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Domanda Prendere troppo sole fa male, ma evitarlo del tutt

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9 Anni 9 Mesi fa #30362 da freq
Prendere troppo sole fa male, ma evitarlo del tutto causa guai peggiori

OMA - Prendere troppo sole fa male ma evitarlo del tutto, pensando di scongiurare il rischio che compaia il melanoma, potrebbe essere peggio. L’assenza di esposizione provoca infatti una netta riduzione della produzione di vitamina D fino a raddoppiare il rischio di mortalità. Lo sostengono i medici del Karolinska University Hospital e del Lund University Hospital in una indagine, pubblicata sul Journal of internal medicine, condotta su circa 30.000 donne svedesi, fra i 25 e i 64 anni di età e con pelle molto chiara, seguite per 20 anni.

“Abbiamo scoperto che la mortalità per tutte le cause è risultata inversamente correlata alle abitudini di prendere il sole – spiegano gli autori – “Il tasso di mortalità tra coloro che evitavano del tutto il sole è risultata circa due volte superiore rispetto al gruppo che invece vi si esponeva. Quindi consigliare di evitare i raggi solari, soprattutto nei paesi in cui l’intensità è bassa, potrebbe essere dannoso per la salute delle donne”.

Agli specialisti svedesi ribattono i dermatologi americani di posizione opposta: “E’ noto che esporsi al sole aumenta il rischio che si sviluppino tumori cutanei, è fondamentale evitare i raggi, proteggersi con i filtri e stare il più possibile all’ombra – scrivono gli specialisti in una nota – “Il rischio di carenza di vitamina D può essere facilmente compensato con fonti alimentari, alimenti fortificati o integratori che la contengono”.

www.ladyblitz.it/salute/prendere-troppo-...ai-peggiori-1541537/

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9 Anni 9 Mesi fa - 9 Anni 9 Mesi fa #30494 da Cecilia
IL SOLE: fa bene?

La luce è essenziale per tutte le forme di vita - così essenziale che Dio ha creato il sole come fonte costante di energia indispensabile per sostenere la vita sulla terra.

L'energia utilizzata dalle piante che crescono nel giardino, dal ghepardo in corsa alla massima velocità e dalla benzina che alimenta l'auto dipendono dall'energia fornita dalla luce del sole.
In effetti, quasi tutta l'energia presente in natura sulla terra deriva dal sole.
Eppure, anche se Dio sin dall'inizio ha detto che la luce era “cosa buona”, molti di noi, in realtà oggi hanno paura di esporsi al sole. Forse siamo stati male informati e stiamo esagerando nel considerare i pericoli della luce solare dimenticando i numerosi salutari benefici che essa ci regala.

Può la luce solare effettivamente migliorare la nostra salute?

Molti dei benefici della luce solare sono dovuti alla vitamina D che viene sintetizzata dalle radiazioni UVB presenti nella luce solare.

Se esposta alla luce del sole, la nostra pelle comincia a proteggersi dalla sovraesposizione con la produzione di melanina, una sostanza chimica che scurisce la pelle, e a sintetizzare i precursori della vitamina D.

L'aumento della melanina e della vitamina D consentono una maggiore esposizione al sole senza rischi di scottature.

Nell'argomento “La vitamina D” trattato su questo sito e raggiungibile cliccando qui www.nutrizionenaturale.org/la-vitamina-d/ si può trovare un approfondimento dei benefici legati a questa importante vitamina.

Uno studio condotto dal dottor William Grant, Ph.D., ricercatore riconosciuto a livello internazionale ed esperto di vitamina D, ha affermato che circa il 30 per cento delle morti per cancro - che ammonta a 2 milioni nel mond172.208 in Italia (dati riferiti al 2008)potrebbe essere evitato ogni anno con elevati livelli di vitamina D.

Come le piante, anche gli esseri umani hanno bisogno di luce solare per una salute ottimale. Anche se molti credono che l'esposizione al sole sia dannosa, in realtà è solo la sovraesposizione alla luce solare diretta che dovrebbe essere evitata.

Benefici dei raggi solari oltre alla produzione di vit. D

In genere ci focalizziamo solo benefici dell'esposizione solare legati alla produzione della vit. D ma in realtà i benefici vanno ben oltre.
Nuove evidenze presentate nel numero di aprile-giugno del 2012 della rivista “Dermatology-Endocrinology” confermano che l'esposizione al sole per tempi adeguati, ha una serie di benefici per la salute non correlati alla produzione di vitamina D.

