OFFERTE DI PRODOTTI VIA MAIL O MP

In un forum che tratta di salute e malattie, può succedere che improvvisamente qualcuno offra la soluzione tanto agognata, via mail o via messaggio privato.
DIFFIDATE sempre, controllate, ricercate e chiedete. Chiedete ad altri foristi se per caso conoscono questo prodotto, chiedete se esistono dei test e delle testimonianze attendibili.

Al contrario di quanto si credeva nei tempi passati, oggi corpo e mente non sono più due mondi se­parati, ma sono due par­ti, in continua influenza reciproca, di un tutt’uno. L’uomo quindi è oggi considerato in tutta la sua unità somato – psi­chica, se l´intero sistema integrato di mente, corpo ed emozioni, che costituisce l´intera persona, non converge in direzione della salute, allora gli interventi puramente fisici possono non avere successo (Dott. O. Carl Simonton)

Domanda Psicologia: mettiamo le carte in tavola

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11 Anni 11 Mesi fa - 11 Anni 11 Mesi fa #8455 da lord_vivec
Psicologia: mettiamo le carte in tavola è stato creato da lord_vivec
Chi mi conosce sa che il mio campo di interesse e specializzazione è la psicologia, nella quale ripongo una grande fiducia, anzi la ritengo parte integrante, un "tutt'uno" con la medicina alternativa . Non riesco neanche ad immaginare un medico olistico, completamente privo di nozioni di psicologia (come MINIMO di psicologia olistica, ma personalmente conosco medici olistici che studiano anche psicologia "occidentale"...).

Cè da dire però una cosa: con "psicologia" io intendo "lo studio della mente" e delle sue funzioni, ma la intendo in senso MOLTO lato. Non intendo solo la psicologia occidentale, oppure solo la psicologia olistica/orientale, bensi ENTRAMBE. Che poi chi studia psicologia integrata, saprà che non cè una reale differenza tra le due cose, che si possono e anzi si DEVONO integrare, senza stupidi campanilistmi. Le due cose non si escludono affatto, anzi si arricchiscono.

Comunque, veniamo alla questione centrale.
Dalla mia esperienza, sia su internet sia "in real life", pare che per qualche ragione che non mi è per niente chiara, la psicologia (in generale, non solo quella occidentale) sia una specie di tabù. Non interessa veramente a nessuno parlare di psicologia, financo nemmeno della "psicologia della salute" che si sta affermando da una ventina d'anni in Occidente - che non è una psicologia mirata a "guarire malattie mentali" come è stata fino a una decina di anni fa l'intera istituzione psicologica, bensì mirata a sviluppare la felicità, ad accrescere le proprie risorse (self empowerment, coaching) e insomma mirata allo sviluppo del benessere, invece che alla risoluzione di "malattie mentali" più o meno verificate.

Io penso che le riserve a discutere di psicologia, vengono proprio da lì: dal fatto di identificare la psicologia con una (pseudo)scienza, che ha l'arrogante pretesa di classificare il comportamento umano entro schemi rigidi, e per giunta si arrogano il diritto di determinare chi è "pazzo" e chi è "sano". E in effetti, gli psicologi universitari ragionano proprio in questo modo. Basterebbe leggersi "i cosiddetti sani" per confutare, a livello sociale e culturale, l'idea che la sanità mentale esiste in primo luogo (in passato, filosofi del calibro di Focault mettevano in discussione l'esistenza della malattia mentale, ma Fromm si è spinto oltre, affermando che è la SALUTE mentale che non esiste, specie nell'ambito della società occidentale...)

Pertanto, ci tengo a sottolineare una cosa molto importante per me: io NON SONO iscritto all'università di psicologia. E ne vado pure fiero. Proprio per stare alla larga da certe dinamiche istituzionali e accademiche, che GIUSTAMENTE hanno dato una pessima fama alla psicologia (a livello di ISTITUZIONE, ma si sappia scindere l'istituzione dalle tecniche e dalle teorie... perchè altrimenti è come dire che siccome la scuola italiana è un barile di merda, allora la matematica è una materia inutile...)io proprio per SCELTA, ho rinunciato a una carriera nell'istituzione accademica. Lavoro, studio e mi interesso comunque di quest'ambito, ma diciamo "per vie trasverse".

Ora, dopo questa lunga introduzione, la domanda a questo punto è: qual è la posizione di questo forum, nei riguardi della psicologia? Gradirei la massima chiarezza e onestà, perchè non mi va di scrivere dei post lunghissimi (e secondo me, molto importanti) per poi venire sistematicamente ignorato per via di divergenze "ideologiche"

Io ho studiato veramente una valanga di approcci psicologici diversi (certo nessuno "in profondità" a dire il vero, ma sempre rimanendo sul pratico), anche MOLTO diversi tra loro. Non sono tutti uguali: se alcune scuole di pensiero possono essere tacciate di arroganza e materialismo (es. la Terapia Cognitivo Comportamentale, piuttosto "infame" proprio per la sua presunta scientificità), ce ne sono tuttavia alcune completamente diverse, che fanno capo alla psicanalisi (es. gestalt), alla medicina psicosomatica (es. bioenergetica), alla cosiddetta "psicologia orientale", derivante dallo yoga e dalle intuizioni buddiste, che si sta affermando negli ultimi anni (all'università di Genova cè una cattedra di psicologia orientale: c'era un professore, attualmente in pensione, di nome Giulio Cesare Giacobbe, che ha scritto dei libri estremamente interessanti e anche molto semplici su quest'argomento).
Poi, ci sono gli approcci "jolly", che sono praticamente validi in senso lato e oggettivo (cioè, sono molto efficaci e si integrano benissimo persino con la psicologia orientale, e con qualsiasi approccio "occidentale" fino al punto che non cè una reale differenza. L'apoteosi della "psicologia integrata").

(Corpo del discorso)
Insomma, io in teoria potrei venire su questo forum, e potrei parlare di qualunque approccio psicologico che conosco. TUTTAVIA, se ci sono delle riserve su alcuni approcci, sarebbe meglio se lo sapessi da subito, così mi limito a parlare solo di quelli che qui vengono tollerati - sebbene personalmente, la considero una cosa senza senso, dato che tutti gli approcci sono intimamente collegati: alcune teorie sono sfacciatamente simili tra le varie scuole di pensiero, se non delle vere e proprie integrazioni fatte da pionieri della psicologia integrata

Gli approcci sui quali vorrei un'opinione, sono i seguenti:

- le scuole occidentali di psicologia
: cognitivo-comportamentale, Gestalt, psicoanalisi/psicodinamica (tutte le scuole), ecc

- le scuole olistiche e/o orientali di psicologia, o più in generale quelle che hanno molto in comune con la visione psicologica olistica, che vi si integrano perfettamente.
Tra queste rientrano: la Bioenergetica di Lowen, lo psicodramma (che è praticamente "meditazione dinamica..."), le varie opere sullo Yoga (anche ad esempio quelle di Osho e altri autori), le varie applicazioni pratiche del buddhismo allo scopo di benessere psicologico, l'analisi transazionale (che è una scuola eccezionale:sebbene può sembrare molto "occidentale", in realtà è una delle migliori scuole di psicologia sulla faccia della terra...)

-la parapsicologia/spiritualità. Almeno qui, mi è PARSO che ci fosse non solo tolleranza, ma che in effetti fosse l'unica forma di psicologia "ufficialmente" accettata. Le scuole di pensiero sono: la psicosintesi e psicologia transpersonale; le varie scuole di psicosciamanesimo e gnosticismo (Jodorowsky, Rocco Bruno, Igor Sibaldi, ecc); il Pensiero Positivo; i vari autori/maestri spirituali che penso, conosciamo tutti: Krishnamurti, Osho, Gurdjeff, Anthony de Mello, Deepak Chopra, Wayne Dyer, i vari altri autori sullo Zen, sulla spiritualità olistica, ecc ecc.

