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Domanda Ghiandola Pineale, ricerchina...

  • Clara
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12 Anni 4 Settimane fa #6578 da Clara
Ghiandola Pineale, ricerchina... è stato creato da Clara
Va bene questa sezione?
E' una mia ricerca in cui ho messo insieme alcune cose trovate :



Il termine pineale con cui si designa il corpo epifisario, deriva dal latino pinus-pigna e si collega nell’etimologia alla radice pix-pece (succo resinoso che si estrae dal pino), e dal sanscrito pitudarus-albero.
E’ un organo dalla forma conica con apice rivolto posteriormente e del peso circa di 100/120 mg e delle dimensioni mediamente di 7x5x4, nella femmina è più grande che nel maschio. Contiene cellule pigmentali simili a quelle che si trovano nella retina ed è localizzato tra i due emisferi cerebrali al di sotto del margine posteriore del corpo calloso fra il pulvinar talamico ed i collicoli superiori della lamina quadrigemina (vie ottiche). Mediante le proprie connessioni con il sistema dell’abenula entra in rapporto sia con i nuclei talamici che con quelli ipotalamici, cooperando ai complessi circuiti del sistema limbico.
L’epifisi umana fu descritta per la prima volta da due medici ed anatomisti vissuti ad Alessandria nel IV sec. A.c. , Erofilo ed Erasisto, i quali, studiando l’anatomia del cervello, attribuirono all’epifisi la funzione di “valvola della memoria”.
Molto più tardi Cartesio affermò che la ghiandola pineale era la sede dell’anima e della mente, questa tesi però cadde in disuso non avendo incontrato nessun consenso nel mondo scientifico. Nel diciottesimo secolo si riteneva che un indurimento dell’epifisi potesse essere la causa della pazzia. Sempre nello stesso periodo un medico di nome Magendie ipotizzò che l’epifisi fosse una sorta di regolatore dei movimenti dei fluidi cerebrali. Alla metà del diciannovesimo secolo, quando l’epifisi era ormai relegata nelle strutture rudimentali di tipo vestigiale e la scienza aveva cessato di attribuirle alcun valore, furono riprese le ricerche da due scienziati Altschule e Kitay, i quali conclusero che invece l’epifesi era attiva e che doveva avere un qualche ruolo importante.
Nel 1953 un ostinato dermatologo di Yale, il dott. Araon Lerner, stava cercando di individuare l’ormone che schiarisce la pelle , ossessionato dalla vitiligine, pensava che potesse essere causata da un’anomalia di questo ormone. Casualmente egli trovò un articolo sconosciuto del 1917, secondo il quale la ghiandola pineale avrebbe potuto produrre un ormone in grado di schiarire la pelle . L'articolo raccontava di due studiosi che durante un esperimento avevano versato un macinato di ghiandole pineali di bovini in una vasca contenente girini e che, nel tempo di trenta minuti, la pelle dei girini si schiarì sino alla trasparenza. Da quel momento Lerner, aiutato da alcuni collaboratori, lavorò per quattro anni ad elaborare e purificare 250.000 ghiandole pineali di bovini per produrre alla fine un composto di soli 0,0001 gr, del tutto insufficiente per determinarne la struttura molecolare (sarebbero occorse infatti un milione di ghiandole pineali per produrne i 10 mg di cui aveva bisogno). Nonostante questo fallimento, egli riuscì più tardi ad intuire la formula chimica di questo ormone, che chiamò melatonina, da melas – nero, perché schiarisce le cellule che producono la melanina, e tonina da tonos-energia e perché l’ormone deriva dalla serotonina.
L’epifisi infatti fabbrica la melatonina a partire da un amminoacido chiamato
Triptofano che si ricava dal cibo e che operando una serie di conversioni produce poi l’ormone chiamato serotonina, utilizzando ferro, calcio e fosforo. Dopo le verifiche sulla atossicità della melatonina, il dott. Lerner cominciò a sperimentarla su pazienti affetti da patologie cutanee senza alcun risultato e deluso abbandonò il campo di ricerca. Nello stesso tempo però numerosi altri ricercatori cominciarono ad interessarsene, e nel 1963, in seguito alla dimostrazione che iniettata nei ratti influenzava la loro funzionalità sessuale, la melatonina fu considerata ufficialmente un ormone.
