La letteratura scientifica non riporta evidenze negative sugli eccessi di magnesio derivanti dall’alimentazione e ciò è fin troppo comprensibile, dato l’uso in agricoltura di concimi a base di potassio che declassano notevolmente il contenuto di Mg 2+, come anche alcune tecniche di trasformazione dei prodotti agricoli (abburramento delle farine, brillatura del riso, raffinazione dello zucchero, ...) o la cottura stessa degli alimenti (30-75% di Mg 2+ in meno rispetto al cibo crudo) e il congelamento.
Ciononostante, vi sono chiare evidenze dei contraccolpi negativi da eccessi (se lo si preferisce) di magnesio da supplementazione che vanno dalla diarrea ai disturbi gastroenterici, alla letargia, al disorientamento mentale, agl’inconvenienti circa il regolare battito cardiaco, al danneggiamento dell’efficienza renale e ancora al deliquio muscolare, alle complicazioni respiratorie, allo arresto cardiaco.
Nota bibliografica:
- Shils ME. Magnesium. In: O’Dell BL, Sunde RA, eds. Handbook of Nutritionally Essential Minerals. New YorK: Marcel Dekker, Inc; 1999: 169-192.
- Food and Nutrition Board, Institute of Medicine. Magnesium. Dietary Reference Intakes: Calcium, Phosphorus, Magnesium, Vitamin D, and Fluoride. Washington, D.C.: National Academy Press; 1997: 190-249.
A Maurizio, relativamente a suo papà, che ha un’alterata funzionalità renale, raccomando di stare attento col magnesio in quanto una eventuale assunzione che non fosse sotto la supervisione di un medico potrebbe esporlo a un maggior pericolo per un eccesso del sale da supplementazione, con conseguenze anche fino al coma e alla morte.
Tanto è che avvisaglie di intossicazione da magnesio si sono riscontrate in pazienti che assumevano quantità abbastanza contenute di antiacidi o lassativi includenti magnesio.
Per non parlare poi delle interazioni nutriente-farmaci.
Ciò, pur nella consapevolezza che vi possano essere situazioni abbisognanti di quantità maggiori di magnesio ma sempre sotto lo stretto controllo medico in certe specifiche circostanze.
Nota
Assunzione spropositata = dose considerevolmente più alta del livello massimo tollerabile (UL) previsto per soggetti in buona salute o relativamente a soggetti con patologie specifiche che assumano magnesio in eccesso senza una specifica supervisione medica (mi sono guarito l’ipertensione col magnesio sospendendo due farmaci, un calcioantagonista e un diuretico, monitorando bi-settimanalmente la pressione sanguigna e graduando la sospensione prima del Lacirex da 4 mg e successivamente del losazid da 100 mg + 25 mg, continuando a rilevare in ambulatorio medico per due volte la settimana i valori pressori fino a 3 mesi dopo la sospensione per verificare di non avere un effetto rimbalzo, anche a distanza, dei farmaci eliminati: dunque, conosco bene la grandissima utilità di questo sale ma anche le dovute cautele da adottare in certe specifiche circostanze o in certi eccessivi abusi).
Infatti, una dose massiccia di magnesio nel flusso ematico e in soggetti con un'alterazione della funzionalità renale può esitare in:
- allungamento del tempo di conduzione atrio-ventricolare (blocco atrio-ventricolare di primo grado (BAV I) ossia un allungamento del tempo che la corrente utilizza per oltrepassare il sistema di conduzione del cuore e pervenire al muscolo cardiaco), con tanto di decelerazione della creazione d'impulsi nel nodo seno-atriale (NSA) o nodo di Keith-Flack (dal nome dei due che lo hanno individuato) e riduzione delle contrazioni ventricolari indotte dalla digitale;
- “rammollimento” globale e sedazione (S.N.C.);
- effetto deprimente sulla muscolatura, dovuto al declassamento della liberazione di un indispensabile modulatore chimico, l'acetilcolina.
In quanto poi ai raggi ultravioletti, essi possiedono una componente di radiazioni non ionizzanti (UVA) mentre altre sono ionizzanti (UVB).
Quantità massicce di UVB producono scottature, che alimentano la possibilità di contrarre un tumore ma solamente della cute, per via della modesta infiltrazione dei fotoni ultravioletti.