Infine, cè un'approccio alla psicologia, se così lo vogliamo chiamare, al quale ci tengo in maniera particolare, e su questo esigo di sapere se lo conoscete e cosa ne pensate, perchè se mi è concesso avrei molto da dire su questo modello teorico, che ha veramente capacità rivoluzionarie: rappresenta per la psiche umana quello che l'epigenetica rappresenta sulla sfera "fisica" (e non ha caso, ci sono molte connessioni teoriche tra i due modelli...).
La programmazione neurolinguistica (PNL) è in realtà un meta-modello, cioè in pratica si può dire che non è una psicologia "a sè stante" ma ingloba tutte le forme di psicologia esistenti (anzi, in effetti ingloba tutto lo scibile umano, ma non allarghiamo troppo il discorso).
Siccome si tratta di una disciplina veramente IMMENSA, in tutti i sensi, è poco conosciuta, difficile da spiegare "in due parole", e purtroppo tende ad esserci un'ignoranza estrema su quest'argomento. Alcuni, particolarmente ignoranti e fantasiosi, pensano addirittura che sia una specie di "psicosetta" o qualcosa del genere. Oppure ne conoscono solo le sue manifestazioni pratiche e superficiali, e la conoscono come una forma di ipnosi molto potente, in grado di riprogrammare gli individui e spingerli a scelte manipolate. In effetti la si può usare anche così, e a livello professionale è molto impiegata in questa forma, ma non è questo che mi interessa.
Bene io non so come la pensate o se la conoscete in primo luogo, ma mi basta sapere se accettate i loro insegnamenti come validi, oppure "non vi fidate".

Volendola descrivere (ma non saprei neanche da dove iniziare) Diciamo che è una disciplina che si è andata a studiare tutte le funzioni mentali che stanno alla base dei comportamenti... ma non nel modo in cui l'hanno fatto nella psicologia comportamentale, ma MOLTO più "a fondo"...

Alla fine, ne è venuto fuori che l'essere umano è completamene programmabile attraverso funzioni neuropsicologiche basilari (tra le quali il linguaggio, vedere a questo proposito gli importantissimi studi di Noam Chomsky e di Watzlawick sulla semantica...), fin nelle più apparentemente insignificanti funzioni nervose e mentali, e persino nel corpo (uno degli ambiti di interesse della PNL è proprio la medicina psicosomatica; detto brutalmente, cercano di guarire le persone "provocando miracoli", attraverso adeguate programmazioni mentali). Insomma una vera e propria tecnologia della mente, roba da far impallidire il più fanatico sostenitore della psicologia, sia occidentale che orientale.

Anzi, a questo punto dirò subito una cosa che probabilmente mi farà mettere al rogo, della serie "o la va, o la spacca". Avete presente il "pensiero positivo"? Beh, dal punto di vista della PNL, non è niente di trascendentale: è pratico ed è anche scientifico.
E' NORMALE che se tu ti ripeti determinate PAROLE ed IMMAGINI (semantica di Chomsky) molto potenti e significative nella tua mente, vieni riprogrammato a livello mentale (e persino genetico, vedi la "matrix divina" di Gregg Braden e "la biologia delle credenze" di Lipton). Ma questo gli indiani lo sanno da sempre, la tecnica del "mantra" sfrutta proprio questo meccanismo... :S

La PNL è una disciplina molto pragmatica, degna erede della cultura americana direi, il che non è poi tanto un male. Per decenni hanno studiato TUTTE le forme di psicologia veramente efficaci che esistono al mondo (ossia, tutte quelle menzionate sopra, dalla psicanalisi allo sciamanesimo hawaiiano). Dopodichè, hanno sviscerato i fattori che le rendevano efficaci (vedi "la struttura della magia" di Bandler e Grinder), AL DI LA' dei modelli e delle teorie delle varie scuole studiate. Ecco perchè è un "meta-modello"... A loro non interessa minimamente se una cosa è "vera" oppure no: interessa soltanto se "funziona" (approccio pragmatico, appunto).
Per esempio, tanto un cattolico quanto un'ateo seguace del Pensiero Positivo possono ricevere un "miracolo", e guarire spontaneamente. Ma IN ENTRAMBI I CASI, ci vuole una convinzione molto profonda per farlo funzionare. Loro hanno scoperto con studi scientifici che è la convinzione che fa la differenza, non il "dio" di riferimento... L'unica cosa veramente importante, è che credendoci hanno attinto alle loro risorse interne (e penso che sapete tutti benissimo di cosa stiamo parlando).

