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Domanda Il MIELE = la dolce terapia

  • Cecilia
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12 Anni 1 Mese fa #6190 da Cecilia
Il MIELE = la dolce terapia è stato creato da Cecilia
UNA DOLCE TERAPIA
L'impiego del miele e dello zucchero
per il trattamento di ferite infette, ulcere, ustioni, ecc.
A cura del Dott. Franco Feraboli
Divisione di Ortopedia dell'Azienda Ospedaliera di Cremona.
Tratto dal sito: www.apicolturaonline.it/apiterap.htm


Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l'uomo ha utilizzato fin dai tempi più antichi sostanze antisettiche estremamente efficaci. Pensiamo per un momento alle gravi ferite ed alle amputazioni che venivano spesso riportate durante episodi bellici. Nell'Iliade e nell'Odissea, nei resoconti delle conquiste di Alessandro Magno, nei classici del Medio Oriente quali ad esempio il "Gilgamesh" o nelle storie degli Aztechi o ancora delle antiche dinastie Cinesi, si trovano racconti di guerieri feriti e sanguinanti, curati e ritornati a combattere.

Non sono citate in questi resoconti complicanze quali gangrene, sepsi ed altri tipi di lesioni che hanno ucciso, nelle guerre dei tempi moderni, più soldati che non le ferite stesse.Come ha potuto accadere ciò? Una prima spiegazione la troviamo nel papiro Smith del 1700 prima di Cristo e nel papiro Ebers del 1500 prima di Cristo.


Entrambi descrivono medicazioni di ferite ed ustioni molto gravi utilizzando una amalgama di miele e latte coagulato applicata sulle lesioni con una benda di cotone. Una mistura simile fu impiegata da diverse popolazioni dell'antichità: dai Romani alle tribù africane, dagli Indiani d'America alle popolazioni rurali del Sud degli Stati Uniti.


Efficacia antisettica di un preparato a base di miele (1/3) e burro (2/3), secondo una antica ricetta egizia. Gli stafilococchi sono rapidamente uccisi ( grafico a sinistra) così come l'Escherichia Coli (grafico a destra).

Pure il Corano riconosce le qualità terapeutiche del miele : " ...il tuo Signore ha ispirato le api / a costruire i loro alveari sulle colline / sugli alberi e nelle abitazioni degli uomini. / Dai loro corpi fuoriesce / una bevanda di vari colori,/ in cui c'è la salute per il genere umano."

Il miele è anche un ingrediente molto comune nella farmacopea tradizionale cinese, essendo presente in molti medicamenti per ferite ed ustioni. Durante la II guerra mondiale, per esempio, la popolazione di Shangai utilizzò una mistura di miele e lardo per trattare ulcere e piccole ferite con eccellenti risultati.

In Messico gli antichi Aztechi guarirono molte ferite con del miele salato. Essi prepararono pure uno sciroppo fatto con il concentrato di linfa di una particolare agave (maguey) che ha una altissima percentuale di zuccheri. Questo estratto ha dimostrato di avere una potente attività antimicrobica.

Allo stesso modo in Inghilterra per generazioni si è raccomandato di usare il miele per trattare le ustioni. Ai nostri giorni ed in particolare intorno agli anni '70 furono pubblicati numerosi articoli riguardanti l'utilizzo del miele e dello zucchero in ambito medico.

Nel 1966 la comunità scientifica si stupì dei risultati ottenuti da un'infermiera di un ospedale di Bristol in Inghilterra, che aveva medicato con il miele alcuni pazienti affetti da ulcere da decubito e da infezioni dei monconi d'amputazione, resistenti ai trattamenti standard, portandoli a guarigione.

Nello stesso periodo sanitari Arabi ed Ucraini riferirono che il miele era stato utilizzato con successo per curare infezioni dell'orecchio, del naso, della gola, della pelle, degli occhi e delle vie urinarie. Medici tedeschi trovarono che il miele mescolato con un anestetico locale, la procaina, era estremamente efficace nel trattamento dell' Herpes Zoster.