I ricercatori scoprirono poi che la melatonina cessava di essere prodotta dalla esposizione alla luce, e che i livelli di questo ormone presiedevano all’alternanza ciclica dei fotoperiodi, crescendo di notte e calando di giorno, e notarono che i livelli ematici di melatonina erano dieci volte più alti di notte rispetto al valore diurno, con un picco di produzione notturna intorno alle tre/quattro del mattino. Quando i ricercatori somministrarono melatonina alle persone videro che aveva un effetto soporifero concludendo che essa esercitava un ruolo estremamente importante di regolazione del ciclo sonno-veglia. Man mano che le ricerche venivano protratte, (grazie anche alla scoperta di una nuova tecnica di misurazione delle sostanze biologiche presenti in quantità molto ridotte), si vide che i livelli ematici di melatonina sono più alti nei bambini che negli adulti, e che essi diminuiscono vistosamente nella vecchiaia. Inoltre si vide che nei malati di cancro, nei cardiopatici, negli obesi ed in altri malati cronici, i livelli di melatonina sono insolitamente bassi. Gli scienziati appresero che essa esercita un ruolo diretto sui cicli riproduttivi. Nel 1894 uno studioso di nome Cook ebbe modo di osservare che le donne esquimesi avevano una interruzione del flusso mestruale per quattro mesi durante il periodo delle notti artiche; di recente uno studio ha dimostrato che le donne secernono più melatonina in inverno che in estate. Si è visto nel mondo animale, quando gli istinti non vengono interrotti da influenze artificiali che è la ghiandola pineale a riaccendere la pulsioni sessuali a primavera, a segnalare in autunno agli uccelli migratori che è ora di partire, e a funzionare come bussola tenendoli sulla giusta rotta. Nella balena una piccola bolla di vapore, scoppiando nell’epifisi, produce il famoso ultrasuono di ecolocalizzazione. Si è potuto vedere, che l’epifisi lega gli organismi al tempo e allo spazio in tre modi: inoltre li sincronizza con il giorno di ventiquattro ore, attiva le variazioni stagionali e individua le fluttuazioni dei campi geomagnetici. Nel 1984 gli scienziati Georges Maestroni e Ario Conti, con una serie di esperimenti sui topi, scoprirono che la melatonina stimola efficacemente il sistema di difesa immunitario. L’esperimento più clamoroso fu però quello del professor Walter Pier Paoli.
Egli trapiantò l’epifisi di topi giovani a topi vecchi, i quali reagirono in pochi giorni ringiovanendo vistosamente. Essi vissero in media il 30% in più rispetto alla lunghezza abituale della loro vita, mantenendo corpi giovani e vigorosi sino alla morte che avvenne verso i trentatré mesi, ossia, in termini umani, intorno ai centocinque anni. Viceversa il trapianto di una ghiandola pineale invecchiata, in topi giovani, che conservavano la loro pineale giovane, li faceva rapidamente invecchiare, mostrando che la pineale vecchia porta un programma di invecchiamento che supera qualsiasi ostacolo, ignorando anche il segnale della pineale più giovane.
Evitare quindi alla pineale di invecchiare pare ritardare l’invecchiamento dell’intero organismo, ed è la melatonina che svolge questa funzione di protezione, anche se è evidente, che negli esperimenti del professor Pier
Paoli, fu la ghiandola pineale giovane con tutte le sue componenti (*1), e non solo la melatonina, a ringiovanire i topi.
Nel 1992 un altro ricercatore, il professore di neuroendocrinologia J. Reiter, scoprì che la melatonina non agiva soltanto come un ormone ma rivelava possedere una doppia natura, comportandosi anche come il più potente antiossidante conosciuto. Con una soluzione di acqua ossigenata esposta alla radiazione ultravioletta generata da una lampada solare ad alta tecnologia, fu possibile generare radicali liberi in abbondanza, alla soluzione fu poi aggiunta melatonina che agiva eliminandole una altissima percentuale. La melatonina come antiossidante mostrava avere una doppia efficacia rispetto alla vitamina E, anche nella protezione cardiovascolare, e cinque