In particolare:

Migliora l'umore e l'energia attraverso il rilascio di endorfine

Cura le malattie della pelle, come psoriasi, vitiligine, dermatite atopica, e la sclerodermia. Le radiazioni UV migliorano anche la funzione di barriera della pelle

Regola la melatonina attraverso i fotorecettori della ghiandola pineale e migliora il sonno

Sincronizza i bioritmi attraverso la luce del sole che colpisce la retina dell'occhio

Protegge contro il melanoma e diminuisce la mortalità causata da questa grave patologia

Aumenta le difese immunitarie, e previene molte patologie

Aumenta le prestazioni mentali,

Migliora il metabolismo,

Allevia i dolori artritici,

Sterilizza eliminando la causa principale dell'odore del corpo.





Quanto tempo dobbiamo esporci al sole?



Per la maggior parte delle persone con la pelle chiara sono sufficienti circa 30 minuti al giorno 3 volte a settimana di esposizione alla luce diretta del sole. Più scura è la pelle e maggior tempo di esposizione al sole sarà necessaria per ottenere una quantità adeguata di vitamina D.

Per le persone che hanno la pelle molto chiara e si scottano facilmente o quelle che vivono in zone dove il sole è particolarmente intenso, l'esposizione al sole deve avvenire in modo graduale. Se si verifica l'arrossamento della pelle, è segno che si è preso troppo sole!

Si dovrebbe iniziare con non più di cinque minuti al giorno (per chi ha la pelle chiara) e aumentare gradualmente l'esposizione a 30 minuti o più al giorno. Se si rimane fuori al sole per lunghi periodi di tempo, è bene assicurarsi di indossare un cappello a tesa larga e abiti in grado di proteggere le zone del corpo che sono più soggette alle scottature (viso, orecchie, collo, spalle e schiena ).

Ovviamente le barriere che riducono raggi ultravioletti (UV) come ad esempio i filtri solari, riducono anche la produzione di vitamina D nel nostro corpo!
Gli eccessi di ogni cosa, anche se salutare …...
L'esposizione alla luce del sole è meglio che avvenga con moderazione. Le proteine e il tessuto genetico restano danneggiati ogni volta che si verificano ustioni cutanee il che aumenta il rischio di cancro della pelle.

Sia i raggi UVA che gli UVB possono determinare sia l'abbronzatura che le scottature, tuttavia i raggi UVA penetrano la pelle più profondamente degli UVB e si ritiene che essi siano un fattore molto più influente per il foto-invecchiamento, per le rughe e per i tumori della pelle.

Tuttavia, non è il caso di lasciarsi spaventare e rinunciare ad una corretta, sana ed utile esposizione al sole! Il corpo è in grado di produrre una adeguata quantità di vitamina D con soltanto un quarto della luce solare necessaria per causare una scottatura.

Anche se il cancro della pelle colpisce circa 2.000 americani ogni anno, i ricercatori ritengono che la regolare, moderata esposizione al sole può effettivamente impedire ogni anno ben 138.000 morti per altri tipi di cancro. Nelle regioni italiane settentrionali la mortalità per melanoma cutaneo è, per entrambi i sessi, circa il doppio di quella registrata nelle regioni meridionali.

Uno studio randomizzato su larga scala relativo alla vitamina D e al cancro, con il controllo placebo, ha dimostrato che la vitamina D può ridurre il rischio complessivo di cancro del 60 per cento. Questa è una notizia rivoluzionaria considerato che la Canadian Cancer Society ha effettivamente approvato la vitamina D come terapia per la prevenzione dei tumori.

In quali ore del giorno è meglio prendere il sole?

>La maggior parte degli specialisti consigliano di evitare di esporsi al sole durante le ore centrali della giornata ma ...

Una nuova ricerca invece dimostra che per ottenere un supplemento ottimale di vitamina D dal sole con un rischio minimo di contrarre il melanoma maligno cutaneo (CMM), il miglior periodo di esposizione è quello centrale della giornata.

Ciò significa che le raccomandazioni comuni per la salute fornite dalle autorità di molti paesi - che l'esposizione al sole deve essere evitata per tre-cinque ore intorno a mezzogiorno - potrebbero essere sbagliate e rischiare di promuovere la CMM.

Il Dr. William Grant, esperto di vitamina D, nella sua ricerca è giunto alla conclusione che esporsi al sole a metà giornata (fra le 10 e le 15) è meglio che esporsi nelle prime ore del mattino o nelle ore pomeridiane.

La ragione è duplice.

Prima di tutto, è necessario un tempo di esposizione più breve perché i raggi UVB a mezzogiorno sono più intensi.

“Il secondo motivo è che, quando il sole scende verso l'orizzonte, gli UVB vengono filtrati molto più degli UVA. Si è scoperto che l'onda lunga dei raggi ultravioletti chiamati UVA, che va da circa 320 a 400 nanometri, è altamente correlata con il melanoma – mentre gli UVB che sono quelli che producono la vitamina D, sono compresi fra i 290-315 nanometri, "spiega il dottor Grant.

Questo è veramente un concetto profondo, che sta appena iniziando a essere considerato dai principali media.

