Domanda U.A.A.R

Perché mai l’illuminazione dovrebbe portare sofferenze atroci?
Non c’è modo di rispondere alla domanda perché per farlo bisognerebbe conoscere l’illuminazione. Ma quella conoscenza non è l’illuminazione e quindi è inutile fare la domanda perché a rispondere sarebbe ancora una volta la conoscenza.
Quello che possiamo fare è percepire che la volontà di raggiungere un qualsiasi stato diverso da quello che siamo nasce sotto la spinta del sè che impedisce continuamente alla totalità della vita di esprimere se stessa.
La conoscenza umana è il vero problema. Ha permesso di migliorare le condizioni della nostra sussistenza ma ci ha condannato a questo isolamento.
Non credo faccia differenza il tipo di ricerca o la serietà che ci mettiamo perché il problema sorge proprio dalla ricerca stessa. Cos’è che dentro di noi muove il pensiero e la ricerca? Non c’è sempre qualcosa di diverso da quello che siamo o possediamo che dobbiamo raggiungere? e non è questo che ci toglie energia ed isola da noi stessi e dalla realtà? Siamo a tutti gli effetti corpi in ostaggio dei nostri pensieri. Crediamo che i pensieri siano nostri quando invece sono di tutta l’umanità ed è proprio questa credenza che ha dato vita e sostiene il sé.
Però i pensieri possono tornare ad essere nuvole nel cielo azzurro se impariamo ad usare i pensieri per le questioni pratiche, lasciandoli poi liberi di tornare da dove sono venuti. Se non c’è più nessuno che registra ciò che accade, trasformando la realtà in pensiero, finisce anche il desiderio di osservarli, sostenerli o accumularli.

LOG ha scritto: Perché mai l’illuminazione dovrebbe portare sofferenze atroci?

ho voluto dire che anche a poter raggiungere l'illuminazione,
la fine dei pensiori e la incessante ed illusoria costruzione mentale del tempo
se tutto questo ci provocasse ad esempio, sofferenza
non avremmo di che farne

Quindi secondo me, la vera questione
non è l'illuminazione ed arrestare i pensieri e la ricerca
ma gli stati d'animo che proviamo

Se non c’è più nessuno che registra ciò che accade, trasformando la realtà in pensiero, finisce anche il desiderio di osservarli, sostenerli o accumularli.

Il problema è come fare
magari ci fosse un bottone sulla testa pigiato il quale, si arresta l'incessante attivita mentale

Ecco questa è la domanda che sorge spontanea … il come fare. Ma chi chiede come fare è la causa del problema. E’ l’ennesimo tentativo di tenersi in vita perché altrimenti vorrebbe dire scomparire.
Probabilmente è la paura che impedisce al sé di lasciarsi andare e finire.

LOG ha scritto: Probabilmente è la paura che impedisce al sé di lasciarsi andare e finire.

paura di cosa?

L'io è pensiero che si è costruito un suo punto di osservazione e controlla tutto ciò che accade. Non può immaginare una realtà in cui la sua presenza non c'è. La paura nasce da questo credo.

LOG ha scritto: Se la conoscenza di Dio potesse essere acquisita percorrendo le strade dell’esoterismo allora avremmo avuto una miriade di uomini illuminati. Purtroppo non è mai stato così e continuerà ad esserlo ancora. Le scienze esoteriche portano l’io a conoscere livelli più sottili di conoscenza invece di porre fine alla sua vana ricerca. Chi davvero conosce Dio è morto definitivamente ad ogni ricerca materiale, esoterica e spirituale. Questa è l’unica liberazione che l’uomo possa ottenere ed è quello che gli altri animali hanno fin dalla nascita …. altro che superiorità umana!
L’uomo è un errore della natura. Il resto sono solo illusioni.

Ciao log, mi fa piacere rivederti sul forum

Francesco
Tutte le cose che dici non centrano niente col 3d che ho aperto.
Sono discorssi che fai tu sulla ricerca delle verita delle cose.
Io non ricerco niente, da morti forse sapremo. Per ora che son vivo chissenefrega, per mè son tutte balle :lol: