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Domanda Picrorrhiza kurroa
- Hyperion
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Attività principali:
epatoprotettore; stimolante la funzionalità epatica; stomachico e colagogo; immunostimolante
Impiego terapeutico:
disfunzionalità epatica; stress; intossicazioni da farmaci e sostanze chimiche; epatiti; asma
Attività farmacologica:
La Picrorrhiza appare descritta per la prima volta in un antico testo cinese con la denominazione ´Hu-huang-lien´ che nel significato fa riferimento al suo sapore amaro. Assai diffusi sono anche i riferimenti in testi indiani: la Picrorrhiza, il cui nome in Sanskrito è proprio ´Kutkin´, è infatti ritenuta una delle più famose piante della Ayurveda ed è riportata nella Farmacopea Indiana. E inoltre nota per essere una delle droghe più amare esistenti. La Picrorrhiza era usata nella tradizione come rimedio stimolante della funzionalità gastrointestinale, per favorire le fisiologiche funzionalità digestive e di depurazione dell´organismo. Nella medicina Ayurvedica ne viene per la prima volta indicato l´impiego come antinfiammatorio ed epatoprotettore da cui trae origine l´uso moderno nel trattamento dei disturbi epatici, dalla semplice disfunzionalità alle epatiti. La fitoterapia moderna ha infatti confermato le sue eccellenti proprietà come epatoprotettore, stimolante la funzionalità epatica nonché utile come immunounostimolante e nel trattamento delle crisi asmatiche. L´ipotesi di un coinvolgimento del sistema immunitario è nata dall´osservazione di regressione di sintomatologie con potenziali risvolti autoimmuni. Preparazioni di Picrorrhiza sono state provate anche nella psoriasi. Nella radice e nei rizomi di questa pianta himalayana sono stati identificati i principi attivi responsabili dell´attività fitoterapica, i glicosidi iridoidi. Una loro particolare miscela, al 60%, di picroside-1 e kutkoside, nella glicosidi iridoidi. Una loro particolare miscela, al 60%, di picroside-1 e kutkoside, nella proporzione relativa di 1:1,5 è nota con il nome di Pricroliv. Studi preclinici e clinici hanno permesso di individuare un effetto del fitocomplesso della pianta sui marker della funzionalità epatica, quali i livelli enzimatici delle transaminasi, della fosfatasi alcalina e della bilirubina. Si ipotizza che ciò sia ascrivibile alla capacità di neutralizzare perossidi e lipoperossidi lipidici favorendo un aumento dell´enzima SOD endogeno, che ben spiega l´attività epatoprotettiva nei confronti di agenti tossici come inquinanti, solventi e farmaci. Sebbene la prescrizione fitoterapica della Picrorrhiza non sia ancora assai diffusa la sua azione antiepatotossica è stata già confrontata con successo con gli effetti del più famoso epatoprotettore di origine naturale, la silimarina del Cardo mariano.
Gli studi effettuati di tossicità acuta e cronica indicano per la Picrorrhiza un buon indice terapeutico e ne confermano l´estrema tranquillità d´impiego. Non usare in gravidanza e allattamento.
Forme farmaceutiche e posologia:
E.S.: 300 mg estratto stand 4%/ 1-2 cps al dì
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- Alernd
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tu lo assumi? E se si hai notato dei benefici?
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- Hyperion
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Alernd ha scritto: Ciao Hyperion,
tu lo assumi? E se si hai notato dei benefici?
non sono ancora riuscito a procuramelo ma spero di riuscirci entro breve
pensavo di aggiungerlo alla silimarina per vedere i risultati
ultimamente mi sto interessando alla fitoterapia e devo dire che ho letto cose molto interessanti.
fitoterapia e ortomolecolare a mio parere devono essere utilizzate in coppia , le piante sono ricche di vitamine ma non raggiungono i dosaggi degli integratori , viceversa gli integratori mancano di tutti flavanoidi e delle sostanza contenute nelle piante .
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- Deseb
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www.garrysun.com/Kutki.html
come potete vedere il nome ayurvedico è KUTKI, mentre il nome inglese è Gentian...
la Picrorrhiza K. è comunque un'erba ammessa dal ministero della salute si potrebbe trovare in Europa...
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- Alernd
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Hyperion ha scritto:
Alernd ha scritto: Ciao Hyperion,
tu lo assumi? E se si hai notato dei benefici?
non sono ancora riuscito a procuramelo ma spero di riuscirci entro breve
pensavo di aggiungerlo alla silimarina per vedere i risultati
ultimamente mi sto interessando alla fitoterapia e devo dire che ho letto cose molto interessanti.
fitoterapia e ortomolecolare a mio parere devono essere utilizzate in coppia , le piante sono ricche di vitamine ma non raggiungono i dosaggi degli integratori , viceversa gli integratori mancano di tutti flavanoidi e delle sostanza contenute nelle piante .
Condivido il tuo punto di vista riguardo al fatto che ortomolecolare e fitoterapia si completino a vicenda.
Personalmente ho introdotto già da tempo, nel mio regime, alcuni estratti fitoterapici (ginkgo biloba, bromelina,tè verde) che uso regolarmente (e con soddisfazione!) in accoppiata con l'integrazione ortomolecolare di base (multivit + vit C + magnesio + MSM). All'occorrenza impiego anche altri rimedi quali aloe, olii essenziali, propoli, echinacea ecc.
Vorrei però precisare che la fitoterapia deve essere usata con giudizio e con le dovute cautele, perché può presentare effetti collaterali e controindicazioni anche di una certa entità, cosa non riscontrabile invece
nelle sostanze prettamente ortomolecolari (vitamine, sali minerali, aminoacidi, acidi grassi ecc.)
E' quindi estremamente importante documentarsi a fondo prima di cominciare l'assunzione di rimedi fitoterapici perché, oltre alle già citate controindicazioni (interazioni con farmaci, tossicità, intolleranze soggettive dovute a determinate patologie, allergie ecc.) spesso le proprietà terapeutiche di certe piante non son ben documentate e il rischio è quello di esporsi a potenziali pericoli, soprattutto nel lungo periodo.
Alcune buone fonti da cui partire:
www.infoerbe.org/
www.farmacovigilanza.org/fitovigilanza/interazioni/
www.nlm.nih.gov/medlineplus/druginfo/herb_All.html
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- pacio
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Secondo voi è valido anche per problemi di fegato?
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