Per esempio, “US News & World Report” ha pubblicato un articolo sul sole e in esso Robyn Lucas, epidemiologo presso l'Università Nazionale Australiana, concorda con questi risultati concludendo: “se si vuole uscire al sole per massimizzare la produzione di vitamina D, e ridurre al minimo il rischio di contrarre un melanoma maligno, la parte centrale della della giornata è il periodo migliore".


L'esposizione al sole provoca i tumori della pelle?

Nonostante tutta la cattiva stampa che collega l'esposizione al sole al cancro della pelle, non c'è quasi alcuna prova in merito. Vi sono, invece, numerose prove che dicono esattamente il contrario.

Nel corso degli anni, diversi studi hanno confermato che l'esposizione al sole appropriata, in realtà aiuta a prevenire il cancro della pelle. Infatti è stato scoperto che l'insorgenza di melanomi diminuisce con una maggiore esposizione al sole, e può aumentare con l'uso di filtri solari.

Uno dei fatti più importanti che si dovrebbe conoscere è che l'epidemia della malattia è infatti scoppiata tra i lavoratori che stavano al coperto. Questi lavoratori usufruivano di un'esposizione ai raggi UV da 3 a 9 volte in meno dei lavoratori che operavano all'esterno ma, solo fra i lavoratori interni i tassi di insorgenza dei melanomi erano in aumento.

Come riportato dalla rivista “The Lancet”: "Paradossalmente, i lavoratori all'aperto hanno una diminuzione del rischio di melanoma rispetto ai lavoratori interni, da cui si può dedurre che la regolare esposizione al sole può avere un effetto protettivo."

Il fatto che proprio nelle regioni più assolate come quelle del meridione d'Italia l'incidenza del melanoma sia così bassa (circa la metà) rispetto alle regioni del settentrione, non fa affatto pensare ad una pericolosità dell'esposizione solare.

I tumori della pelle sono associati non tanto alla quantità cumulativa di radiazioni ultraviolette assorbite dalla pelle, ma al numero di scottature solari subite, soprattutto in età infantile e adolenziale.


Le creme - filtri solari




Da decenni, i media e i "professionisti" della salute hanno continuato a sostenere quanto sia pericoloso e dannoso il sole. Nella migliore delle ipotesi, è stato detto che causa le rughe e l'invecchiamento prematuro, nella peggiore delle ipotesi che aumenta notevolmente il rischio di cancro.
Per questo è stato caldamente consigliato di proteggersi con creme e filtri solari per evitare i danni del sole.

L'Environmental Working Group, un'organizzazione no-profit con sede a Washington, ha pubblicato un'indagine su quasi 1.000 marche di filtri solari, dove risulta che quattro prodotti su cinque non proteggono adeguatamente i consumatori e possono contenere sostanze chimiche dannose.

Alcuni dei prodotti di marchi leader internazionali - compresi Coppertone, Neutrogena e Banana Boat - sono i risultati peggiori.

Le creme solari sono fonte di enormi profitti per le aziende che li producono per cui c'è un forte incentivo a continuare ad espandere le campagne di disinformazione così da aumentare ancora di più le quote di mercato.

Mentre è vero che si deve cercare di evitare assolutamente le scottature, gli ingredienti utilizzati nelle creme solari più disponibili nel mercato sono per lo meno discutibili e, come vedremo di seguito, diversi prodotti possono causare più danni che vantaggi.

Poche raccomandazioni sanitarie hanno avuto un effetto così dannoso come il consiglio di non uscire mai di casa senza protezione solare.

La protezione solare blocca in modo efficace la produzione di vitamina D che si forma naturalmente quando la pelle è esposta alla luce solare e, in realtà, i filtri solari riducono la produzione di vitamina D dal 97,5-99,9 per cento.

La diffusa accettazione e l'adozione di questi errati consigli ha contribuito alla grave carenza di vitamina D su grande scala facendo perdere gli effetti di prevenzione per molte patologie, anche gravi, a tantissime persone a partire da 16 tipi di cancro, malattie cardiache, diabete, infiammazioni intestinali, artrite reumatoide fino alla sclerosi multipla e all'osteoporosi.

Uno studio pubblicato nel "Journal of Chromatography" ha trovato che c'è una significativa penetrazione nella pelle di tutti gli agenti di protezione solare che hanno studiato. Spalmare unagente cancerogeno sulla pelle può infatti per la salute essere peggio di ingerirlo, considerato che finisce direttamente nel circolo sanguigno.

Seguendo le raccomandazioni degli esperti di applicare una generosa quantità di crema solare ogni poche ore per prevenire il cancro della pelle, è probabile che una discreta quantità di questa venga assorbita attraverso la pelle.

A peggiorare le cose, gli scienziati non sono nemmeno sicuri se la protezione solare sia efficace contro il melanoma.

