OFFERTE DI PRODOTTI VIA MAIL O MP

In un forum che tratta di salute e malattie, può succedere che improvvisamente qualcuno offra la soluzione tanto agognata, via mail o via messaggio privato.
DIFFIDATE sempre, controllate, ricercate e chiedete. Chiedete ad altri foristi se per caso conoscono questo prodotto, chiedete se esistono dei test e delle testimonianze attendibili.

Tutto ciò che vi passa per la mente !!

Domanda Macui

  • pacio
  • Avatar di pacio Autore della discussione
  • Offline
  • Platino Utente
  • Platino Utente
Di più
11 Anni 2 Mesi fa - 11 Anni 2 Mesi fa #17870 da pacio
Macui è stato creato da pacio
L'isola del tesoro esiste davvero
Non c'è l'oro dei Viceré delle Indie, ma l'elisir di lunga vita Benvenuti nell'arcipelago Juan Fernández

Due ore di volo su un piccolo jet Cessna. Una pista lunga un chilometro ci accoglie: portaerei naturale tra due strapiombi. Siamo nell'aeroporto (se così si può definire) Robinson Crusoe. Siamo nell'isola del tesoro. Una baracca per torre di controllo, tutt'intorno vulcanici colori rossi e neri. Duemila metri di discesa sterrata. Lo stretto e lungo molo di legno che sfregia l'acqua della baia del Padre, ex cratere dove si crogiolano al sole i lupi di mare, le otarie che popolano l'isola. Una barca di pescatori ci attende: è il taxi che ci porta nell'unico centro abitato, San Juan Bautista. Circa 650 abitanti, massimo 800 quando si pescano le aragoste. Fino alla fine del 1800 l'isola era disabitata. Momentaneo covo per pirati e corsari, ma mai abitata.

L'isola che ispirò Defoe
Mi piace questo contenutoNon mi piace questo contenuto
A 9 persone piace questo contenutoA 0 persone non piace questo contenuto
9
Link:

Il naufrago di Defoe
Il naufrago Alexander Selkirk, marinaio scozzese che ispirò nel 1719 Daniel Defoe per il suo Robinson Crusoe, vi fu abbandonato per punizione: imbarcato a 27 anni su una nave corsara, per evitare il carcere in patria, seguitava a dire che l'imbarcazione (troppo malandata) sarebbe affondata. E così fu, ma dopo che Selkirk fu lasciato sull'isola disabitata (dal 1704 al 1709). Da solo, nella realtà senza nemmeno l'indigeno Venerdì che Defoe gli ha inventato come compagno. Non è leggenda quel Robinson e nell'isola troviamo anche la sua grotta, nella baia degli Inglesi. «Eccola», i pescatori la indicano mentre ci portano al porto di Cumberland, dove è il paese e dove ogni tanto uno tsunami si abbatte (l'ultimo nel febbraio 2010: sette morti). A gennaio e febbraio è estate, massimo 22 gradi (10 di inverno). Fresco, ma raggi solari brucianti. L'isola è una striscia di terra a forma di virgola, lunga una ventina di chilometri, 6 chilometri l'ampiezza massima. Vulcanica e posizionata sulla placca di Nazca, dove qualche volta colonne di acqua calda sbuffano dal mare. Durante il tragitto in barca i nostri traghettatori pescano all'amo. Due-tre vetriole, piccoli tonni. Ottimi crudi, marinati per 30 minuti nel limone: è il primo pasto isolano nel Lodge Robinson Crusoe che ci ospita. Ricetta dello «chef» Pia.

Un patrimonio della biosfera
Ancora in mare: un gruppo di curiosi delfini si avvicina, un cormorano si tuffa e riemerge con la preda, pesci volanti sbucano dall'acqua quanto basta per una foto. «D'inverno si vedono anche le balene», dicono i pescatori. Passiamo sotto al monte più alto dell'isola (915 metri). Le montagne, verdi in altura, scendono a precipizio. Le coste brulle e desolate. Al centro dell'isola, un'ampia valle di foresta sempreverde sub-artica. Niente mezze vie: alberi grandiosi e palme nane, felci di inusuale grandezza e colibrì poco più grossi di un calabrone. In mare, tante grotte accessibili solo con la bassa marea. Ecco il porto, le razze (reti) per le aragoste (langoste) delimitate da boe. Il paese. Siamo a 700 chilometri dalle coste cilene meridionali. Nel cuore dell'isola di Robinson. Parco nazionale dal 1935. Patrimonio dell'umanità dal 1977, area dall'Unesco per la salvaguardia mondiale della biosfera. Rigidamente protette flora e fauna, terrestre e marina. Così si sono salvati i «lobi» (lupi), foche selvaggiamente cacciate per il pelo tra il 1788 e il 1809: oltre 5 milioni di esemplari uccisi fino alla decretata estinzione. Poi, nel 1958, ne fu avvistata una coppia in una grotta. Oggi i lupi sono tornati 15 mila.