Inoltre alcuni medici britannici usarono il miele per abbreviare i tempi di guarigione di pazienti operati di tumori dell'utero, mentre in India i sanitari locali lo applicavano su ulcere cutanee e nei casi di lebbra, e in Nuova Zelanda ed in Australia per curare ulcere tropicali, infezioni vaginali e addominali.

Chirurghi russi e tedeschi scoprirono che gli organi da trapiantare, quali vasi sanguigni, ossa e cornee, potevano essere conservati nel miele . Essi definirono questa metodica "MELITTIZZAZIONE", dal latino "mel" che significa per l'appunto miele.

Il "miele con olio di ricino"
Dalla fine degli anni '70 l'uso del miele per le medicazioni era piuttosto comune a tal punto che nella farmacopea degli ospedali britannici era incluso il "miele con olio di ricino".

Nonostante questo prodotto fosse utilizzato frequentemente i primi studi clinici sulla sua reale efficacia risalgono al 1976. In quell'anno due medici, lavorando separatamente, uno in Argentina e l'altro negli Stati Uniti, verificarono indipendentemente che cosa ci fosse di vero riguardo le riferite proprietà cicatrizzanti ed antisettiche del miele e dello zucchero. Entrambi utilizzarono queste sostanze per medicare ulcere da decubito incurabili, infezioni insorte in seguito ad ustioni ed altre lesioni traumatiche.

Si trattava del Dott. Leon Herszage dell'Ospedale Torcuato de Alvear a Buenos Aires che per primo nel 1980 pubblicò i risultati ottenuti trattando 120 pazienti con una percentuale di guarigione del 99% . L'altro era il Dott. Richard Knutson, chirurgo ortopedico del Delta Orthopedic Center di Greenville in Mississippi, la cui ricerca durò cinque anni in cui analizzò i risultati ottenuti su 605 pazienti affetti da ustioni, ulcere, ferite da arma da fuoco, amputazioni e lesioni traumatiche infette resistenti alle terapie convenzionali. La completa guarigione avvenne nel 98% dei casi.

Il risultato era estremamente significativo soprattutto se confrontato alla percentuale di guarigione del 90% ottenuta nei pazienti trattati con antibiotici. Oltremodo interessante era la rapidità di guarigione dei pazienti curati con il miele e lo zucchero. Anche ferite che si erano infettate durante il corso dei trattamenti convenzionali, dopo alcuni giorni di terapia con questa metodica alternativa, divenivano sterili e viravano verso la guarigione.

Mentre il 40% dei suoi pazienti che non avevano ricevuto il trattamento alternativo dovevano essere sottoposti ad interventi di chirurgia plastica, nessuno dei pazienti curati con zucchero e miele avevano necessitato di ulteriori procedure chirurgiche. Entrambi i medici erano giunti separatamente alle stesse conclusioni: il miele e lo zucchero erano non soltanto più efficaci dei trattamenti convenzionali, ma erano senza ombra di dubbio più economici anche in rapporto alla durata della cura, dei prodotti impiegati e delle possibili complicanze.

In alcuni casi questa "cura dolce" ottenne risultati miracolosi. Il dottor Harvey Gordon ed i suoi colleghi del Northwick Park Hospital and Clinical Research Centre di Harrow, in Inghilterra, curarono in questo modo un paziente con due enormi ascessi glutei che lo avevano debilitato a tal punto da non riuscire più a camminare ed erano talmente dolorosi che per medicarlo era necessaria l'anestesia generale. Nessun trattamento standard aveva ottenuto alcun miglioramento.

Disperati i sanitari avevano riempito gli ascessi con miele, zucchero e acqua ossigenata. Con loro grande sorpresa, dopo tre giorni di medicazioni, non fu più necessario anestetizzare il paziente che iniziò nuovamente a camminare dopo mesi di tormenti trascorsi a letto. Le sue ferite guarirono perfettamente nel giro di sei settimane. Gli stessi sanitari ottennero un risultato simile con un altro paziente affetto da sei mesi da un ascesso al collo. Anche lui guarì perfettamente entro sei settimane.