Hanno confermato che la protezione solare può prevenire le scottature, ma che non riuscirerebbero a proteggere effettivamente contro il cancro perché la maggior parte dei filtri solari agisce solo come schermo ai raggi UVB che producono la vitamina D, ma non agli UVA che causano la maggior parte dei danni.

Inoltre, le sostanze chimiche potenzialmente dannose che possono essere contenute nei filtri solari come il dioxybenzone e l'oxybenzone sono cosiderati fra i più potenti generatori di radicali liberi che l'uomo conosca.



Alla luce di tutto questo, credo che sia indispensabile usare solo creme solari naturali con ingredienti sicuri, non tossici, in modo da non aggiungere al nostro organismo altre sostanze potenzialmente tossiche e forse non ottenere protezione dai pericolosi raggi UVA.

Credo possa esserci utile l'elenco, elaborato dall'Environmental Working Group, delle sostanze che potrebbero essere presenti nei filtri solari che usiamo. Potremo avere così un'idea degli eventuali pericoli che possiamo correre:


Octinoxate (ottile Methoxycinnamate)
E' l'ingrediente delle creme solari più utilizzato, noto per il suo basso potenziale di sensibilizzazione della pelle e bassa azione foto-allergenica. Ha effetti estrogenici Secondo quanto riscontrato negli animali da laboratorio, ha effetti estrogenici che geherano perturbazioni all'ormone tiroideo e ai segnali cerebrali. È stato riscontrato che a basse dosi uccide le cellule di topo quando viene esposto alla luce del sole!

Oxybenzone (benzofenone-3)

E' associato a reazioni fotoallergiche e viene assorbito attraverso la pelle in quantità significative. Secondo il centro di ricerca "Centers for Disease Control" contamina il 97% degli americani. Le preoccupazioni per la salute riguardano le interruzioni ormonali ed il cancro.

Octisalato
E' un debole schermo per i raggi UVB con un buon profilo di sicurezza, generalmente si trova tra gli ingredienti di protezione solare. Si tratta di un potenziatore di penetrazione che può aumentare la quantità degli altri ingredienti che passano attraverso la pelle.

Avobenzone (Parsol 1789)
E' principalmente un filtro UVA assorbente che la luce del sole trasforma in prodotti chimici poco noti.

Octocrylene
Produce radicali liberi quando esposto alla luce UV.

Homosalate
La ricerca indica che è un debole perturbatore ormonale, forma metaboliti tossici, e può favorire la penetrazione di un erbicida tossico.

Biossido di titanio
micronizzato
Le creme solari con biossido di titanio micronizzato offrono una maggiore protezione solare delle particelle convenzionali (più grandi). Le piccole particelle non penetrano la pelle, ma possono essere tossiche per le le cellule viventi e per l'ambiente. L'inalazione di polveri e spray destano preoccupazioni .

Micronizzato di ossido di zinco

Come per il biossido di titanio micronizzato, di cui sopra.

Biossido di titanio Appare sicuro per l'uso sulla pelle a causa della bassa penetrazione, ma l'inalazione è da evitare.

Ensulizole (Phenylbenzimidazole acido solfonico)
Conosciuto per la produzione di radicali liberi se esposto alla luce solare, arreca danni al DNA, offre protezione contro i raggi UVB ma potenzialmente può causare il cancro.

Nano Ossido di Zinco
offre una maggiore protezione solare nei confronti delle particelle di zinco più grandi. Si sa relativamente poco per quanto riguarda i potenziali effetti sulla salute delle nanoparticelle. Non penetrano la pelle sana, e quindi, non sembrano rappresentare un rischio per la salute, l'inalazione di polveri e spray desta preoccupazioni.

Nano Titanium Dioxide Idem come il Nano ossido di zinco, di cui sopra.

Ossido di Zinco Lo zinco ha una lunga storia di utilizzo nei prodotti per la cura della pelle, creme solari e altri; viene poco assorbito dalla pelle e non sono segnalati effetti nocivi.

Padimato O (ottile dimetil-PABA / PABA Ester)
E' stato un prodotto popolare nel passato per la protezione solare, la ricerca mostra come questa sostanza chimica rilascia radicali liberi, provoca danni al DNA, ha attività estrogenica, e scatena reazioni allergiche in alcune persone.

Menthyl antranilato

Produce dannosi radicali liberi specie se esposto alla luce solare.

Mexoryl SX
2 ore di luce solare possono degradare fino al 40% di questo principio attivo che ha una bassa penetrazione cutanea.

Metilenbis-Benzotriazolyl Tetramethylbutylphenol
Non esistono sufficienti studi su questo principio attivo, è foto-stabile e non viene assorbito attraverso la pelle.

