OFFERTE DI PRODOTTI VIA MAIL O MP

In un forum che tratta di salute e malattie, può succedere che improvvisamente qualcuno offra la soluzione tanto agognata, via mail o via messaggio privato.
DIFFIDATE sempre, controllate, ricercate e chiedete. Chiedete ad altri foristi se per caso conoscono questo prodotto, chiedete se esistono dei test e delle testimonianze attendibili.

Molti sono stati velati altri sono andati sulle prime pagine dei giornali, tieniti aggiornato seguendo questa sezione.

Domanda Latte in vena, muore neonato «Omicidio colposo»

  • Hyperion
  • Avatar di Hyperion Autore della discussione
  • Visitatori
  • Visitatori
11 Anni 8 Mesi fa - 11 Anni 8 Mesi fa #10889 da Hyperion
Latte in vena, muore neonato «Omicidio colposo», sei gli indagati

Drammatico errore al San Giovanni di Roma: alimento iniettato al posto della soluzione fisiologica. Aperte 3 inchieste

ROMA - Invece di una flebo di fisiologica, in vena gli è stato iniettato il latte. E per questo Marcus De Vega, un bimbo di appena pochi giorni, nato prematuro, è morto il 29 giugno nella Capitale. Un errore fatale commesso al San Giovanni. Sul caso sono state aperte tre inchieste: una della Procura di Roma, una interna al nosocomio e una del ministero della Salute che lunedì ha inviato gli ispettori nell'ospedale romano. Dopo la segnalazione dei Nas, il pubblico ministero Michele Nardi ha bloccato la procedura della cremazione, già prevista, disponendo accertamenti. Al momento sarebbero iscritte nel registro degli indagati sei persone tra medici e infermieri dell'ospedale San Giovanni, ossia tutti coloro che, all'interno del San Giovanni, hanno gestito il caso, sotto il profilo clinico, del neonato morto il 29 giugno scorso. Omicidio colposo il reato ipotizzato nei loro confronti. Gli inquirenti, coordinati dal procuratore aggiunto Leonardo Frisani, hanno acquisito la cartella clinica del neonato ed attendono ora i risultati dell'autopsia. Al loro vaglio anche alcune presunte contraddizioni che sarebbero emerse nella ricostruzione dei fatti.

FUNERALE E CREMAZIONE - Dopo i funerali che si sono tenuti il 3 luglio all'ospedale San Giovanni Addolorata, il corpo di Marcus De Vega era stato inviato al cimitero di Prima Porta per essere cremato. Nei giorni successivi, secondo quanto si apprende, la salma è stata riportata all'ospedale San Giovanni su richiesta della direzione sanitaria. Il 10 luglio, invece, il corpo del neonato viene trasferito al Policlinico di Tor Vergata per l'autopsia su disposizione del sostituto procuratore Michele Nardi.

LA MADRE: «VERITA'» - La madre, una donna filippina, era alla trentesima settimana di gestazione quando ha cominciato ad avere le contrazioni e così ha deciso di andare al Grassi di Ostia, dove ha partorito. Ma viste le condizioni di salute del piccolo, prematuro di dieci settimane, i medici decidono il trasferimento di madre e figlio al San Giovanni e il ricovero nel reparto di Neonatologia, dove il piccolo avrebbe dovuto ricevere tutte le cure intensive di cui aveva bisogno. Ma, appena ricoverato, qualcosa non è andato per il verso giusto. Il bambino ha cominciato a stare male ed è morto. La donna lavora come colf presso un avvocato nel quartiere Parioli. «Dopo aver saputo della morte del figlio ha detto che era pronta per una battaglia legale e che voleva vedere chiaro fino in fondo su quanto è successo, voleva la verità. Jacqueline veniva sempre qui ed era sempre in compagnia dei suoi amici». «Vuole la verità, è pronta ad andare fino in fondo alla vicenda», riferiscono alcuni conoscenti della donna filippina.