Simili risultati furono riportati da altri medici in vari continenti, curando pazienti affetti da ulcere associate ad anemia falciforme, diabete e disfunzioni del sistema immunitario.

Ancora più sorprendentemente, i chirurghi Jean Louis Trouillet, Jean Chastre ed i loro colleghi del Bichat Hospital di Parigi scoprirono che questa "terapia dolce" funzionava non soltanto per le infezioni esterne ma anche nel caso di infezioni interne localizzate.

Così come altri cardioghirurghi, essi avevano un certo numero di pazienti le cui ferite al torace, in seguito ad interventi a cuore aperto, si infettavano e resistevano ai trattamenti antibiotici. In questi casi Trouillet e Chastre riempivano cotidianamente la cavità toracica attorno al cuore con lo zucchero. Le ferite diventavano sterili in media entro una settimana, la febbre spariva ed il numero di pazienti che moriva in seguito all'infezione diminuì enormemente. La durata media della degenza dei pazienti trattati in questo modo scese a 54 giorni contro gli 85 giorni di quelli curati con metodi convenzionali.

Inoltre molti pazienti riferirono che le medicazioni erano praticamente indolori. Anche le gravi ustioni rispondono bene alla terapia con miele e zucchero.

Un medico indiano, il dottor Subrahmanyam descrisse in alcuni articoli su riviste specialistiche inglesi, come le medicazioni delle ustioni con il miele fossero più efficaci dei comuni trattamenti con garze medicate o con fogli in poliuretano imbevuti di prodotti antibiotici.

Ulcera gastrica
Ma forse fra tutte, la più interessante indicazione all'uso del miele è quella per il trattamento dell' ulcera gastrica. Fino ad ora si è ritenuto che le ulcere gastriche siano causate dagli stress e dalla conseguente iperproduzione di succhi gastrici acidi che erodono la mucosa dello stomaco. La medicina occidentale ha di conseguenza trattato queste lesioni con dei farmaci che riducono l'acidità dello stomaco.

D'altra parte si ritiene oggi che molte di queste ulcere siano causate da un batterio, l'Helicobacter pylori, che può essere curato efficacemente con varie combinazioni di antibiotici. Possiamo a questo punto capire perchè per secoli guaritori e medici dei paesi arabi, caucasici ed asiatici hanno utilizzato con successo il miele per guarire questa patologia.

Preso per via orale, in dosi concentrate, il miele ha una carica antibatterica sufficiente ad uccidere l'Helicobacter. In questo modo è stato dimostrato essere vero e scientificamente provato un altro aspetto dell'utilizzo del miele nella medicina popolare.

Il successo delle terapie con zucchero e miele ha suscitato l'interesse degli studiosi per cercare di comprenderne e spiegarne l'efficacia. Lo zucchero è stato utilizzato nei secoli per conservare i cibi sfruttandone le proprietà antimicrobiche.

Dalla metà degli anni '50 molti batteriologi dimostrarono con esperimenti di laboratorio che il miele ha proprietà antibiotiche ed antifungine. Ad esempio il dottor W.G.Sackett, batteriologo presso il Colorado Agriculture College di Fort Collins, verificò l'attività antibatterica del miele sui germi che causano il tifo,la dissenteria, su pneumococchi, stafilococchi ecc. Senza alcuna eccezione, tutti i batteri furono uccisi nel giro di alcuni giorni in seguito all'esposizione al miele e molti addirittura entro poche ore.

Il miele può uccidere anche i micobatteri
Un batteriologo turco, il dottor Ulker, dimostrò che il miele può uccidere anche i micobatteri, cioè i germi responsabili della tubercolosi e della lebbra. Il meccanismo per mezzo del quale gli zuccheri, o raffinati o contenuti nel miele, esercitano le loro proprietà antibiotiche non è ancora del tutto chiaro.