Sulisobenzene (benzofenone-4)
Può causare irritazione cutanea e oculare. Non penetra facilmente nella pelle ma migliora la capacità di altri prodotti chimici di penetrare.

Il Benzofenone-2

preoccupa per la perturbazione ormonale che determina.

Oxybenzone (benzofenone-3)

Associato a reazioni fotoallergiche questo prodotto chimico viene assorbito attraverso la pelle in quantità significative. Secondo il centro di ricerca Centers for Disease Control contamina il 97% degli americani Le preoccupazioni per la salute riguardano le interruzioni ormonali ed il cancro.




Conclusioni

I benefici dell'esposizione al sole sono davvero tanti.

Oltre a stare al sole d'estate al mare, in montagna o semplicemente in campagna, sarebbe opportuno che, anche nelle altre stagioni, trovassimo il modo di accumulare una sufficiente dose di vitamina D.

Non preoccupiamoci eccessivamente di esporci al sole nelle ore centrali della giornata per tempi non eccessivi.

Cerchiamo di esporci progressivamente al sole per evitare pericolose scottature e se proprio dobbiamo ricorrere ai filtri solari, cerchiamo di sceglierli leggendo attentamente la composizione del prodotto assicurandoci che contenga solo ingredienti non mettano a rischio la nostra salute.
www.nutrizionenaturale.org/il-sole-fa-bene/
Ultima Modifica 9 Anni 9 Mesi fa da Cecilia.

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9 Anni 9 Mesi fa - 9 Anni 9 Mesi fa #30495 da Cecilia

Sole e creme solari: quando, come e, soprattutto, “ma perché?”


Per tanti di noi aprire il vasetto è un gesto automatico, parte di una serie di “comportamenti appresi”: si stende l’asciugamano, si apre l’ombrellone, ci si tolgono gli abiti e ci si spalma la crema solare. Si sa che il sole va preso a gocce, che è bene spalmarsi una protezione, evitare le ore centrali del giorno, pena il “rischiare la pelle” esponendola a fotoinvecchiamento e cancro.
E se non fosse davvero così?

Se, come me, non hai mai tempo, puoi saltare l’intero articolo e leggere direttamente i consigli spicci.

1- DI COSA PARLIAMO QUANDO PARLIAMO DI RADIAZIONI SOLARI


Una piccola lezione sullo spettro elettromagnetico solare… (chi si annoia con le lezioni di fisica salti questo pezzetto ma giuro che sarò breve e semplice, ed è la base di tutto il ragionamento successivo).
Sappiamo che c’è uno “spettro visibile”, al di sotto del quale (per lunghezza d’onda) troviamo gli UltraVioletti (UV), seguiti dai raggi X, mentre oltre lo spettro visibile (lunghezze d’onda maggiori) troviamo gli infrarossi etc etc.

Quindi: —-RX—I—UVC—-I—UVB—I—SPETTRO VISIBILE—I—INFRAROSSI—

Gli Ultravioletti sono divisi in UV-A, UV-B E UV-C.

Gli UV-C, per nostra fortuna, sono bloccati dallo strato di ozono. Si tratta di radiazioni ad alta energia, molto penetranti, poderosi cancerogeni e letali per esposizioni prolungate (sono prodotti anche da quelle lampade germicide a fluorescenza violetta che restano accese in ambulatori e sale chirurgiche quando restano vuote).

UVA (lunghezza d’onda 320-370 nm)= alta penetrazione, danno da fotoinvecchiamento, mutagenesi (accusati di favorire il cancro alla pelle NON MELANOSICO)
UVB (lunghezza d’onda 270-320)= media penetrazione, eritematogeni, causano le ustioni, ma anche l’abbronzatura e l’attivazione della vitamina D (la quale è ora considerata un fattore fondamentale per mantenere un buono stato di salute, ossa sane, combattere le infezioni e … proteggersi dal cancro!!)

Il fattore SPF si riferisce esclusivamente alla schermatura verso questa frazione di radiazioni (UVB).
Da quanto sopra possiamo dire che noi andiamo al mare alla ricerca, fondamentalmente, di una dose ragionevole di UVB, che ci dia un buon colore e che ci faccia produrre vitamina D, senza ustionarci nè farci venire l’eritema.

Invece cosa facciamo? Ci spalmiamo uno schermo contro gli UVB e prendiamo una dose, probabilmente eccessiva di UVA (fotoinvecchianti e cancerogeni) rispetto alla nostra preparazione al sole e questo grazie alla nostra sensazione di essere schermati, . (E non è finita qui…)

Andiamo dunque alla prima domanda frequente:

2- IL SOLE FA MALE ED È SEMPRE MEGLIO EVITARLO O PROTEGGERSI SISTEMATICAMENTE CON I FILTRI SOLARI?
Ebbene, alla luce delle nuove acquisizioni possiamo dire che il sole, a lungo inchiodato al tavolo degli imputati, è stato promosso ad “alleato prezioso della nostra salute“: fanno bene le esposizioni al sole fino a dosi “non eritematogene” e “non ustionanti”.
Attenzione alla parola “dosi“: se ci ripariamo con un filtro solare spalmabile con un alto spf e prendiamo abbastanza sole da scottarci senza, nonostante la sensazione di “averla scampata” ci siamo fatti male, o abbiamo fatto male al nostro bambino. Ma, certo, queste “dosi” dipendono fondamentalmente dal nostro fototipo e da quanto abbiamo “allenato” la nostra pelle al sole.