(*1) Nella ghiandola pineale sono poi presenti anche altre sostanze quali la vasopressina, la prolattina, il TRH, l’ormone per il rilascio della tireotropina, la vasoticina, potente sedativo, e di recente nei laboratori di San Pietroburgo si è scoperta l’epitalamina che pare avere un ruolo simile alla melatonina.
volte in più glutatione. Un altro esperimento del professor Reiter dimostrò che la melatonina protegge i globuli bianchi dalle radiazioni. Di recente si è appreso che essa è in concentrazioni molto elevate nel nucleo della cellula, dove svolge un ruolo di protezione e di salvaguardia del DNA. E’ stato anche evidenziato che la melatonina è presente in tutti gli organismi viventi (da 200 kg di verdura si può ricavare ad esempio 1 mg di melatonina).Il professor Pier Paoli, descrivendo l’epifisi nelle sue funzioni, la paragona al “direttore d’orchestra”, spiegando che essa è la regolatrice di ogni regolatore: perché funzionando come sincronizzatore mantiene integri tutti i sistemi. Oggi, sicuramente, gli effetti provati per la melatonina sono di regolazione della temperatura corporea (essa infatti è in grado di ridurre la temperatura del corpo di circa 0,03 C°), di sincronizzazione dei ritmi biologici, di regolazione del sonno e della sua attività antiossidante estremamente potente. E’ certo che la melatonina è utile nella prevenzione cardiovascolare ( 1 mg di melatonina aumenta il flusso sanguineo nei vasi carotidei), inoltre riduce i livelli circolanti di noradrenalina e riduce la pressione arteriosa, influenza fortemente l’attività del timo e della tiroide, è antagonista delle cellule gonadotrope, è estremamente efficace nei casi di danni provocati dallo stress al sistema di difesa immunitario, è indicata nel Parkinson, nel diabete, nella prevenzione alla cataratta, ed in tutti quei disturbi legati alla senescenza e alla menopausa. E’ una efficace protezione contro il cancro e per finire non dimentichiamoci che essa è il più forte agente schiarente che si conosca. Essa può essere considerata come la sostanza della notte. Il suo incremento notturno inizia circa alle venti, con un picco dalle 03 alle 04, ed una progressiva riduzione attorno alle ore 08-09. La luce blocca la sua produzione, non solo quella solare, ma anche quella artificiale; una esposizione a quest’ultima di 200 lux, riduce i livelli di melatonina circolante, una esposizione a luce molto più intensa li azzera (2,500 lux). Si è visto anche che luci colorate inibivano la produzione di melatonina nei topi in modi diversi: la lunghezza d’onda che corrisponde al verde inibiva fortemente la sua produzione, il blu in maniera minore e ancor meno il giallo. Il rosso invece non la inibisce affatto, tanto da ritenere che questa lunghezza d’onda possa stimolarne la produzione, e così il colore nero. (Il professor W.B. Bates, studioso di oftalmologia che ha dimostrato che i problemi della vista non sono dovuti ad un deterioramento del cristallino, ma alle tensioni dei muscoli oculari, ha messo a punto un sistema di esercizi che consistono specialmente nella visualizzazione del colore nero, ottenendo risultati eccellenti su ogni tipo di problema visivo in persone di ogni età).
L’epifisi mostra poi di essere sensibile non solo alle radiazioni luminose ed ai campi magnetici terrestri, ma pare rispondere anche ai suoni.

L’abbassamento del tasso di melatonina può essere ricondotto a molte cause tra le quali: l’invecchiamento, l’inquinamento ambientale, i raggi UVA e le radiazioni, i raggi x, il fumo, l’eccessiva produzione di radicali liberi, una ridotta esposizione alla luce del giorno (ricordiamo che la serotonina presente di giorno si converte in melatonina di notte), l’uso di determinati farmaci anti-infiammatori e altri, l’alternanza dei turni di lavoro, viaggi frequenti, fuso orario, infine, l’ostacolo più grande all’azione dell’epifisi è l’elettromagnetismo.
Se il nostro organismo si trova all’interno di un intenso campo elettromagnetico, la ghiandola pineale va in “cortocircuito”.
E' evidente che un gran numero di patologie attuali dipendono da certe condizioni di vita...

bibliografia:
La fonte della giovinezza Valter PierPaoli
Melatonina, l'ormone che allunga la vita Russel J.Reiter
Melatonina, elisir di lunga vita Arnold Hilgers
I seguenti utenti hanno detto grazie : abuandre, sterlizao

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12 Anni 4 Settimane fa #6580 da elena
Risposta da elena al topic Re: Ghiandola Pineale, ricerchina...
le affermazioni che facevo nell'altro 3d relativo alla pineale non erano peregrine, come in parte affermano questi scritti che riporti
appunto l'attenzione su queste frasi

1
l’epifisi lega gli organismi al tempo e allo spazio in tre modi: inoltre li sincronizza con il giorno di ventiquattro ore, attiva le variazioni stagionali e individua le fluttuazioni dei campi geomagnetici

2
essa è in concentrazioni molto elevate nel nucleo della cellula, dove svolge un ruolo di protezione e di salvaguardia del DNA

3
Se il nostro organismo si trova all’interno di un intenso campo elettromagnetico, la ghiandola pineale va in “cortocircuito”.

4
L’epifisi mostra poi di essere sensibile non solo alle radiazioni luminose ed ai campi magnetici terrestri, ma pare rispondere anche ai suoni.

qui dentro queste 4 frasi c'è una visione (molto parziale) di quello che può fare l'epifisi per guarire il corpo
mentre nell'ultimo paragrafo c'è un elenco(anche quello parziale) di come riusciamo a distruggere o rendere inattiva la pineale...
I seguenti utenti hanno detto grazie : abuandre

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  • Clara
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12 Anni 3 Settimane fa #6621 da Clara
Risposta da Clara al topic Re: Ghiandola Pineale, ricerchina...
assolutamente si, le cose che ho riportate sono parziali, ma sono un pò la sintesi degli studi fatti sino a qualche anno fa in occidente.
Se pensiamo che le tecniche di visualizzazione taoiste, vedi il libro della Corte Gialla, e altre , portano la persona a vivere esperienze straordinarie, è evidente che l'epifisi gioca dei ruoli altri da quelli conosciuti in occidente.
Però credo che la prima nota non sia così tanto banale, nel senso che risponde perfettamente agli assunti della medicina cinese quando tremila anni fa diceva che individuo e natura sono regolati dalle medesime leggi, che si esprimono nelle energie stagionali terrestri e negli orienti nord sud est ovest e centro, nei relativi climi, e nelle energie cosmiche.Questo è un concetto profondissimo che ha permise ai cinesi di un tempo di edificare una scienza.In fondo fa sempre vedere che ogni tanto coincidono le scoperte occidentali con un sapere antico...

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12 Anni 3 Settimane fa #6622 da Clara
Risposta da Clara al topic Re: Ghiandola Pineale, ricerchina...
"In fondo fa sempre vedere" volevo dire "fa sempre piacere"

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12 Anni 3 Settimane fa #6657 da elena
Risposta da elena al topic Re: Ghiandola Pineale, ricerchina...
si sono d'accordo, la MTC ha riconosciuto molto prima della medicina occidentale il ruolo fondamentale di questa ghiandola e ha strutturato una serie di esercizi che aiutano a mantenerne la "giovinezza", in accordo all'altra ghiandola, strettamente connessa (l'ipofisi). Bisognerebbe fare un po' una sintesi di tutte le conoscenze e sviluppare una nostra via personale al mantenimento della salute e dello sviluppo della ghiandola ;-)

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12 Anni 3 Settimane fa #6658 da antimonium
Risposta da antimonium al topic Re: Ghiandola Pineale, ricerchina...
volevo chiedere ai piu' esperti : prendendo la melatonina si dice ..si mette a riposo la pineale ..ora se faccio meditazione la pineale cosa fa? si riposa o lavora ? quindi è veramente utile mettere a riposo la pineale? coni il fluoro si dice che si atrofizza , che vogliono "rincoglionirci".
ora sono un po confuso ...a riposo o atrofizzata non è la stessa cosa? non lavora ..ora la domanda è ..deve lavorare o no?

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