Insomma, questo è. La PNL è, in definitiva, un tentativo di "razionalizzare" certi fenomeni che la medicina olistica cerca DA SEMPRE di sfruttare, in un modo o nell'altro. Il che non significa AFFATTO che li sminuisce o li semplifica, anzi al contrario, si prefigge di espandere sempre di più la consapevolezza su certi fenomeni. Il che è come dire "cercare di espandere le potenzialità umane"!!!
Io la vedo come la neo-psicologia, la scienza del futuro, il nuovo paradigma scientifico al pari dell'epigenetica. Poi, fate voi.
Ultima Modifica 11 Anni 11 Mesi fa da lord_vivec.
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11 Anni 11 Mesi fa - 11 Anni 11 Mesi fa #8483 da Clara
Risposta da Clara al topic Re: Psicologia: mettiamo le carte in tavola
Anni fa ebbi il piacere di partecipare a un seminario di drammaturgia tenuto da un insigne regista drammaturgo, uomo di lettere meravigliosamente colto, dico meravigliosamente riferendomi a una qualità dell'intelligenza che quando la si incontra non si può che goderne.
C'era un tizio però che sembrava un pesce fuor d'acqua, e mentre scorrevano i giorni attraversando le rive della filosofia della letteratura e altro, questo tizio sembrava sempre annoiato.
L'ultimo giorno il docente chiese quali erano le nostre riflessioni sugli incontri fatti, e il tizio rispose "Tutto serve."
Il docente allora concluse dicendo "Anche un idraulico."

Credo che i diversi approcci psicoterapici che hai descritto possano offrire tutti una qualche utilità.
Un conto però è "l'utilità" , cioè quello che può dare uno strumento per ovviare a una qualche sofferenza, un conto è invece lo strumento il cui obbiettivo sia quello dell'emersione della Verità del soggetto.
Tutte le psicoterapie tentano di "rattoppare" "curare" "ristabilire" "ritornare a un equilibrio".
La psicanalisi si distacca completamente da tutti questi tentativi, non ponendosi affatto come una "terapia", il soggetto in psicanalisi è alla ricerca della propria verità occultata.


A CHE SERVE LA PSICANALISI ? di CHRISTINE DAL BON
Sono in analisi da una vita. Quando mi vengono poste domande su questo lungo
lavoro mi sento di rispondere: «Non che io ho fatto un'analisi ma che l'analisi ha fatto me!». La cura analitica mi ha permesso di essere autrice, protagonista della mia vita, dei miei atti e della mia parola, di affinare il mio livello di esigenza e di amore della verità. Contrariamente ai dispositivi della medicina, della psicoterapia o della religione la cura mi ha permesso di cogliere ciò che nessun'altra avventura spirituale mi sembra poter offrire: non sono una malata, nessuna etichetta è valida per i miei sintomi, io sono la sola quindi a poter, a voler assumere, conoscere e raccontare la mia vita, le lacrime come le folli risate, i sogni, gli incubi, i transfert, le conversazioni con i diversi analisti che ho avuto la fortuna di incontrare.
Oggi in Italia alcuni psicanalisti sono condannati per il semplice fatto di ascoltare dei pazienti. Ascoltare senza dire nulla è dunque un atto rivoluzionario! Ed è del tutto giusto, è proprio vero: la libertà di dire trasforma ogni analizzante in modo duraturo e profondo; egli diviene ciò che voleva essere quando era bambino; il suo lavoro su se stesso gli restituisce l'energia che il suo destino aveva inabissato avendolo costretto nel corso degli anni a rinunciare a sé, a soffocare la sua gioia di vivere, la sua energia ad amare, a essere amato, a lavorare, a creare, a riposarsi.
Vedere più chiaramente nel percorso della propria vita comporta come grande effetto quello di poter decidere (da sé) del suo orientamento. La cura analitica non vuole guarire il soggetto, parlare non è una malattia. Ma al contrario lo rende infinitamente più sensibile poiché più consapevole. Il soggetto che prende conoscenza della propria fragilità ha colto che la più grande delle solitudini può diventare una forza: nessun potere, nessun padre su cui contare d'ora in poi.
Lo psicanalista non è al servizio della salute istituzionale, non è il controllore della morale, il super-cittadino garante dell'ordine pubblico. Non è un operatore sociale, non fornisce consigli. Egli è generalmente colto, studia i grandi autori, legge i filosofi, scrive e pensa per tutta la sua esistenza. L'analista si lascia attraversare dal suo lavoro, si lascia colpire dai suoi pazienti. La sua analisi, la sua personale fragilità gli consentono di sapere come superare l'abisso. Nessuna protezione ma il dovere di dare il meglio di sé a ogni istante: l'incontro della seduta avviene nella lealtà e nella fiducia. La psicanalisi è una disciplina che si distingue dalla psicoterapia, dalla medicina, dalla religione anche per questo aspetto: essa tratta del padre morto mentre le altre si sforzano di far credere che un padre c'è, un padre attorno al quale organizzarsi, forte, vivo o metaforico. La psicanalisi si interessa al sapere .
Non ha la pretesa di partecipare alla moltiplicazione dei miti tendenti a far credere che vi è un padre forte e che obbedirgli senza coscienza ci liberi dal dovere e dal sentimento di colpa. L'analisi permette di far proprio un aspetto inalienabile dell'essere umano: quello che la parola sia un'altra cosa da una lingua morta fatta di etichette, di parole di passaggio e di luoghi comuni.

Christine Dal Bon

Della PNL invece penso molto male, poichè ognuno di noi ne è vittima, questa tecnica infatti è continuamente usata nello spaccio delle informazioni, nella pubblicità, nei film, nei libri di scula ecc.
Se il suo potere distruttivo è tremendamente forte, non si può dire la stessa cosa del suo potere curativo, quando viene usata per risolvere problemi personali.
Puoi tentare di riproggrammarti quanto vuoi, e magari per un periodo potrà anche funzionare, ma poi "quella verità profonda" nella quale non si è indagato è che è rimasta sommersa ancora nell'inconscio, tornerà a farsi sentire, come sintomo, malanno, disagio.
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11 Anni 11 Mesi fa - 11 Anni 11 Mesi fa #8509 da lord_vivec
Risposta da lord_vivec al topic Re: Psicologia: mettiamo le carte in tavola

Clara ha scritto: Credo che i diversi approcci psicoterapici che hai descritto possano offrire tutti una qualche utilità.
Un conto però è "l'utilità" , cioè quello che può dare uno strumento per ovviare a una qualche sofferenza, un conto è invece lo strumento il cui obbiettivo sia quello dell'emersione della Verità del soggetto.
Tutte le psicoterapie tentano di "rattoppare" "curare" "ristabilire" "ritornare a un equilibrio".
La psicanalisi si distacca completamente da tutti questi tentativi, non ponendosi affatto come una "terapia", il soggetto in psicanalisi è alla ricerca della propria verità occultata.


Si, capisco cosa intendi. Si lo so che la psicanalisi, più che una psicoterapia, è un cammino di conoscenza di se stessi, e può "andare a fondo" come quasi nessun'altro approccio può fare.
Ad ogni modo, non sono interessato a suscitare polemiche circa l'utilità (o meno) dei singoli approcci: io sono dell'idea che, appunto, "tutto serve". Altrimenti non sarebbe "psicologia olistica", non ci sarebbe integrazione, e questo per me non ci porta alla conoscenza.