Da una parte, sembra che gli zuccheri stimolino la fagocitosi, cioè il processo attraverso il quale i globuli bianchi aggrediscono e distruggono i germi. Dall'altra, sembra che essi proteggano i tessuti dalle infezioni nello stesso modo in cui conservano le marmellate e le gelatine. L'alta concentrazione di zucchero crea una elevata pressione osmotica che non consente la sopravvivenza dei germi.

Per capire che cos'è la pressione osmotica basti pensare che gli zuccheri ed il sale assorbono acqua. Tutte le cellule utilizzano la pressione osmotica per regolare il loro contenuto d'acqua. Se però si verifica che al loro esterno vi è una elevata concentrazione di sale o di zuccheri, l'acqua verrà assorbita dal loro interno disidratandole e provocando in tal modo la morte cellulare. Tutto ciò può essere sfruttato in medicina poiché i microbi, che pure sono cellule, avvolti da una amalgama di miele e zucchero si disidratano e muoiono.

Ci si potrebbe aspettare che anche le cellule del nostro corpo che vengono in contatto con alte concentrazioni di zuccheri o di sale, si disidratino e muoiano, ma ciò non avviene. Le cellule dei nostri tessuti sono in stretto contatto l'una con l'altra ed a loro volta con i vasi sanguigni e linfatici. Queste cellule, che fanno parte di un più vasto e complesso sistema, compensano le alterazioni della pressione osmotica assorbendo in continuazione acqua da altre zone del corpo.

Nello stesso tempo, le cellule del nostro corpo iniziano ad assorbire e metabolizzare gli zuccheri per trasformarli in energia per il nostro organismo. Soltanto le cellule che sono danneggiate, o quelle singole ed isolate come ad esempio i batteri, che non fanno parte del sistema corporeo, sono minacciate dalla alta concentrazione di zuccheri. La distruzione delle cellule danneggiate è un ulteriore effetto benefico delle terapie a base di zucchero o miele, poiché i tessuti morti rappresentano un terreno di coltura per molti tipi di batteri .
In questo modo la "terapia dolce" è una efficace ed indolore forma di pulizia della ferita: essa elimina i tessuti morti e contemporaneamente sterilizza la lesione.

Inoltre il miele è un prodotto estremamente attivo contro funghi patogeni e batteri, ancora più dello zucchero, e ciò ci suggerisce che esso contiene sostanze antibiotiche fra cui perossido d'idrogeno (acqua ossigenata), acido formico, vitamine e minerali (ferro, rame, manganese, calcio, potassio, sodio, fosforo e magnesio). Tutte queste componenti contribuiscono ad aumentare la pressione osmotica e sono essenziali per stimolare la crescita e la riparazione delle cellule del nostro corpo.

Efficacia dello zucchero e del miele sulla cicatrizzazione delle ferite
Gli studi sull'efficacia dello zucchero e del miele sulla cicatrizzazione delle ferite con la conseguente eliminazione di interventi di chirurgia plastica, hanno ricevuto ulteriore conferma dalle ricerche di Mark Ferguson dell' Università di Manchester, che ha scoperto che alcuni zuccheri possono ritardare lo sviluppo del collagene, una proteina che forma il tessuto connettivo e che viene prodotta in eccesso nei cheloidi cicatriziali.

Dopo essersi provocato delle ferite sulle sue braccia ed averle medicate con diversi tipi di zucchero (glucosio, fruttosio, saccarosio, .....), Ferguson ha dimostrato come essi prevengano la formazione di cicatrici deturpanti rispetto alle ferite non trattate.

Per molti di noi è difficile credere che con un metodo così semplice si possano guarire gravi lesioni incurabili con le tecniche della medicina ufficiale. Ma quest'ultima è soltanto una forma parziale di conoscenza che si deve confrontare senza pregiudizi con la cosiddetta "medicina popolare", frutto della secolare lotta dell' uomo contro la malattia e della attenta osservazione dei fenomeni naturali.

Quando la gente ti chiede dove hai imparato questa tecnica, io rispondo: l'ho imparata qui e là, ma soprattutto avendo a che fare tutti i giorni con i pazienti, ed ogni giorno apprendendo qualche cosa di nuovo. La miglior scuola è la pratica e spesso la miglior terapia è dolce.