Dunque i cosmetici solari filtrano (nella stragrande maggioranza dei casi) solo una parte dei raggi solari, molto spesso “solo” la parte che provoca ustione e eritema-ma anche tintarella e vitamina D (gli UVB), lasciando passare in parte o del tutto i raggi UVA, che provocano fotoinvecchiamento e danni cellulari anche a livello genetico (effetto “mutageno” o “cancerogeno”). A questo “danno” si va ad aggiungere spesso l’accennato danno da sovraesposizione al sole, e ad entrambi quello derivante dal passaggio in circolo degli ormai universalmente e tristemente noti composti chimici nocivi. Tra questi ultimi si contano anche i filtri stessi, oltre agli umettanti, emulsionanti, conservanti, profumanti di sintesi che è possibile rilevare nel circolo sanguigno, quindi fetale nel caso di una donna in gravidanza, e persino nel latte delle mamme (la pelle assorbe tutto). (11,14,15,16 , 17 , 18)

3- L’IMPORTANZA DEL FATTORE “D”
La vitamina D non è “solo” una vitamina, ma un vero e proprio ormone che svolge importantissime funzioni nel nostro organismo, funzioni fondamentali a tal punto che in caso di carenza ci ammaliamo in mille modi diversi, che spaziano da alterazioni dell’umore, passando per la vulnerabilità alle infezioni, alle malattie del sistema immunitario, saltando sul nostro apparato scheletrico, aumentando il rischio di incorrere in patologie degenerative e finendo nella predisposizione a un notevole numero di tumori.
La bella stagione rappresenta, per noi abitanti delle zone temperate, l’importante opportunità di fare scorta di questa preziosissima “vitamina”, la quale può anche essere assunta con la dieta, ma la fonte “d’elezione” resta il nostro stesso organismo. Un’importante sede di attivazione di questa vitamina è la cute, proprio a seguito dell’azione dei raggi UVB su un precursore lipofilico (grasso) che noi sintetizziamo naturalmente partendo dal colesterolo. Questo ciclo “endogeno”ci rende perfettamente in grado di rispondere ai nostri fabbisogni di questa vitamina in modo naturale, sicuro e quindi privo di controindicazioni ed effetti collaterali (compreso il rischio di sovradosaggio). (13)

4- UNO SGUARDO AI FILTRI SOLARI.

I filtri solari non sono tutti uguali, la bontà di un prodotto non si “compra” nè con un prezzo più elevato nè con un nome griffato e nemmeno in farmacia o erboristeria. E’ necessario leggerne la composizione, l”INCI”, magari dare un’occhiata, oltre che ai filtri, anche alle altre sostanze funzionali (altamente desiderabili antiossidanti come il tocoferolo/vit. E, l’acido ascorbico/vit. C, l’epigallocatechin gallato (polifenoli del te verde), sostanze idratanti come l’acido ialuronico, calmanti come il bisabolo o la calendula, estratti di piante come l’aloe o l’arnica e via dicendo, evitando invece i retinoidi /vit. A). Trattandosi di bambini poi è d’obbligo evitare i petrolati/vasellina, i PEG soprattutto con un numero superiore a 40, i cessori di formaldeide come la DMDM hydantoin e l’imidazonyl urea, il Padimate-O (PABA/octyl dimetil), i parabeni (interferenti endocrini) tutti accusati di cancerogenicità (per info su questo tema controllare il post sull’INCI).
Quasi dimenticavo: cosa chiedere ad un filtro solare se è necessario usarne uno? (O se vogliamo proteggere, esempio, la pelle del nostro viso dal fotoinvecchiamento e non possiamo usare il cappello?)
A questo punto diventa semplice rispondere: che sia fotostabile, possibilmente atossico ma soprattutto che filtri gli UVA. Niente di più complicato…
Al momento attuale gli unici filtri noti attivi verso gli UVA sono:
l’Avobenzone, filtro chimico, che però è instabile e dopo un’ora diventa inefficace, a meno che non si trovi in formula con l’Octocrilene.

il Mexoryl SX (composto praticamente da Avobenzone e Octocrilene) approvato dalla FDA in Europa e Giappone (ancora no negli USA e non so perché)

L’Ossido di Zinco, filtro minerale o “fisico”, fotostabile, atossico, si compra in farmacia per pochi euro e si può mescolare molto facilmente ad un olio o ad un burro vegetale, magari contenente filtri naturali.

ed il Biossido di Titanio, che andrebbe usato tal quale se non fosse che è trasparente quanto una mano di calce… allora lo si usa micronizzato, ma in questo modo diventa problematico perché il sole lo rende un radicale libero e la micronizzazione lo rende assorbibile in circolo. Quindi dev’essere rivestito, e si fa con manganese (21) , oppure con alluminio (e questo a Bio Bimbo non piace, ma dovrebbe comparire la voce “Alumina” nell’INCI). Il problema è che dall’INCI non si evince quale Titanio Biossido micronizzato stanno usando. Oltre tutto questo è un buon filtro per gli UV-B, ma filtra solo una parte degli UV-A.

Online trovate un utile database, generosamente messo a disposizione da EGW, dove sono stati classificati in maniera affidabile e indipendente (nello stile di questa signora organizzazione a scopi scientifici e divulgativi) molti cosmetici tra i quali, appunto, i cosmetici solari.

FILTRI NATURALI SPF 3-4 (naturali, atossici)
Aloe, Karitè, olio di sesamo, olio di buriti, olio di germe di riso (con gamma orizanolo), olio di lampone.

5- PRECAUZIONI PARTICOLARI: ASSOLUTAMENTE NON USARE CREME SOLARI NEI BAMBINI SOTTO I 6 MESI. (21)

In generale l’uso dei cosmetici nella prima e seconda infanzia dovrebbe essere limitato, naturale (ma “naturale” da solo non significa “sicuro”) e concordato con uno specialista preparato. Ci sono detrattori dell’uso dei solari nei bambini fino ai 3 anni.
Questa precauzione si basa su alcune osservazioni: la sottigliezza della cute, maggiormente permeabile rispetto ad un adulto, un rapporto più elevato tra superficie cutanea e volume corporeo (più pelle in proporzione, rispetto ad un adulto, quindi più crema da assorbire) e l’immaturità degli organi emuntori (gli organi che “ripuliscono” continuamente il nostro organismo).

In sintesi: Argomenti contro l’uso dei filtri solari:

SOLE E CANCRO: Il legame tra l’esposizione al sole ed il rischio di melanoma non è confermato, non solo, potrebbe esserci anche un’azione “protettiva” del sole, pare infatti che siano le ripetute “dosi ustionanti” di sole, soprattutto nei primi anni di vita, a favorire questo tipo di cancro, piuttosto che l’esposizione cronica ad una ragionevole quantità di radiazioni solari che, addirittura, in molti studi oramai condivisi dai più, sembra avere un effetto protettivo. (2,3,7,10,11). Un legame più costante è quello dell’eccesso di sole e il carcinoma squamoso, forse il carcinoma basocellulare o basalioma (11). Al contrario, e questa è una nota veramente interessante per noi, pare che molti altri tipi di cancro “interno” siano inversamente correlati con la quantità di esposizione alla luce solare, forse per via della produzione di vitamina D. (1,7,8 )
ASSORBIMENTO DI CHIMICI: le analisi del sangue comunemente rilevano che alcune sostanze contenute nelle creme solari vengono assorbite dall’organismo e sono dotate di tossicità cellulare (si comportano come radicali liberi, e qui è compreso anche il filtro fisico “biossido di titanio micronizzato”) o di attività simil-ormonale (alcuni filtri chimici, parabeni). (14, 15,16,17)
INAFFIDABILITÀ DELL’EFFETTO PROTETTIVO: esiste un leitmotiv presente in tutti gli studi: i filtri non sono sufficienti a proteggere dal cancro alla pelle, è necessario assumere un comportamento adeguato. Risulta importante evitare le scottature nei bambini. (5, 6,7)
INDUZIONE DI COMPORTAMENTO RISCHIOSO: Quando ci spalmiamo un filtro solare abbiamo una falsa sensazione d’essere protetti e quindi ai danni delle creme si somma quello del sole “in eccesso”, del quale non possiamo vedere gli effetti.
MANCATA ATTIVAZIONE DELLA VITAMINA D: i filtri solari con fattore di protezione pari o superiore a 8 ostacolano l’attivazione della vitamina D endogena.
DANNO ECONOMICO ED AMBIENTALE: persino i pesci ne risultano intossicati. (19)

6- PERCHE’ NON È NECESSARIAMENTE UNA BUONA IDEA IL MARE NEGLI ORARI CONSIDERATI “PIÙ SICURI”: COMPOSIZIONE DELL’IRRADIAZIONE SOLARE RISPETTO A LATITUDINE, SPESSORE DELLO STRATO DI OZONO, CONDIZIONI ATMOSFERICHE, SMOG E ORARIO DEL GIORNO