Vi sono comunque ben 9 patologie ascrivibili alle radiazioni ultraviolette:
− melanoma cutaneo: neoplasia dei melanociti fabbricatori di melanina;
− carcinoma a cellule squamose (o epitelioma spinocellulare): decisamente maligno e con tendenza a metastatizzare e recidivare;
− basalioma (o carcinoma basocellulare): meno maligno di quello squamoso;
− opacizzazione del cristallino (cataratta);
− ispessimento della congiuntiva, opacizzazione della cornea;
− herpes labiale (ricomparsa).
E' indubbio che la vitamina C osteggi validamente il deleterio operato del perossido di idrogeno (H2O2), promuovendo la salvaguardia cellulare e diminuendo la possibilità di mutazione neoplastica.
Infatti, gli affètti da neoplasia hanno generalmente uno scarso raccoglimento di acido ascorbico nel plasma ematico e nei G.B.
Una concentrazione così esigua che le cellule non riescono più a fagocitare sia i batteri sia le cellule estranee al corpo, incluse quelle neoplastiche.
Dunque, mantenere adeguato il livello di acido ascorbico nel flusso ematico è indispensabile proprio per quella propensione a sviluppare infezioni che ha una sua ridotta concentrazione cellulare.
La vitamina C riesce con considerevole idoneità a permutare le sostanze nocive in non dannose che saranno espulse con le urine.
Per es., i nitrati e i nitriti degli alimenti trattati si associano nell'apparato gastrico con composti amminici ed esitano nelle tumorali nitrosammine.
La stessa prevenzione è attuata per le neoplasie della vescica, dell'ultimo tratto enterico, ...
Le neoplasie realizzano, infatti, la ialuronidasi, un enzima che aggredisce e sfinisce la materia intercellulare dei vicini tessuti, consentendo così l'insediamento cancerogeno cellulare.
Rinvigorire la materia intercellulare, inibire la ialuronidasi, fortificare le stazioni immunitarie, ecco l'importante, basilare funzione della vitamina C nei confronti delle neoplasie.
Ma nessuno creda che la vitamina C, sostegno poderoso e necessario, possa essere un trattamento esaustivo e definitivo per la gestione e il controllo delle neoplasie, salvo per particolari patologie e circostanze, come, per es., avviene per lo stesso carcinoma basocellulare della pelle, ma non altrettanto significativamente per il melanoma, che si espande più rapidamente e malignamente dell'altro.
Decisiva invece l'efficacia della vitamina C nelle patologie virali: saturando i tessuti, essa penetra nell'intracellulare e uccide i virus temporaneamente inattivi.
Anche il limone, gioca un ruolo importante nella prevenzione delle neoplasie, dato che in esso figurano molecole con considerevole patrimonio antiossidante, in grado di osteggiare il devastante operato dei radicali liberi, i quali sono capaci di modificare la conformazione delle membrane cellulari e del materiale genetico (DNA) e d’innescare i pericolosi meccanismi di generazione neoplastica.
Il riferimento è ai flavonoidi e ai limonoidi, questi ultimi presenti per lo più sulla scorza del limone.
Non solo: essi hanno la capacità di ridurre le infiammazioni croniche, piedistalli della trasformazione oncologica cellulare dei tessuti, ridurre la pressione arteriosa, opporsi a infezioni batteriche e funghi, rallentare l’operato di specifiche molecole con elevato potenziale neoplastico, rafforzare le difese immunitarie, alimentando la fabbricazione dei leucociti, contrastare l’osteoporosi, …, avere una incisività addirittura diecimila volte superiore a quella dei chemioterapici!!!
Tutti dovremmo al risveglio assumere del limone spremuto e usarlo poi nelle insalate.
Ma, attenzione: nessun alimento da solo, neanche la vitamina C, può essere esaustivo se non contestualizzato in un’adeguata dieta e supplementazione Ortomolecolare e in un sano stile di vita.
Sulla vitamina D, credo di aver già detto tutto nel mio thread “Vitamine e minerali” e negli innumerevoli post, anche qui, per cui ritengo di non dover effettuare ulteriori precisazioni o ribadimenti.
Raffaele