Per approfondire
Recensione del volume Apiteraia - Curarsi con il miele, polline propoli, pappa reale e veleno d'api, di Umberto Nardis.
Aporie Edizioni, 1996. E-mail: MC8054@mclink.it
L'ape, presente sul nostro pianeta da oltre quattro milionidi anni, è la produttrice e la dispensatrice di sostanze di prezioso valore alimentare. Sino a non molto tempo fa l'uomo le ha utilizzate sulla base di esperienze contadine. Soltanto nell'ultimo secolo si sono effettuati studi sulla fisiologia dell'ape, sull'organizzazione sociale e sul sistema produttivo.

Recentemente, anche grazie ad osservazioni empiriche tramandateci da millenni, il mondo scientifico ha iniziato a studiare e sperimentare, in campo dietetico e farmacologico, i prodotti dell'alveare (miele, polline, pappa reale, propoli, veleno, cera d'api).

Questo volume nasce dalla necessità di conoscere più a fondo la vita e l'organizzazione di questo insetto, ma soprattutto di conoscere meglio le possibili utilizzazioni dietetico-farmacologiche dei suoi prodotti.

Apiterapia rappresenta un'excursus sui prodotti dell'alveare, sulla loro composizione, sulla loro migliore utilizzazione e sul frutto delle più recenti ricerche e scoperte scientifiche.

Sommario del sito Home page
" www.procaduceo.org "
Una proposta per un approccio olistico alla diagnosi ed alla terapia.

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12 Anni 1 Mese fa #6229 da Clara
Risposta da Clara al topic Re: Il MIELE = la dolce terapia
Il miele è versatile. È stato apprezzato come dolcificante, come medicina, come offerta per gli dei, come denaro e come simbolo di amore.

Nella mitologia greca, ad esempio, Cupido intinge le sue frecce nel miele prima di puntarle verso i cuori.

Secondo l’ayurveda, il miele è il nettare della vita. Poiché deriva dall’essenza degli organi sessuali di un fiore, ha un’affinità naturale con il tessuto riproduttivo.

Può anche guarire il mal di gola, il raffreddore, la tosse, le ulcere, le scottature e le ferite.

E, quando ingerito insieme ad un’erba curativa (come l’ashwagandha) il miele arriva ai tessuti più profondi, trasportando le proprietà chimiche e le sottili energie della medicina a livello cellulare.

L’Ayurveda dice che il miele crudo è una medicina, ma il miele cotto è un lento veleno. Perché?

Nella sua forma naturale, il miele è ricco di minerali, vitamine, enzimi, aminoacidi e carboidrati.

Ma il calore priva il miele della maggior parte del suo valore nutritivo e trasforma le molecole del miele in una colla disomogenea che aderisce alle membrane delle mucose e ostruisce i sottili canali energetici.

Il miele cotto crea tossicità cellulare e può portare a disfunzioni immunologiche. Può anche ostruire le arterie e portare all’arteriosclerosi (inspessimento delle arterie), ostacolando l’afflusso di sangue agli organi vitali.

Quindi come norma generale, il miele non dovrebbe mai essere cotto, e niente dovrebbe essere cucinato con il miele.

Invece, aggiungi miele crudo allo yogurt, al tè caldo (non bollente), o spalmalo sul pane o su un toast.

La maggior parte del miele venduto nei negozi è stato sottoposto al calore e dovrebbe essere evitato. Cerca le parole “crudo” o “non pastorizzato” sui vasetti del miele in un negozio di cucina naturale e macrobiotica.

Ma la più pura forma di miele è quello locale e crudo, perché previene o calma le allergie stagionali ed è piena di prana (energia vitale).

Controlla al mercato locale e, se vivi in campagna, cerca i venditori di miele ai lati delle strade.

Miele, aiutami!

I testi ayurvedici sono pieni di rimedi a base di miele per un ampia gamma di disturbi.



14 MODI DI CURARSI CON IL MIELE

- Per l’obesità, la pressione alta e il colesterolo, bevi una tazza di acqua calda con un cucchiaino di miele e 5-10 gocce di aceto di mele tutte le mattine (i testi ayurvedici riportano che il miele ripulisce i tessuti corporei da grasso e colesterolo).

- Per alleviare i sintomi dell’artrite reumatoide, prendi tutti i giorni un cucchiaino di miele con 200 mg di guggulu in polvere.

- Per guarire le ulcere della bocca, applica un cucchiaino di miele ed un pizzico di curcuma per le afte, le ulcere della bocca, o le infezioni della lingua.

Questo composto genererà la saliva e farà espellere le tossine; sputa per accelerare il processo di guarigione.

Per ulcere interne, mescola una tazza di acqua calda con un cucchiaino di miele 2 volte al giorno.

- Per guarire una ferita, coprila ogni giorno con una garza sterile sporcata di miele, la notte invece lasciala libera.

- Per il comune raffreddore, mescola ½ cucchiaino di cannella con un cucchiaino di miele e mangialo 2 o 3 volte al giorno.

- Per pulire i seni nasali, prendi 2 o 3 volte al giorno un composto a base di 1 cucchiaino di miele ed un cucchiaino di succo di zenzero fresco.

- Per l’asma, mangia un composto fatto da ½ cucchiaino di foglie di alloro in polvere, ¼ di cucchiaino di pippali ed un cucchiaino di miele 2 o 3 volte al giorno.

- Per la nausea, il vomito e l’indigestione, mescola una parte di succo di limone con una parte di miele. Immergici il dito indice e leccalo lentamente 2 volte al giorno.

- Per l’ansia, bevi una tazza di succo d’arancia con un cucchiaino di miele ed un pizzico di noce moscata 2 volte al giorno.

- Per aiutare a ridurre la voglia di sigarette, mastica piccoli pezzi di ananas con mezzo cucchiaino di miele prima di fumare.

- Per il dolore addominale, prendi un composto fatto da ¼ di cucchiaino di foglia d’alloro in polvere, ¼ di cucchiaino di ajwan (semi di sedano) e un cucchiaino di miele tutti i giorni prima di pranzo e di cena.

- Per la febbre cronica, dai un tè con 1 cucchiaino di basilico santo (Tulsi) ed una tazza di acqua calda. Aggiungi ¼ di cucchiaino di pepe nero in polvere e un cucchiaino di miele. Prendi 2 o 3 volte al giorno.

- Per aiutare la circolazione lenta, mescola un cucchiaino di cannella, un cucchiaino di trikatu, un cucchiaino di miele in una tazza di acqua calda. Lascia in infusione per 10 minuti. Da prendere 2 volte al giorno.

- Per fermare il singhiozzo, mescola un cucchiaino di miele ed un cucchiaino di olio di ricino in un contenitore. Immergici il dito indice e leccalo. Ripeti ogni 10 minuti fino a che il singhiozzo non si fermerà. (il singhiozzo è dovuto a spasmi del diaframma e questi ingredienti in parti uguali sono anti-spasmici).



Lo sapevi? Per fare mezzo kg di miele, uno sciame di api deve volare per circa 39000 km e visitare dai 3 ai 9 milioni di fiori.

Poiché le sue qualità sono il calore e la dolcezza, il miele è adatto per kapha e vata e in moderazione con la pitta.



Nota Bene:

il miele crudo non è adatto a bambini al di sotto dei 18 mesi, per le persone molto anziane o per chi ha il sistema immunitario compromesso.

naturalmentemamma.it/2010/09/02/14-modi-...urarsi-con-il-miele/
I seguenti utenti hanno detto grazie : Alernd

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12 Anni 3 Giorni fa - 12 Anni 3 Giorni fa #7924 da Deseb
Risposta da Deseb al topic Re: Il MIELE = la dolce terapia

