentari, bensì quella di svolgere un insieme di compiti, che può espletare solo con un pH leggermente acido.

Ribadisco: per svolgere correttamente le proprie mansioni al’interno del nostro corpo, l’acqua da bere deve essere leggermente acida, con un pH ottimale tra 6,4 e 6,8.

Anche la mia accezione di minerali “organicati” serve solo a non complicare la spiegazione, ma è un uso improprio del vocabolo: i minerali organici, non sono più dei minerali ma vere e proprie cellule, variando in tutto e per tutto, sia nel contenuto sia nella forma sia nella funzione.

I minerali organicati dai vegetali sono cellule; inversamente, allo stato naturale essi sono veri e propri minerali: ecco il concetto di base.

Voglio dire: qualsiasi unità cellulare del nostro corpo è un assemblaggio di acqua, di minerali, di proteine, ..., ma questi elementi fusi tra loro sono “cellule”, in un’associazione ben precisa.

Le sostanze che ingeriamo devono amalgamarsi fra di loro per generare le cellule, e ciò non potrebbe avvenire con un’acqua satura, ossia alcalina.

Diversamente un’acqua a pH leggermente acido può farlo, producendo sangue, a pH intorno a 7,35, ottenuto per effetto della fusione di acqua a pH leggermente basico con altre sostanze solide alcaline.

Diversamente da ciò, l’organismo avrebbe necessità di un forte spreco di energia.

Raffaele
Ultima Modifica 10 Anni 5 Mesi fa da Raffaele/Michelangelo.
I seguenti utenti hanno detto grazie : yagoo40, Lina, fenice

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10 Anni 5 Mesi fa #23103 da xmas43
Risposta da xmas43 al topic MICROIDRINA
Ciao, ho letto tutto il tuo messaggio però continuerò a usare acqua alcalina perchè da quando la uso ho avuto solo benefici, il primo tra tutti è l'acidità delle urine ora va molto meglio e poi sono dimagrito non poco da quando bevo solo alcalina

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