Domanda X Tutti, parliamoci qui

Vorrei proporre un argomento da discutere qui nel Nostro Giardino, è un argomento che ha una certa durezza.
Vorrei che parlassimo della morte. Insieme a voi mi piacerebbe penetrare un pò alla volta questo discoros per vedere...Ora però sto per uscire e se la linea non mi tradisce come nei giorni scorsi, domattina sarò qui. Un bacio

Ho avuto la linea solo ora, sono giorni così questi, riesco a connettermi solo la sera tarda, speriamo si risolva.
Vedo che l'argomento ha suscitato il silenzio E io che speravo di potere godere delle vostre riflessioni in Giardino...

C'è un libro, intitolato La morte di Wladimir Jankelevitch, un tomo che indaga la questione della morte da tanti e diversi punti di vista per dire alla fine , che della morte non si riesce a dire niente.
"Cos'è la morte - la morte di tutti e di ciascuno, la morte di sempre e quella marcata dai segni inquietanti del nostro tempo? Come penetrare in un evento tanto decisivo da incidere in profondo la nostra esistenza eppure tanto opaco da mettere in scacco ogni sapere volto a rappresentarlo? Sono queste le domande, brucianti ed estreme, che alla fine degli anni Cinquanta, a pochi anni dalla piú grande apocalisse dell'epoca moderna, si poneva Vladimir Jankélévitch in un libro che giustamente Lévinas ebbe a definire «sconvolgente». Sconvolgente per la radicalità con cui egli decostruisce tutti i dispositivi immunitari elaborati dal sapere occidentale nei confronti dell'Irriducibile; ma anche per l'acutezza di uno sguardo, affilato e obliquo, che taglia in maniera trasversale le grandi interrogazioni sulla morte, all'epoca affrontate da Heidegger e da Freud, da Blanchot e da Foucault, ma già prima da scrittori come Tolstoj e Rilke. All'interno di un grande scenario teorico, che spazia dall'antichità ai nostri giorni, la riflessione jankélévitchiana rivela una sorprendente attualità. "
Al link si può eggere anche un estratto dell'opera
www.einaudi.it/libri/libro/vladimir-jank...a-morte/978880619536


Questo è inveve il pensiero semplice che aveva Epicuro sulla morte:

" [...] Abítuati a pensare che nulla è per noi la morte, poiché ogni bene e ogni male è nella sensazione, e la morte è privazione di questa. Per cui la retta conoscenza che niente è per noi la morte rende gioiosa la mortalità della vita; non aggiungendo infinito tempo, ma togliendo il desiderio dell’immortalità. Niente c’è infatti di temibile nella vita per chi è veramente convinto che niente di temibile c’è nel non vivere piú. Perciò stolto è chi dice di temere la morte non perché quando c’è sia dolorosa ma perché addolora l’attenderla; ciò che, infatti, presente non ci turba, stoltamente ci addolora quando è atteso. Il piú terribile dunque dei mali, la morte, non è nulla per noi, perché quando ci siamo noi non c’è la morte, quando c’è la morte noi non siamo piú. Non è nulla dunque, né per i vivi né per i morti, perché per i vivi non c’è, e i morti non sono piú. Ma i piú, nei confronti della morte, ora la fuggono come il piú grande dei mali, ora come cessazione dei mali della vita la cercano. Il saggio invece né rifiuta la vita né teme la morte; perché né è contrario alla vita, né reputa un male il non vivere. E come dei cibi non cerca certo i piú abbondanti, ma i migliori, cosí del tempo non il piú durevole, ma il piú dolce si gode. "

Mi è capitato di incontare persone che , parlando della morte,(non erano religose) mi dicessero che non ne avevano paura.Che per loro la morte era un fatto naturale, che accettavano con naturalezza, e che speravano solo di non dovere soffrire.Mi hanno sempre stupito queste affermazioni, perchè invece io ho sempre avuto paura della morte, della morte dei miei cari e della morte mia.
Ed è un periodo questo in cui desidero capire meglio questa paura, ovvero vorrei attraversarla per vedere poi, se là in fondo, questa paura possa essere trasformata...

Vado a controllare la fiamma...
E' accesa...

"Non è che ho paura di morire. Solo che non voglio esserci quando accadrà."
(Woody Allen)

Amici, se pensate che l'argomento sia scabroso o di gattivo gusto, dai, fatemelo sapere, che si dirotta da un'altra parte...