Clara ha scritto: ...
E, quando ingerito insieme ad un’erba curativa (come l’ashwagandha) il miele arriva ai tessuti più profondi, trasportando le proprietà chimiche e le sottili energie della medicina a livello cellulare.
L’Ayurveda dice che il miele crudo è una medicina, ma il miele cotto è un lento veleno. Perché?
Nella sua forma naturale, il miele è ricco di minerali, vitamine, enzimi, aminoacidi e carboidrati.
Ma il calore priva il miele della maggior parte del suo valore nutritivo e trasforma le molecole del miele in una colla disomogenea che aderisce alle membrane delle mucose e ostruisce i sottili canali energetici.
Il miele cotto crea tossicità cellulare e può portare a disfunzioni immunologiche. Può anche ostruire le arterie e portare all’arteriosclerosi (inspessimento delle arterie), ostacolando l’afflusso di sangue agli organi vitali.
Quindi come norma generale, il miele non dovrebbe mai essere cotto, e niente dovrebbe essere cucinato con il miele.
Invece, aggiungi miele crudo allo yogurt, al tè caldo (non bollente), o spalmalo sul pane o su un toast.
La maggior parte del miele venduto nei negozi è stato sottoposto al calore e dovrebbe essere evitato. Cerca le parole “crudo” o “non pastorizzato” sui vasetti del miele in un negozio di cucina naturale e macrobiotica.
Ma la più pura forma di miele è quello locale e crudo, perché previene o calma le allergie stagionali ed è piena di prana (energia vitale).
Controlla al mercato locale e, se vivi in campagna, cerca i venditori di miele ai lati delle strade.
Miele, aiutami!
I testi ayurvedici sono pieni di rimedi a base di miele per un ampia gamma di disturbi.
....
Lo sapevi? Per fare mezzo kg di miele, uno sciame di api deve volare per circa 39000 km e visitare dai 3 ai 9 milioni di fiori.
Poiché le sue qualità sono il calore e la dolcezza, il miele è adatto per kapha e vata e in moderazione con la pitta.
Nota Bene:
il miele crudo non è adatto a bambini al di sotto dei 18 mesi, per le persone molto anziane o per chi ha il sistema immunitario compromesso.
...

cercavo notizie sull' Ashwagandha e sul miele (di Manuka) e ho trovato questo thread,

credo che mi procurerò un buon miele, quello di Manuka,
e dato che si parla di Ayurveda, voglio aggiungere che ho deciso di provare due combinazioni,
- una con l'Ashwagandha
- un'altra con lo Shilajt, riscaldato questo e aggiungendo il miele a freddo, come l'Ayurveda raccomanda.

Da piccolo fino ad adolescenza mangiavo tanto un dolce natalizio fatto con sesamo e miele (molto cotto), ricordo più avanti avevo una sensazione come se mi si impastasse il sangue e ora ho il diabete (non per questo unico motivo) ma non mi avvicino più al miele-cotto o dolci o biscotti, ce ne sono TANTI, di biscotti, che lo contengono.
Ultima Modifica 12 Anni 3 Giorni fa da Deseb.

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  • soani
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12 Anni 3 Giorni fa #7930 da soani
Risposta da soani al topic Re: Il MIELE = la dolce terapia
Des,
dove posso trovare il miele di Manuka??
Grazie..

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12 Anni 3 Giorni fa - 12 Anni 3 Giorni fa #7932 da Deseb
Risposta da Deseb al topic Re: Il MIELE = la dolce terapia
Soani lo sto cercando anch'io, ci dovrebbe essere qualche link nel forum, ma non ricordo dove...
ricordo che è classificato e qualificato in una specie di Unità di Efficacia o simili...
Ultima Modifica 12 Anni 3 Giorni fa da Deseb.

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12 Anni 2 Giorni fa #7940 da Nataku
Risposta da Nataku al topic Re: Il MIELE = la dolce terapia
www.saluteinerba.com/Linea-Miele-di-Manu...utti-i-prodotti.html

io lo ho sempre preso qui, magari all'estero si trova meno ma il negozio sopra è un buon negozio e vende anche tante altre cose
I seguenti utenti hanno detto grazie : soani

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