Qualsiasi sostanza inseriamo nel nostro corpo è modificata, scambiata, digerita, quindi espulsa per le sue scorie.
L’attuale tenore di vita ma anche una certa magniloquenza circa la nostra alimentazione di tipo mediterraneo hanno condotto l’individuo verso un’eccedenza carboidratica.
Certi meccanismi fisiologici, tuttavia, rischiano di convergere nello stato di malattia allorquando si riscontri un sovradosaggio insulinico, poiché l’insulina, soddisfatte le cellule, prosegue nella trasformazione dello zucchero in grasso eccedente, prontamente riposto nel livello epatico e nel sistema muscolare, avviando così il corpo alla grassezza (obesità).
Situazione questa che, particolarmente presso i bambini ma in genere anche tra le persone mature dei Paesi occidentali, connota un complesso sbilanciamento metabolico che, pur se latente, si rivelerà col trascorrere degli anni alquanto insidioso per la nostra salute.
L’abuso carboidratico, come del resto quello proteico, avvia un pericoloso meccanismo in base al quale le molecole di glucosio s’associano connaturalmente agli aminoacidi che costituiscono le proteine, modificandone sia la conformazione sia le mansioni.
Difatti, gli esiti di tale meccanismo sono gli AGE (Advanced Glycation Endproducts), sui quali innumerevoli osservazioni scientifiche concludono che i prodotti avanzati della glicazione giochino una posizione decisiva nel processo di arteriosclerosi e in particolare nel diabete e in tutte le sfavorevoli mutazioni che s’insediano nel nostro organismo col trascorrere del tempo.
Nei diabetici, un crescente accumulo di AGE sembra direttamente collegabile all’insorgenza di complicanze cardiovascolari.
Gli AGE producono molteplici lesioni, in quanto promuovono la fabbricazione di sottoprodotti nocivi che esitano prima nel “guasto cellulare”, quindi nella morte della cellula.
Anche sul cervello, queste sostanze facilitano la composizione del peptide beta-amiloide, creato dalla proteina APP (Amyloid Precursor Protein) attraverso un meccanismo a due stadi, collegabile alla patologia dell’Alzheimer, ossia a una senilità cellulare precoce e a un mal funzionamento delle stesse cellule, dovuto a un surplus di zuccheri non convenientemente metabolizzati.
Stiamo dunque ben attenti a non eccedere con i carboidrati e i cereali raffinati se non vogliamo incorrere in una super-produzione d’insulina, la quale innescando il noto enzima “delta-5-denaturasi” andrebbe a produrre quella che viene definita la “cascata dell’Acido arachidonico” e quindi la costituzione di sostanze considerevolmente infiammatorie.
Ancora una volta alla base dello stare in salute c’è la sana dieta.
Raffaele.