Risiamo alla fisica, questa volta il discorso è più complesso ed è difficile semplificarlo ma ci proverò:
Le radiazioni solari vengono “filtrate/bloccate” dallo strato di ozono in modo diverso a seconda della lunghezza d’onda. Per farla breve i primi ad essere bloccati sono gli UV-C (per nostra fortuna), i secondi sono gli UV-B (attenzione!) e per ultimi gli UV-A. Ora: man mano che il sole si sposta dallo zenit (il punto più alto del sole) la singola radiazione si trova a dover attraversare uno spessore maggiore di scudo, quindi man mano che l’inclinazione aumenta i raggi UV-B vengono via via bloccati (assorbiti o riflessi) mentre gli UV-A passano liberamente.
Cosa significa? Che alle 13 la composizione delle radiazioni solari conterà la percentuale maggiore di UV-B dell’intera giornata, che questa composizione si sposterà progressivamente verso gli UV-A se ci allontaniamo da essa verso le prime ore del mattino o verso il tramonto. (La logica suggerisce di esporci un tempo inferiore al sole ma proprio durante questi orari, sempre che la fisica, o la medicina, non rivedano queste teorie).
Significa anche che tutto questo discorso diventa davvero rilevante, rispetto alla scarsità di UV-B (e quindi della nostra possibilità di attivare la vit. D) se abitiamo ad una latitudine dove il sole, il 21 giugno alle ore 13, ha già una notevole inclinazione. E’ possibile che nelle stagioni invernali dei paesi nelle regioni molto a nord o molto a sud del globo, non arrivino virtualmente quantità sufficienti di UV-B tali da garantirci un’adeguato apporto di questa vitamina. In queste condizioni, e quando si è costretti in luoghi chiusi per la maggior parte del tempo, è una buona idea concordare con il nostro medico un esame del sangue per verificare il nostro livello ematico di vitamina D e provvedere ad un’eventuale carenza con irradiazioni da lampade casalinghe oppure ricorrendo ad un integratore.

E SE CI SONO LE NUVOLE?

Le nuvole influiscono scarsamente sul passaggio degli UV-B: ci si abbronza, si attiva la vitamina D e… ci si può scottare! (12)

CURIOSITA’: Aggiungo una nota che spero di essere in grado di confermare, smentire o “dimensionare”.
Il Dr Mercola parla di una conversione della vit. D nella sua forma attiva che avverrebbe nell’ambito del nostro sebo, il quale sarebbe efficacemente rimosso durante la doccia successiva all’esposizione al sole, conducendo in tal modo all’eliminazione della nostra preziosissima vitamina. (20)
Non so dire se questa notizia è vera, posso solo supporre che, eventualmente, non si tratti dell’intera quantità della vitamina D che abbiamo convertito al mare o in montagna, ma di una quota della quale non conosco nè la quantità nè l’effettiva esistenza. Attendo dal Dr Mercola delucidazioni e bibliografia.
Nel frattempo se qualcuno volesse dargli credito sappia che il Dottore sostiene che il riassorbimento avverrebbe nelle successive 48 ore, durante le quali consiglia di non lavarsi e di lasciare il sebo “lì dove deve stare”, mentre è possibile detergersi normalmente “dove non batte il sole”.

Scritto da
Anna R. Sarni DVM

Bibliografia (seguire i link):

1-Sunscreen exposed: 9 surprising truths
2-Sun exposure lowers cancer risk
3-Is UV radiation exposure correlated with cancer?
4-Sun and sun beds: inducers of vitamin D and skin cancer
5-The epidemiology of UV induced skin cancer
6-Behavioral Counseling to Prevent Skin Cancer
7-Beneficial effects of sun exposure on cancer mortality.
8-Does sunlight prevent cancer? A systematic review
9-Sun exposure, UVA lamps and risk of skin cancer: Epidemiological studies
10-Sunlight and cancer
11-The Effect of Sunscreen on Melanoma Risk
12- UVB RADIATION. Definition and Characteristics
13-UVB-induced production of 1,25-dihydroxyvitamin D3 and vitamin D activity in human keratinocytes pretreated with a sterol delta7-reductase inhibitor.
14-Study: Many Sunscreens May Be Accelerating Cancer
15-caving to industry, FDA delays safety standards for decades
16-Endocrine Disruptors and Asthma-Associated Chemicals in Consumer Products
17-Dangers of Sunscreens
18-Stabilità e tossicità dei filtri
19-Le creme solari rendono apatici i pesci. I pericoli tossici per l’ecosistema
20-Maximizing Your Vitamin D from Safe Sun Exposure
21-Optisol
22-Should You Put Sunscreen on Infants? Not Usually

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Ultima Modifica 9 Anni 9 Mesi fa da Cecilia.

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