Pirati e tesori
Storie di pirati e di tesori si respirano nell'isola, la più grande delle tre dell'arcipelago Juan Fernández (che le scoprì nel 1574). Eccoci a San Juan Bautista. Una caserma con tre poliziotti, una tenda palestra, il pub, una baracca che affitta attrezzature da sub, l'osteria Defoe, il laboratorio di Brenda dove il corallo nero si trasforma in poveri e magici monili. I pescatori intrecciano i rami elastici del maqui (l'albero si chiama come il frutto) per farne razze da aragoste, che qui sono rosse anche da vive. Nelle profondità marine ve ne sono anche di bianche, sacre e non commestibili così come gli enormi ricci neri. Granchi di vari tipi e dimensioni. Pesci in quantità ormai dimenticate in altri mari. Capre, mucche, cavalli pascolano per i monti. Ai cavalli è vietato entrare nel villaggio. Tranne il 21 maggio e il 18 settembre, giorni di festa nazionale: si beve la «ciccia», a base di bacche di maqui fermentate (5 gradi alcolici), e si assiste al palio. Uno slalom al galoppo con un tronco legato al cavallo. Quattro le contrade.

L'affondamento del Dresden
In mare, davanti al porto, c'è il relitto dell'incrociatore tedesco Dresden (Dresda) autoaffondatosi lì il 14 marzo 1915, circondato da navi nemiche inglesi. A Veracruz, in Messico, il Dresda era arrivato nove mesi prima: c'era la rivoluzione di Pancho Villa, deve portare via il presidente deposto Victoriano Huerta, i cittadini tedeschi e i loro beni. Oro, gioielli e soldi. Sbarca in Giamaica l'esiliato Huerta e si appresta a rientrare. Scoppia la prima Guerra mondiale (agosto 1914), la battaglia delle Falkland, il Dresda è braccato nel Pacifico meridionale fino all'autoaffondamento. Il tesoro che trasportava? Mai ritrovato. Ma a San Juan Bautista - un centinaio di casette, quasi tutte in legno, senza fondamenta ma poggiate su palafitte alte mezzo metro - incontriamo Maria Teresa Beeche, la proprietaria della taverna-pensione Daniel Defoe. Lei cerca il tesoro più importante. Il suocero, un medico cileno, le ha lasciato in eredità una pergamena in inglese arcaico trovata in uno scrigno sepolto. Si parla del tesoro del Viceré delle Indie. Ci ha creduto Bernard Keiser, imprenditore americano: nel 1998 ha investito 10 milioni di dollari per trovare il tesoro degli Incas: 800 sacchi d'oro, forzieri di gioielli e pietre preziose, casse d'argento, il prezioso collare della moglie di Atahualpa (tredicesimo e ultimo imperatore Inca) e una Rosa dei Venti in oro massiccio. Lo ha nascosto Juan de Ubilla y Echeverria, corsaro spagnolo al servizio degli Asburgo che aveva saccheggiato il mercantile «Nuestra Senora del Monte Carmelo» mentre trasportava il tesoro da Veracruz verso Siviglia. Keiser non ha trovato nulla.

Le bacche «magiche»
A caccia di tesori non si accorse delle bacche di maqui, l'elisir di lunga vita. Nell'ultimo libro (2013, Sperling & Kupfer) di Barry Sears, presidente dell' Inflammation Research Foundation di Boston, ne è descritto il potere. Capitolo 7: «Per rallentare il processo di invecchiamento è fondamentale aumentare l'attività dell'enzima della vita. A questo riguardo si può considerare eccezionale un particolare gruppo di polifenoli: le delfinidine. Si trovano soprattutto nelle bacche di maqui che crescono spontaneamente sulle isole del remoto arcipelago Juan Fernández. O in Patagonia, nel Sud del Cile». È 40 volte più potente degli altri polifenoli. Il maqui è pianta sacra per gli indigeni del Cile meridionale (i Mapuche, o uomini della terra), mai sconfitti con le armi da nessuno. Leggendaria la loro robustezza: alti in media un metro e 85, le loro orme sulla spiaggia furono scambiate per quelle di giganti dall'italiano Antonio Pigafetta che fece, dal 1519 al 1522, il primo giro della Terra. Mangiavano maqui e carne di nandù, uno struzzo selvatico. Uno sciamano Mapuche ci spiega: «Il nostro popolo vive in Patagonia da 30 mila anni, il maqui c'era prima di noi». È la pianta di Dio.

www.ipump.it/enerzona/benessere/antiossi...jFurUCFUcV3godXwYAiA
Ultima Modifica 11 Anni 2 Mesi fa da pacio.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.554 secondi