Cara Clara, penso di sì: che la morte sia decisamente un tema "scabroso", decisamente ruvido al tatto, ma mai e poi mai " di cattivo gusto".
Mi ha colpito il tuo parlare di morte, non in generale, ma su questo forum, e nel nostro giardino.
Il tuo invito a questa riflessione è stato come un fulmine a ciel sereno (che saettava tra i tanti arcobaleni) e contemporaneamente come una luce che si accendeva a indicare una strada.

Ho pensato di trovarmi di fronte a una specie di paradosso: nel forum sulla salute si può parlare anche di morte? Direi che questa è una grandissima prova di democrazia! Persino un ospite così sgradito ai più trova il suo posto qui e proprio nel nostro giardino...un posto così sospeso nel tempo e nello spazio da poter essere ovunque e in nessun posto, sempre presente e mai davvero presente...un po' come la morte...

Ho tanti pensieri sulla morte, come tutti o quasi, ma non riesco a tradurli ora in parole. Ho bisogno di tempo. Solo per questo non avevo ancora scritto nulla, non perché non avessi apprezzato l'invito.

Faccio solo una riflessione, nata da una domanda: perché la morte? Perché parlarne qui, perché ora? Perché questo invito mi colpisce tanto, perché sento che mi riguarda così da vicino?
Cos'è la morte? Un cambiamento? Una perdita? Cosa abbiamo perso di così importante da farci parlare di morte? O forse stiamo parlando anche di lutto?

Non ho potuto non pensare al motivo da cui è nato il nostro giardino...e a quanto e a chi abbiamo perso, o temiamo di perdere.

Di più adesso non so dire, ma sono certa che si tratti solo di avere pazienza, poi le parole arriveranno.
E grazie a Clara per la possibilità che dai a tutti noi di parlare di questioni così "scabrose"...o anche solo di pensarci.

Laura80 ha scritto: Ho tanti pensieri sulla morte, come tutti o quasi, ma non riesco a tradurli ora in parole. Ho bisogno di tempo. Solo per questo non avevo ancora scritto nulla, non perché non avessi apprezzato l'invito.

Parole sante, Laura, come sempre.
Sputassi quello che ho dentro circa la morte... credo vi schiferei, annoierei, vi inonderei di facile pressapochismo.
Intanto credo di vederla come la brusca fine di un percorso.... a che punto e come avvenga, non so, credo che il nostro egoismo naturale ci faccia credere che sia sempre troppo presto... lo penserei in caso di morte altrui, probabilmente farei la stessa cosa per morte mia.
Ecco una diramazione, morte propria o altrui? altrui vicino (amico, familiare) o un altrui lontano (conoscente in generale) ?
Clara, la fiamma può spegnersi quando termina lo stoppino della candela o la legna sulla brace.... può spegnersi però anche in anticipo per un soffio di vento o una goccia d'acqua, per incuranza.....
Non so, forse non voglio sapere, forse preferisco nascondermi dietro un confusissimo "no comment".

Per me l'argomento è affascinante. Grazie Clara!
Il motivo del mio silenzio in due giorni è dovuto a 48 ore piene di attività e poco riposo, motivo per il quale ora sto crollando dal sonno.

Ma due idee le voglio scrivere comunque.
Credo di essere tra la minoranza (molto minoranza) che si "prepara" alla morte da quando, giovane, ho iniziato a praticare la meditazione.
Da allora, pian piano, si è formata in me la consapevolezza di un passaggio naturale, la curiosità, prima, e una certa certezza, poi, di cosa ci aspetta nella prossima dimensione, come mi piace considerarla.
Ho avuto il privilegio di accompagnare negli istanti del passaggio un caro amico, sono attimi che resteranno per sempre impressi in me.

La mia serentità rispetto a questa UNICA CERTEZZA della vita è chiaramente data da un Credo, ma anche da esperienza interiore facilitata appunto dalla meditazione.
Chiaro che sto parlando della MIA "MORTE", di quando sarà il mio momento. Sarei un'ipocrita se dicessi che sono serena a pensare alla dipartita di coloro che amo.

Non mi addentro ulteriormente nel discorso perché l'unico modo che ho per cercare, Clara, di contribuire alla trasformazione della tua paura, è parlare del dopo ma non so se tu contempli un dopo.

Intanto... buona notte!
:kiss: