Il metodo della mela chiodata è ottimo per assimilare del ferro, i chiodi inseriti nella mela, grazie agli acidi della mela stessa (soprattutto gli acidi malico e citrico) sciolgono infatti il ferro del chiodo e pertanto la mela stessa si arricchisce del ferro che ci occorre.
I chiodi se nuovi vanno sterilizzati per diversi minuti in acqua bollente.
Avete il timore della ruggine sui chiodi ?
La ruggine origina un fenomeno di corrosione dei materiali ferrosi, laddove l'ossidazione del ferro è favorita dalla presenza di ossigeno e acqua (nel caso della mela i composti acidi favoriscono la corrosione del ferro), che mettono a disposizione l'ossigeno necessario alle reazioni chimiche coinvolte.
Quindi essa di natura non è pericolosa, ma quando si toglie il chiodo occorre immediatamente rinserirlo in un altra mela altrimenti se lo si lasci in "giro" possono annidarsi dei batteri.
Vi consiglio di bollire i chiodi se non li utilizzate per più giorni.
Il ferro contenuto nella mela ed alti livelli di acido ascorbico ripristineranno i valori ematici del ferro.
Negli umani, il ferro si trova in forma emica (facilmente assorbibile) dell'Emoglobina, della Mioglobina e dei Citocromi.
Si trova anche in forma non emica di alcuni enzimi e proteine (Transferrina, Ferritina, Emosiderina).
La riserva di Ferro non emico viene tutelata (nel sangue e nelle cellule) dalla Ferritina (proteina), ed è di circa 4 500 ioni ferrici; in minor misura, dall'Emosiderina.
Il Ferro che le cellule inglobano in forma libera è nocivo, molto dannoso.
Giornalmente "consumiamo" 1 mg di Ferro, le donne 2 mg, fino a che non entrano in menopausa (incinta ancor di più), se si toglie quello non assorbito.
Una sola proteina può veicolare il Ferro dalle cellule al circolo ed è la Ferroportina.
Quando abbiamo stati patologici, le nostre cellule possono incorrere in eccesso o carenza di ferro.
Una volta nel sangue, il Ferro viene complessato dalla Transferrina e condotto al Fegato e al tessuto eritropoietico, dove è inglobato nell'Eme.
Gli Eritrociti senescenti (120 giorni di vita) vengono fagocitati dai Macrofagi, i quali provvedono a immagazzinare e rilasciare nel sangue il necessario, via Ferroportina.
I cibi di derivazione animale possiedono Ferro emico (quello più facilmente assorbibile).
I cibi vegetali contengono il Ferro non emico, in forma non ossidata (Fe3+), ossia come Idrossido ferrico.
Ora, la biodisponibilità del Ferro si lega alla sua riduzione a ione ferroso (Fe2+) e al suo rilascio dai composti a cui è chelato.
Bene, esiste una proteina, che si trova nelle lacrime, nella saliva, nel liquido seminale, nelle secrezioni vaginali, nel colostro, nel latte materno maturo e nel latte bovino, che possiede proprietà tali da poter essere assunta, con ottimi risultati, nel settore dell'integrazione alimentare, ma anche in altri campi.
E', a essere più precisi, una glicoproteina, legante del Ferro, appartenente al ceppo delle Transferrine, sintetizzata dalle ghiandole esocrine e dai neutrofili, capace di chelare 2 ioni ferrici per molecola.
Presa per bocca, a distanza dai pasti, per via della sua elevata acidità gastrica, perviene intatta al duodeno (80% della somministrazione), viene, quindi, assorbita negli Eritrociti (da appropiati recettori), infine, raggiunge il nucleo.
La si ricava attraverso un procedimento di isolamento, di concentrazione e di microfiltrazione del siero di Latte bovino; è, poi, liofilizzata per essere meglio conservata, e rendere più stabile il prodotto.
La dose giornaliera sta tra 10-50 mg al giorno, a seconda dell'uso che se ne vuol fare, dello stato fisiologico e dell’età.
E', inoltre, ritenuto un alimento, per cui non esiste nessun tipo di problema per l’inserimento in formule di integratori alimentari, etc.
La glicoproteina è la Ferrolattina.
Saluti