L'unica cosa che contesto semmai, è la mancata volontà di integrarsi e il rimanere sulle proprie posizioni da parte degli intellettuali di formazione psicanalitica, persino quando esse vengono confutate scientificamente, ma su questo argomento evito di approfondire perchè non sono ferrato: so tuttavia dell'esistenza di una "neuropsicanalisi", che si avvale di scoperte scientifiche nel campo delle neuroscienze, che hanno in parte convalidato, e in parte confutato le intuizioni di Freud. Ma siccome non è il MIO campo, non posso discuterne

Della PNL invece penso molto male, poichè ognuno di noi ne è vittima, questa tecnica infatti è continuamente usata nello spaccio delle informazioni, nella pubblicità, nei film, nei libri di scula ecc.

si, va bene ho capito che vuoi dire, ma non facciamo il solito errore di confondere la parte con il tutto. La PNL può essere usata sia "in difesa" che "in attacco". Se le multinazionali spendono miliardi per potenziare i loro apparati di propaganda, e la PNL si presta particolarmente bene ai loro fini, di chi è la "colpa"? Secondo ME, la colpa è dei governi, che in un mondo perfetto dovrebbero a) impedire l'uso di tali tecniche a scopo malizioso, incluse le tecniche subliminali ecc (a proposito, ma la pubblicità subliminale funziona davvero?) e b) istruire il popolo su queste tecniche, non solo per difendersi dalle manipolazioni, ma anche per fare in modo che sviluppano il loro potenziale, per la prevenzione delle malattie mentali, per non farli trasformare in zombie decerebrati dalla TV, e molto altro.
Si vede che distruggere è più redditizio del diffondere benessere. Mi viene in mente l'introduzione del libro di Watzlawick "istruzioni per rendersi infelici", dove dice che se la gente fosse sana di mente e curasse la propria salute, non ci sarebbero pazzi e malati, e l'istituzione medica e psicologica fallirebbero, e sarebbe il collasso di tutto il mondo civilizzato. E lui (ironicamente, ovvio) scrive quel libro proprio per evitare che si possa verificare una simile disgrazia...

La colpa è dell'avidità dei capitalisti, perchè vale il classico esempio del martello: un martello non è ne buono ne cattivo, dipende se lo usi per inchiodare un quadro, o per spaccare la testa a qualcuno. E in ogni caso, la pubblicità subliminale (se funziona davvero, e personalmente non lo so: le fonti sono discordanti. Fatto sta che ci hanno provato a usarla, questo è certo) è chiaramente basata sulla psicanalisi. E' realistico accusare la psicanalisi di aver diffuso le nozioni per l'elaborazione dei messaggi subliminali? E allora lo stesso vale per la PNL

Se il suo potere distruttivo è tremendamente forte, non si può dire la stessa cosa del suo potere curativo, quando viene usata per risolvere problemi personali.

di nuovo, di chi è la colpa? Se la gente vuole rimanere nella "zona di comfort", e quindi non vuole cambiare e maturare, la colpa è solo sua. E lo stesso problema cè anche nella psicologia olistica, dove viene contemplato il legame tra "bambino interiore" ed Ego, nella sua parte più istintiva e animalesca. (proprio come in Analisi Transazionale, del resto)

Certo, se la TV invece di trasmettere messaggi subliminali e modelli di comportamento barbarici; e se la gente venisse CORRETTAMENTE "programmata" per diffondere idee positive, invece delle solite porcate materialiste e consumiste, individualiste e antisociali e malate, beh allora potremmo scrivere una storia diversa. Ma tu fallisci nell'inquadrare le dinamiche.