L'OSPEDALE: SUBITO AVVISATA PROCURA - Sulla vicenda, per giorni, è calato un silenzio totale. Fino a quando qualcuno dalla direzione dell'ospedale si è accorto che nella cartella clinica di quel bambino qualcosa non quadrava. E ha deciso di presentare una denuncia alle autorità competenti. La Procura ha aperto un'inchiesta e ha iscritto sul registro degli indagati i nomi di una dozzina di medici. La direzione generale dell'ospedale San Giovanni Addolorata precisa infatti che, «appena informata della morte del neonato prematuro ha immediatamente dato disposizione alla Direzione sanitaria di presentare denuncia all'Autorità giudiziaria e ha avviato contestualmente una indagine interna». La stessa direzione generale avrebbe informato i genitori del bambino di quanto avvenuto.

«ANORMALITA'» - Il direttore generale dell'ospedale Gian Luigi Bracciale ha riferito di aver saputo del presunto scambio di flaconi il 2 di luglio scorso. «Ho parlato con il primario di Neonatologia, con il direttore sanitario. C'era stata una constatazione di fatti che sarebbero accaduti che non mi hanno convinto, e che mi hanno indotto a fare denuncia. Poi sarà il magistrato a decidere cosa fare, se archiviare sentiti i periti, o procedere». Bracciale ha spiegato che l'«anormalità» che lo ha spinto a rivolgersi alla magistratura stava nel fatto che «sembra che ci sia stata una terapia mal fatta, una nutrizione enterale per via endovenosa. Non è stata quindi seguita la prassi normale. Tutto è partito da una segnalazione del direttore sanitario - ha aggiunto - e insieme alla segnalazione alla magistratura ho avviato una indagine interna. Non ho avuto bisogno della certezza: solo il dubbio che potesse essere accaduto è stato per me sufficiente».

DIRETTORE SANITARIO - «Io, sebbene fosse festa, ero presente in ospedale il 29 giugno (quando il neonato è morto, ndr), e anche il giorno successivo, il 30 di giugno. Non è che quando è festa l'ospedale chiude» riferisce il direttore sanitario dell'ospedale San Giovanni Addolorata di Roma Gerardo Corea. Il 29 giugno è la festa di San Pietro e Paolo, patroni della città di Roma, e quest'anno è caduto di venerdì. Il lunedì successivo, il 2 luglio, è la data che il direttore generale Gian Luigi Bracciale ha indicato come quella in cui Corea lo ha avvertito dell'accaduto, e Corea ha spiegato oggi di non aver lasciato tempo in mezzo tra il momento in cui ha saputo dell'accaduto e quello in cui ha avvertito il manager dell' ospedale. «Lo stesso giorno in cui i medici si sono presentati a me - ha affermato infatti il direttore sanitario - ho fatto i dovuti passaggi, scrivendo al direttore cosa stava accadendo, e abbiamo convenuto di 'autodenunciarci' alla magistratura».

Carabinieri al San Giovanni (Proto)Carabinieri al San Giovanni (Proto)
ISPEZIONE MINISTERIALE - Il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha disposto lunedì mattina l'invio immediato degli ispettori del ministero all'ospedale San Giovanni di Roma per acquisire tutte le informazioni sul decesso del bambino di pochi giorni. Gli ispettori dovranno chiarire anche il motivo del ritardo nella denuncia da parte del personale sanitario.
Il capogruppo Idv Alfonso Mascitelli in commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori sanitari chiede al ministro di intervenire in Senato: «Su questa vicenda solleverò l’attenzione della commissione d’inchiesta Sanità. Va bene l’invio immediato di ispettori all’ospedale da parte del ministero della Salute, ma auspichiamo che il ministro Balduzzi venga a riferire in Senato».
Dal canto suo la Regione Lazio «ha chiesto una relazione scritta e tutto ciò che è necessario dal punto di vista organizzativo per rimuovere tutti coloro che risultano coinvolti in questo bruttissimo e anomalo caso».

«INCUBATRICE POCO SICURA» - Intanto Ignazio Marino, presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, denuncia una situazione di «grave arretratezza tecnologica» del reparto ospedaliero: il neonato morto all'Ospedale San Giovanni di Roma, sostiene Marino: «si trovava in una incubatrice senza bilancia, obsoleta e poco sicura».

roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/12...-2011129356176.shtml
Ultima Modifica 11 Anni 8 Mesi fa da Hyperion.

Si prega Accedi o Crea un account a partecipare alla conversazione.

Tempo creazione pagina: 0.498 secondi