Puoi tentare di riproggrammarti quanto vuoi, e magari per un periodo potrà anche funzionare, ma poi "quella verità profonda" nella quale non si è indagato è che è rimasta sommersa ancora nell'inconscio, tornerà a farsi sentire, come sintomo, malanno, disagio.

penso che qui tu stia parlando della psicologia comportamentale.
Esiste anche la PNL "che va a fondo"...
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11 Anni 11 Mesi fa #8612 da lord_vivec
Risposta da lord_vivec al topic Re: Psicologia: mettiamo le carte in tavola
Riguardo la faccenda della psicanalisi, che dire... ti ho risposto parzialmente sull'altro thread, ma se non me la studio in prima persona, non posso dire niente di cui sono assolutamente sicuro.

Il problema è che già ho una quantità incredibile di roba da leggere :blink:

Intanto, grossolanamente posso dire che, secondo il mio modesto parere, la psicanalisi è fondamentale in quei casi in cui cè proprio bisogno di andare a risolvere il problema originale.

Ma nel caso di nevrosi leggere, è molto più conveniente, veloce ed efficace usare gli altri approcci.
Nel mio caso, una delle ipotesi che sono state avanzate dalla mia dott.ssa è che potrebbe trattarsi di una nevrosi proprio profonda, del tipo che la mia "anima" non accetta di essere nata, non accetta la vita esterna e voleva rimanere nell'utero...
se questa cosa è vera (e questo è uno dei gravi limiti della psicanalisi, come fai ad essere sicuro di una cosa del genere? Si può procedere solo per speculazioni, con tutti i rischi del caso...), beh in questo caso, con una nevrosi così profonda cè veramente bisogno di ravanare a fondo, altrimenti non è un problema che uno può semplicemente "passarci sopra" e vivere la propria vita fregandosene del problema originale, come si farebbe normalmente con la psicoterapia...

Ma poi, un'altra cosa: al di fuori della psicanalisi, vedo che ci sono molte tecniche (ipnotiche, meditative ecc) per "ripulire l'inconscio",che viene sistematicamente inquinato dalla società, dai mass media, dagli zombie rincoglioniti dai succitati mass media, ecc.

Io penso che sia INDISPENSABILE ripulire l'inconscio da queste influenze, persino quando si è "sani di mente" (se mai esiste una cosa come la "salute mentale" :P )

il problema è: la psicanalisi offre questa possibilità di "igiene mentale"? E soprattutto, a buon mercato?? (le tecniche di meditazione, sono praticamente gratis... basta impararle e poi praticarle...)

Infine, un'altra questione (e spero che almeno su questa, riesco ad attrarre un pò di interesse...) è la spiritualità. Ci sono studiosi che ritengono la spiritualità come una serie di "funzioni avanzate della mente". Qualcosa che va oltre la "mente quotidiana". E quindi, secondo loro, non cè nulla di "mistico" o metafisico, ma non sono neanche cose "irreali" - nel senso che se guarisci perchè hai fede in Dio, o semplicemente nella tua capacità di guarire, beh allora qualcosa di maledettamente reale deve esserci per forza!
Ma l'approccio pragmatico di alcuni autori e scuole di pensiero, soprattutto della PNL (non sempre però, anzi alcuni autori del campo PNL sono stati "accusati" di esoterismo, o comunque di contatti con scuole di pensiero esoteriche/mistiche...), va al di là dei SINGOLI apparati teorici e strumenti (psicanalisi, medicina olistica, singole religioni, ecc ecc) e va direttamente sul nocciolo della questione: cioè mira alla praticità, il motto è "l'importante non è che sia reale, basta che funziona" (come è spiegato, in maniera piuttosto incasinata direi, in "La struttura della magia" di Bandler e Grinder).
Io credo che questa sia la cosa migliore da fare, non fosse altro per evitare le stupide lotte del tipo "il mio approccio è migliore del tuo". Focalizzarsi sui singoli fattori di efficacia.
Ad esempio, nella psicanalisi evitano sistematicamente il transfert, perchè non è congeniale all'intervento. Ma in altre scuole invece, cercano di sfruttarlo. Quindi il punto non è se la psicanalisi è meglio, ma se è opportuno cercare di sfruttare il transfert, oppure no; in altre parole, se è efficace o no. E questo vale per TUTTI gli approcci...

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11 Anni 11 Mesi fa #8629 da Clara
Risposta da Clara al topic Re: Psicologia: mettiamo le carte in tavola

Nel mio caso, una delle ipotesi che sono state avanzate dalla mia dott.ssa è che potrebbe trattarsi di una nevrosi proprio profonda, del tipo che la mia "anima" non accetta di essere nata, non accetta la vita esterna e voleva rimanere nell'utero.


Caro Vivec, ecco , mi devi perdonare, ma stà cosa che t'ha detto la dottoressa a me pare un gran str...ata.
Come si fa a credere a delle cose del genere?
Questa non è nemmeno pseudo scienza, non è niente...non dice niente e non offre niente.

Ma poi, un'altra cosa: al di fuori della psicanalisi, vedo che ci sono molte tecniche (ipnotiche, meditative ecc) per "ripulire l'inconscio",che viene sistematicamente inquinato dalla società, dai mass media, dagli zombie rincoglioniti dai succitati mass media, ecc.


L'eqilibrio,la forza, l'integrità personale che può permettere di abitare questo mondo senza farsi "inquinare"è frutto di una lucidità, di una capacità alla riflessione e all'utilizzo di un senso critico costruttivo.
I disagi della persona generalmete precedono l'impatto inquinante puramente sociale.
I meccanismi inconsci attraverso i quali si generano certe condizioni di sofferenza, partono dalla nostra infanzia.
Praticare esercizi energetici-meditativi fa sempre bene, ma se queste pratiche risultano non risolutive significa che c'è qualcosa che ancora non è stato compreso, e che attraverso il sintomo continua a mostrarsi, a dire, a volere farsi ascoltare.

il problema è: la psicanalisi offre questa possibilità di "igiene mentale"? E soprattutto, a buon mercato?? (le tecniche di meditazione, sono praticamente gratis... basta impararle e poi praticarle...)

Associare la psicanalisi all'igiene mentale, non mi sembra ci azzecchi tanto...Igiene mentale è un brutto modo di dire, inventato mi sà dagli psichiatri.
La psicanalisi non è tanto a buon mercato, due sedute la settimana sono di solito cento euri.In un mese partono 400 euri.
Si può però fare anche una sola seduta settimanale.

Ad esempio, nella psicanalisi evitano sistematicamente il transfert, perchè non è congeniale all'intervento. Ma in altre scuole invece, cercano di sfruttarlo. Quindi il punto non è se la psicanalisi è meglio, ma se è opportuno cercare di sfruttare il transfert, oppure no; in altre parole, se è efficace o no. E questo vale per TUTTI gli approcci...


Il transfert è fondamentale in psicoanalisi, e semplicemente è qualcosa che accade. Non può esistere psicanalisi senza transfert, proprio perchè il transfert quandi parli con qualcuno che ti ascolta, accade.

Bisogna capire che l'efficacia, che giustamente si cerca, si ottiene se non ci si disgiunge da un processo che implica la ricerca della propria verità, sennò non si farà che mettere dei tappi che prima o poi risalteranno per aria.

Se una perona nonstante le cose che fa, ha sempre a che fare con un disagio che non passa, è perchè ha bisogno di verità, ha bisogno di potersi incontrare con quella verità che lo riguarda e che ancora non è stato in grado di dirsi.
Questo è il lavoro della psicanalisi.

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  • lord_vivec
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11 Anni 11 Mesi fa #8674 da lord_vivec
Risposta da lord_vivec al topic Re: Psicologia: mettiamo le carte in tavola
comunque, rimane sempre la necessità di integrarla con altre dottrine efficaci.

Oggi abbiamo fatto un bel passo avanti: ho individuato il momento esatto della mia "storia personale" in cui si è bloccata l'evoluzione. Senza le tecniche energetiche, la medicina alternativa in generale (inclusi i rimedi naturali, considerato che gli organi influenzano la psiche), e la psicologia olistica, dubito molto fortemente che sarei mai arrivato a questo risultato, nemmeno in anni di psicanalisi ("pura", intendo)

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